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28 FCAAAL: Severina di Felipe Hirsch racconta una storia d’amore con eleganza e semplicità

Severina di Felipe Hirsch è la riuscita pellicola di una voce autoriale cristallina, capace di gestire tempi e spazi con eleganza e semplicità

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Il 28° Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina che si sta svolgendo a Milano in questi giorni ha visto l’apertura del “Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo” con Severina un film sudamericano (produzione del Brasile e Uruguay, ma con cast misto proveniente anche dall’Argentina e dal Cile), opera seconda scritta e diretta da Felipe Hirsch.

Severina è una commedia che mette in scena l’incontro amoroso tra un giovane libraio, aspirante scrittore, di Montevideo e una misteriosa ragazza di nome Ana che ruba libri. La vita del malinconico giovane uomo che vive isolato all’interno della libreria, in mezzo a libri, letture pubbliche, dibattiti con poeti e scrittori è racchiusa all’interno dello spazio fisico delimitato dalle pagine dei romanzi, costruendo la quotidianità attraverso la parola scritta.

Diviso in otto capitoli, con un prologo e un epilogo, Hirsch trasforma il tessuto filmico di Severina compiendo un lavoro intelligente tra parola scritta e linguaggio visivo di estremo fascino, legando i vari incontri con Ana di cui si innamora perdutamente. La giovane vive con un padre (un prezioso cameo di Alfredo Castro, attore feticcio di Pablo Larrain) e gira il Sudamerica con decine di identità rubando i libri che poi legge. Questa metafora della vita vissuta come personaggio di un racconto di Jorge Luis Borges o di Julio Cortázar dona a Severina un’atmosfera irreale, di pars construens per immagini, sposando il punto di vista del libraio, tratteggiato come un candido che rimane ammaliato dalla figura della giovane donna.

Severina quindi non è solo una piccola grande storia amorosa tra un uomo e una donna, ma soprattutto la messa in scena della magia delle parole che sgorgano dai pensieri e dalle letture dei personaggi che si muovono, toccano, vivono il libro come oggetto fisico, produttore di realtà fittizie, di mille opportunità di vite differenti, in continuo movimento, come gli occhi che si spostano lungo le pagine così come lo spettatore fissa lo sguardo sullo scorrere delle immagini sullo schermo cinematografico. La pulsione scopica dello spettatore collima con l’ossessione erotica-letteraria, in una creazione di una possibile vita che tracima dalle copertine delle decine di libri che i personaggi hanno sempre in mano.

Il giovane regista brasiliano ambienta la storia in una Montevideo deserta, spoglia, povera, senza orpelli, in una scenografia esterna minimale. La macchina da presa pedina i due protagonisti da vicino, prediligendo i primi piani dei due bravi attori (Javier Drolas e Carla Quevedo) calandosi nei propri ruoli con una certa leggerezza, con una recitazione sottotono, ma molto elegante, giocando sugli sguardi e su dialoghi essenziali, centellinando le parole che accompagnano le espressioni facciali e corporali.

Ma il meglio di sé Hirsch lo dà nelle riprese degli interni delle librerie che diventano dei microcosmi, dei labirinti di opportunità misteriosi, isole di vita pulsante che si collegano direttamente con le strade cittadine, mutate in appendici spaziali che si estroflettono dall’interno all’esterno. Uno stile quasi truffautiano, dove la liaison amoureuse viene scritta dalle parole che prendono forma attraverso i corpi attoriali che si muovono in un contesto metacinematografico composto dai muri di libri che circondano come una enorme copertina il romanzo del loro rapporto-incontro-abbandono.

Severina – già presentato al 70 Festival del film di Locarno – in prima nazionale, è un’opera che addolcisce il cuore dello spettatore, partecipe attivo della storia della strana coppia, ammaliato dalla magia delle immagini che Hirsch riesce a comporre come un romanzo minimalista moderno. Una pellicola riuscita di una voce autoriale cristallina capace di gestire tempi e spazi con eleganza e semplicità.

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  • Anno: 2017
  • Durata: 103'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Brasile, Uruguay
  • Regia: Felipe Hirsch