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I corpi presentano tracce di violenza carnale: e Sergio Martino anticipò lo slasher

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Correva l’anno 1973 ed era il periodo in cui era esplosa la moda cinematografica dell’italian thrilling grazie a Dario Argento, allora autore de L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio.

E fu in maniera evidente proprio ai lodevoli modelli sfornati dal maestro romano della paura su celluloide che il concittadino Sergio Martino – reduce da documentari e western – si rifece per confezionare nei tre anni precedenti la sua personale serie di gialli costituita da Lo strano vizio della signora Wardh, La coda dello scorpione, Tutti i colori del buio e Il tuo vizio è una stanza chiusa e solo io ne ho la chiave, ai quali aggiunse l’innovativo I corpi presentano tracce di violenza carnale.

Innovativo perché, pur proseguendo la tradizione di cui sopra tirando in ballo un ignoto assassino seriale dal passamontagna sul volto dedito all’uccisione degli studenti dell’università a Perugia, anticipa non pochi aspetti di quello che, costituito da titoli basati su una sequela di fantasiosi omicidi ai danni di un gruppo di persone in un ambiente più o meno chiuso, oltreoceano hanno denominato filone slasher, precorso l’anno successivo da Black Christmas – Un Natale rosso sangue di Bob Clark e definitivamente iniziato nel 1978 dall’insuperabile Halloween – La notte delle streghe.

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Del resto, sebbene il lungo e teso assedio pre-epilogo cui viene sottoposta nella villa in cima ad una rupe Jane alias Suzy Kendall prenda dichiaratamente ispirazione da Terrore cieco di Richard Fleischer, è impossibile non pensare che abbia influenzato quello poi attuato dallo psicopatico Michael Myers nei confronti della Laurie interpretata da Jamie Lee Curtis nel corso della fase conclusiva del citato capolavoro carpenteriano.

Come è impossibile non pensare che, tra un affogamento in un acquitrino, sgozzamenti, ritrovamenti di cadaveri e un corpo segato a pezzi, saghe quali Venerdì 13 e derivati possano aver attinto dalla oltre ora e mezza di visione comprendente nel cast il divo dei poliziotteschi Luc Merenda, la Tina Aumont di Salon Kitty e Vincenzo Crocitti.

Senza contare la violentissima sequenza dello schiacciamento di un cranio tramite automobile, chiaramente omaggiata da Franck Kalfhoun nel suo thriller –2 Livello del terrore, del 2007, e facente parte del campionario di atrocità che Martino alterna efficacemente all’abbondanza di nudi femminili atti a generare una certa torbida sensualità ed a situazioni dominate da sapiente costruzione della tensione (da antologia il momento della chiave sotto la porta).

Affiancato in fase di sceneggiatura dallo specialista ErnestoLibidoGastaldi che, tra l’altro, troviamo intervistato in una featurette di quindici minuti inclusa nel comparto extra del dvd e del blu-ray dispensati dall’edizione speciale della pellicola – rappresentata da una custodia amaray inserita in slipcase cartonato – che CG (www.cgentertainment.it) diffonde attraverso la sua etichetta CineKult, dedicata alla Settima arte di genere tricolore.

Come pure una conversazione di ventiquattro minuti con il regista, una di diciannove con la figlia cineasta Federica e, nel solo disco in alta definizione, il trailer.         

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