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In Sala

Bel Ami

Nonostante i costumi e le scenografie molto curati, la musica elegante e la bravura delle attrici, “Bel Ami, a causa di scene troppo lunghe e di un montaggio interno troppo lento, smarrisce in poco tempo il proprio valore

Pubblicato

il

 

Anno: 2012

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 102′

Genere: Drammatico

Nazionalità: Italia/Gran Bretagna

Regia: Declan Donnellan/Nick Ormerod

Georges Duroy è uno di quei personaggi adorati da tutti gli amanti della letteratura. Protagonista di Bel Ami, romanzo del 1885 nato dalla penna del francese Guy De Maupassant, George è un arrivista sociale, un seduttore incallito, un amante pericoloso. Impossibile, dunque, resistere alla tentazione di portarlo (nuovamente) sul grande schermo. I registi teatrali Declan Donnellan e Nick Ormerod hanno deciso, così, di esordire dietro la macchina da presa adattando per il cinema uno dei più importanti romanzi di tutta la letteratura ottocentesca.

Parigi, 1890. Georges Duroy, reduce dalla guerra in Algeria, è un uomo senza un soldo in tasca che passa le sue giornate in squallidi bar della città, diviso tra boccali di birra e prostitute. Una sera incontra il vecchio compagno d’armi Charles Forestier che, avendone pietà, lo introduce nell’alta società, alla presenza della moglie Madeleine, dell’editore Rousset, della devota moglie Virginie e della giovane e affascinante Clotilde. Basteranno poche ore perché Georges si accorga del modo migliore per guadagnare soldi senza lavorare….

In una società in cui “il valore di un uomo dipende dalla propria moglie” è  inevitabile che un giovane scapestrato di bella presenza approfitti dell’assenza o degli impegni dei mariti per fare breccia nel cuore delle donne. Volontariamente, premeditatamente, egoisticamente, Georges Duroy seduce le donne più belle e importanti di Parigi e, forte dell’ascendente che ha su di loro, le manovra come un burattinaio impazzito e assetato di denaro. Una storia avvincente e intrigante che necessita di un contesto e di un approfondimento storico piuttosto accurato. La sceneggiatrice Rachel Bennette, quindi, confeziona un’opera imponente e autorevole (nell’intento) che, per colpa di scene troppo lunghe e di un montaggio interno troppo lento, smarrisce in poco tempo il proprio valore.

Bel Ami, però, è una pellicola scenograficamente ben orchestrata: i costumi e le scenografie sono molto curati, la musica è elegante e raffinata e le attrici, sedotte e  abbandonate, sono splendide nella loro ingenua (?) sensualità. La controparte maschile, sfortunatamente, non è all’altezza delle aspettative: Robert Pattinson rimane, infatti, un attore talmente legato al ruolo del vampiro twilightiano che lo ha lanciato, da non riuscire a liberarsene. Poco attraente, poco seducente e troppo poco intrigante per interpretare Bel Ami. Il suo personaggio, infatti, finisce rapidamente per assomigliare ad un Casanova fallito, ad un amante distaccato, ad un manipolatore insicuro, portando così lo spettatore a sentirsi vuoto come il suo protagonista. L’amore, ridotto ad una mera questione di appetiti, non basta più: le donne parigine meritano ben altro, ed anche il pubblico in sala.

Martina Calcabrini

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