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Amore e rivoluzione: 60 anni fa nasceva Il Dottor Živago

Sessant'anni dopo, l'amore di Živago e Lara continua a commuovere tra gelo, speranza e rivoluzione.

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Il Dottor Živago, capolavoro di David Lean che unisce, amore, storia e poesia visiva nella Russia della Rivoluzione.

Il Dottor Živago (1965) di David Lean, è arrivato nelle sale statunitensi il 22 dicembre di 60 anni fa. Il film, basato sul celebre romanzo di Boris Pasternak, vinse cinque Golden Globe e cinque Oscar.

La straordinaria regia di David Lean

David Lean, già celebrato per Lawrence d’Arabia (1962), in Živago raggiunge un’eccellenza formale. Nella sua regia ogni inquadratura  diventa un respiro del mondo interiore dei personaggi. La neve, onnipresente, non è mera scenografia: è silenzio, memoria e sospensione temporale, un velo bianco che separa il desiderio dalla realtà, l’amore dalla storia.

Il cinema di Lean in Živago è un’esplorazione del tempo: le dissolvenze, i movimenti di macchina ampi e misurati, la composizione delle scene, ogni elemento concorre a creare una percezione di epica inarrestabile. La Rivoluzione russa e le turbolenze storiche non sono semplici sfondi: sono protagonisti silenziosi che modellano i destini dei singoli, rendendo il personale e il collettivo inseparabili.

La colonna sonora di Maurice Jarre, premiata agli Oscar, è un altro dei miracoli del film. La musica è il collante di ogni elemento nella scena.

Lo stile attoriale dei protagonisti

Fondamentali le interpretazioni di Omar Sharif, che dà volto e anima a un protagonista diviso tra ideali, doveri e sentimenti, di Julie Christie, una magnetica Lara Antipova, e di Geraldine Chaplin, delicata e tragica nei panni di Tonja. Il trio funziona come un microcosmo emotivo, la regia di Lean valorizza ogni sfumatura, permettendo agli attori di esprimersi al meglio. Il risultato è un capolavoro, con personaggi capaci di parlare al grande pubblico per più di mezzo secolo.

‘Il Dottor Živago’ un’opera di contrasti

Amore e morte, gelo e fuoco, storia e intimismo. La regia di Lean, elegante e contemplativa, trasforma il melodramma in qualcosa di più vasto: un poema cinematografico in cui la grandezza storica non soffoca il palpito umano, ma lo amplifica. È un film da guardare con gli occhi, ma anche con la pelle e il cuore, lasciandosi trasportare dalle tempeste, dalla neve, dai sospiri e dai silenzi che parlano più di qualsiasi parola. In definitiva, Živago è un’esperienza sensoriale e spirituale, un dialogo tra l’arte del racconto e l’arte della visione. Un anniversario che invita a riscoprire non solo un grande film, ma un’idea di cinema come esperienza emotiva e poetica, oggi sempre più rara.