Il gigante è un film del 1956 diretto da George Stevens.
Alcune informazioni su Il gigante di George Stevens
La pellicola è passata alla storia come l’ultimo dei tre film in cui compare come protagonista James Dean, la cui improvvisa morte in un incidente stradale avvenne proprio sul finire delle riprese. James Dean, Rock Hudson e Mercedes McCambridge si sono fregiati di tre delle nove candidature all’Oscar assegnate a questo film, tratto dal leggendario romanzo di Edna Ferber, che alla fine vinse unicamente l’Oscar alla miglior regia. Nel 2005 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 1998 l’American Film Institute l’ha inserito all’ottantaduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
La sinossi
Bick Benedict (Hudson), che discende da una famiglia di facoltosi allevatori texani, sposa Leslie (Taylor), una bella ragazza del Maryland. Jett (Dean), un bracciante che è innamorato senza speranza di Leslie, eredita un appezzamento di terreno che si scopre essere ricco di petrolio. Jordy si iscrive alla facoltà di medicina, poi sposa Juana, una messicana. Judy frequenta la scuola di economia rurale. Con la seconda guerra mondiale, Jett si arricchisce enormemente. Durante una festa a cui partecipano anche i Benedict, Bick scopre che Jett corteggia la sua terzogenita, Luz. Per uno sgarbo fatto a Juana, i Benedict lasciano la festa. Nella vecchia casa, i due coniugi ritrovano la serenità.
La recensione
Lo sguardo di George Stevens si posa sullo schermo come un pennello intinto di luce su una tela tesissima. Il gigante è il Texas, terra immensa ed aspra, bruciata dal sole e sferzata dal vento, però sostanziosa e sanguigna, nella sua durezza, come un buon pezzo di carne alla brace. La delicata femminilità di Leslie sfida la bellezza maestosa di una natura ricca ma ostile, i cui colori si imprimono nello sguardo come spesse chiazze di tempera. L’arretratezza culturale è il principale avversario della giovane donna di città, che, però, riesce a scavalcare con grazia gli steccati del pregiudizio. Il suo passaggio è una ventata di fecondità che impregna di amore un ambiente la cui aridità è soprattutto di carattere morale. Leslie è come una musa della prosperità, che reca in sé la magia di un fiore nel deserto. La storia sboccia intorno a lei come un trionfo della primavera, che accende le immagini di una luminosità vitale, caricandole di un’energia incandescente. Monumentale apologia del sogno americano e moderna fiaba sull’emancipazione in generale.
Jett Rink rimane, purtroppo, l’ultimo grande personaggio che James Dean ci regala, offuscando peraltro due stelle del calibro di Hudson e la Taylor. I 200 – duecento – minuti di proiezione possono uccidere se presi con lo spirito sbagliato; bisogna semplicemente godersi lo scorrere del racconto, senza fretta e senza chiedere grandi colpi di scena: in fondo la trama percorre un arco temporale che comprende quasi l’intera esistenza dei tre protagonisti. La famiglia arcaica che si modernizza attraverso il ricambio generazionale, i nuovi ricchi improvvisamente resi tali dalla fortuna del petrolio, la sorte, l’amore, la gioventù ed il trascorrere degli anni, gioie, virtù, passioni e dolori del Gigante, ovvero il Texas, il più grande dei cinquanta Stati americani. Il gigante è un capolavoro che coniuga l’imponenza della saga e la sensibilità del romanticismo. Ed è la summa di un realismo caldo e vivido, lirico e decorativo, che non esclude i sogni ed accoglie a braccia aperte anche i miracoli.
Il film è disponibile, a pagamento, su Prime Video e Apple Tv+
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