A voler fare un paragone tra videogiochi che si ispirano alle diversi civiltà, la categoria dedicata all’Antica Roma sarebbe incredibilmente in minoranza. Spiccano quelli legati al Giappone, al mondo dell’antico Egitto e infine della Grecia, mentre dal punto meramente storico la fanno da padrone tutti gli strategici incentrati sulle guerre, specie quelli sulla Seconda Guerra Mondiale.
Un filone secondario, insomma, quello che lega il gaming all’Impero Romano. Un filone nascosto forse, sicuramente poco valorizzato, che ha regalato però dei prodotti che vale la pena di ricordare. E altri di cui invece si può salvare solo la grafica. Scopriamoli insieme.
Il successo dei giochi di strategia
Parlare di Roma è impossibile senza parlare di guerre, di battaglie, di conquiste. 5 milioni di chilometri quadrati, questa la massima espansione dell’Impero Romano sotto Traiano, nel 117 a.C. Uno spazio che non si sarebbe potuto ottenere senza spade e lance, senza imprese e tecniche di guerra. Senza strategia, in parole povere. Ed è proprio il genere strategico quello che regala i videogiochi migliori ispirati all’Antica Roma. I nomi che facciamo sono allora The Rise of Rome, espansione della serie di Age of Empires che guida i giocatori durante l’ascesa della città Caput Mundi, Caesar, che mette la guerra in secondo piano per guardare alla gestione delle risorse delle città, all’urbanizzazione, alla vita dei cittadini, Roma: Total War, totalmente basato sull’aspetto militare, politico ed economico dell’esercito. Infine, due nomi che è impossibile non citare: Imperium della Haemimont Games e Praetorians della Eidos Interactive.
Tra grandi novità e grandi delusioni
L’unione tra Antica Roma e gaming, che si è un po’ infievolita negli ultimi anni, è stata tenuta viva dal settore del gambling, il comparto del gioco pubblico che ha sfornato slot vlt online di enorme successo ispirate proprio a personaggi e a periodi dell’Impero Romano. Stiamo parlando di Caligula oppure di Victorious, per non parlare poi di Rome The Golden Age che permette con grafica, suoni e simboli di catapultare il giocatore nell’atmosfera tipica dell’Antica Roma.
Puntare troppo però su alcuni aspetti può avere conseguenze negative. È il caso, ad esempio, di Ryse: Son of Rome, prodotto nel 2013 da Microsoft e Crytek per la Xbox One. Le premesse erano assolutamente positive: videogioco d’azione in terza persona, il protagonista era Marius Titus, figlio di un generale della Roma neroniana. Incredibile dal punto di vista grafico, tecnicamente di livello e anche con un ottimo grado di fedeltà storica, il videogioco era però carente in termini di gameplay. Gli esperti lo hanno bollato come “troppo ripetitivo e alla lunga noioso”, con uso eccessivo della violenza e del sangue. Quello che rimane, però, è la ricostruzione della Roma di quel tempo, con un Colosseo incredibilmente realistico e alcuni scenari britannici veramente notevoli. Per un salto nel passato che solo il gaming è in grado di fa