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Semplicemente guardare oltre… il Melzo Film Festival

Il Melzo Film Festival guarda oltre…se stesso e propone tre serate non convenzionali per parlare della settima arte e non solo. Dal 15 al 17 luglio la città di Melzo, che ha ospitato il MFF – Festival della sperimentazione e dell’innovazione tecnologica, sarà di nuovo protagonista di un dopofestival tutto da vivere.

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simonemassi

Il Melzo Film Festival guarda oltre…se stesso e propone tre serate non convenzionali per parlare della settima arte e non solo.
Dal 15 al 17 luglio la città di  Melzo, che ha ospitato il MFF – Festival della sperimentazione e dell’innovazione tecnologica, sarà di nuovo protagonista di un dopofestival tutto da vivere.
Il cinema, la poesia, l’arte e i cambiamenti dell’era digitale in cui viviamo, saranno i punti chiave di una tre giorni di spettacoli, dibattiti e incontri tra  pubblico e professionisti.

Esordio giovedì 15 luglio alle ore 20 con “C’era una volta in Italia”, una serata  in collaborazione con la Cineteca Italiana di Milano.
Tra le opere restaurate che saranno proiettate si segnalano: Gli italiani si voltano di Alberto Lattuada (1953): scherzoso episodio finale del film collettivo Amore in città, quasi  una candid camera ante litteram che mostra gli sguardi ammirati degli uomini al passaggio di belle ragazze. Il museo dei sogni di Luigi Comencini (1949): cortometraggio che racconta come sono stati salvati i capolavori del cinema. La verità sulla scomunica di Marcello Baldi (1950): un curioso filmato di propaganda anticomunista.
E poi ancora il cinema, il traffico urbano, e le colonie estive saranno i protagonisti di questa antologia di cortometraggi degli anni 50 e 60 che raccontano il fascino di un Paese che forse non c’è più…

La seconda parte della serata del 15 luglio, sarà dedicata al cinema d’animazione di Simone Massi, classe 1970, uno tra gli artisti italiani più innovativi. Cineteca Italiana di Milano, in un’ottica di conservazione e valorizzazione del cinema non solo del passato ma anche del presente, ha curato restauro, sonorizzazione e digitalizzazione delle opere di questo giovane artista marchigiano. I suoi corti, realizzati secondo il metodo tradizionale, disegnando una tavola alla volta sono delle vere e proprie poesie per immagini, in cui alla riflessione sulla Storia, lo scorrere del tempo, la vita e le tradizioni contadine si intrecciano interrogativi sull’identità, la memoria e il ricordo personale.

Venerdì 16 luglio alle 19.30 conferenza – spettacolo su “Tecnologie, intervento sociale e poesia”: ospite d’eccezione l’Avatar Bit, entità bio-cibernetica in simbiosi con Giacomo Verde che, assieme ad Antonio Bocola e Stefano Roveda (Studio Azzurro), condurrà lo spettatore in un viaggio virtuale attraverso gli interrogativi che l’era digitale ci pone, per capire in quale direzione sta andando il nostro modo di comunicare e relazionarci.
Attraverso filmati e case history quali Bit secondo biancaneve, Bit per Callas: Idiozia artificiale, Tavoli della Memoria dell’OPP di Trieste, Sensetive City (SHANGHAI), Fanoi(POTENZA), The Fort Ladder (SANTA FE), la conferenza tratterà in modo nuovo e interattivo i temi delle interfacce naturali, le potenzialità degli avatar come attivatori sociali e la mappatura emozionale: ad oggi, infatti, non esistono scuole o corsi per sperimentare e apprendere le applicazioni integrate fra performance, video e informatica, benché le ricerche nell’ambito del motion-caption stiano avanzando.

La serata finale di sabato 17 luglio dalle ore 20 ospiterà lo spettacolo “ Una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede”.
Una performance tutta al femminile che vedrà sul palco la direttrice artistica dell’A.T.I.R. Teatro Ringhiera di Milano Serena Sinigaglia, la regista milanese Marina Spada, Benedetta Tobagi, giornalista e scrittrice e le attrici dell’A.T.I.R.
Lo spettacolo mette in scena un salotto di donne non convenzionali che, attraverso le letture di grandi autori  italiani ed internazionali quali Natalía Ginzburg,  Italo Calvino, Giovanni Raboni, Umberto Eco, Umberto Saba, Alda Merini, Susan Sontag e Albert Camus, mostrano uno spaccato del mondo con riflessioni quasi improvvisate sulla libertà, l’arte, il cinema e la poesia.
L’ideazione e la selezione dei testi sono a cura di Marina Spada, Serena Sinigaglia e Cinzia Masótina.