Proiettato nel 2007 alla Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes, pare che sconvolse la giuria a tal punto da costringerla ad abbandonare la sala.
Effettivamente, diretto a quattro mani dagli allora debuttanti Alexandre Bustillo e Julien Maury che si sono poi occupati in suolo americano, nel 2017, di Leatherface, À l’intérieur non si risparmia nel dispensare elementi di disturbo fin dal prologo ambientato immediatamente dopo l’incidente automobilistico in cui perde la vita il compagno di Sarah, dalle fattezze della Alysson Paradis sorella della più famosa Vanessa.
La Sarah che, quattro mesi più tardi, incinta si trova a trascorrere la vigilia di Natale in casa nella banlieu parigina durante l’ultima notte prima di essere ricoverata per il parto; senza immaginare, però, che alla sua porta si presenti una misteriosa donna a conoscenza della sua disgrazia e che riesce ad intrufolarsi nell’abitazione con intenzioni tutt’altro che benevole.
Donna che, incarnata dalla veterana del grande schermo Béatrice Dalle, sfoggia un look dichiaratamente ispirato a quello di Barbara Steele e alle atmosfere gotiche dei classici di Mario Bava, trasportando immediatamente la vicenda nell’ambito di un’operazione che possiamo classificare di sicuro nell’ambito del filone home invasion, in questo caso miscelato, però, ad una certa evoluzione da slasher.
Perché, man mano che, ignari della situazione, conoscenti (e non solo) della protagonista approdano tra le quattro mura, è un non indifferente spargimento di cadaveri ad accompagnare la oltre ora e venti di visione, mirata ad affrontare tramite il thriller a tinte splatter le più profonde angosce connesse alla maternità.
E, se i due registi ammettono di aver subito influenze dal capolavoro carpenteriano Halloween – La notte delle streghe e dal cult tricolore Antropophagus di Joe D’Amato alias Aristide Massaccesi, tra la deflagrazione di un cranio dovuta ad un colpo di arma da fuoco e forbici conficcate in maniera impressionante ovunque (dalla testa ai testicoli) è soprattutto la poetica del gore del compianto maestro Lucio Fulci a tornare alla memoria nella testa del cinefilo.
Per non parlare del cinema di Dario Argento richiamato da aspetti quali l’occhio che osserva minaccioso attraverso il buco nella porta o la bianca scenografia del bagno imbrattata di liquido rosso; mentre le tutt’altro che indifferenti dosi di violenza mettono a dura prova anche lo spettatore maggiormente preparato, anticipando l’estenuante lotta conclusiva tra le due figure femminili destinata a terminare in uno dei più disturbanti e inquietanti epiloghi della storia della Settima arte.
Ulteriore pregio di un elaborato estremamente coraggioso che, oltretutto oggetto nel 2016 di un rifacimento a firma di Miguel Ángel Vivas, rientra di pieno diritto – insieme a Alta tensione di Alexandre Aja e Martyrs di Pascal Laugier – tra i titoli che segnarono il momento d’oro della sanguinolenza su celluloide d’oltralpe a terzo millennio appena avviato, rivelandosi il tipo di film estremo che dalle nostre parti, purtroppo, nessuno è sembrato essere più in grado di concepire una volta trascorsa la prima metà degli anni Ottanta.
Un elaborato impreziosito da un ritmo narrativo senza tregua che, tanto curato quanto accattivante dal punto di vista visivo, viene finalmente reso disponibile su supporto blu-ray tricolore come Inside – À l’intérieur, in una limited edition edita da Koch Media nell’ambito della sua collana Midnight Factory.
Limited edition che, racchiusa in custodia amaray inserita in slipcase cartonato, non solo include un interessante booklet all’interno della confezione, ma riserva nella sezione extra il trailer, cinquantaquattro minuti di making of e i cortometraggi Pizza à l’oeil e Pedro, realizzati da Maury.