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Ho amici in paradiso | La conferenza stampa

“Ho scritto la storia di un cambiamento, ma il primo ad essere cambiato sono io”. Così il regista di Ho amici in paradiso, Fabrizio Maria Cortese, durante la conferenza stampa del film, descrive la sua esperienza con gli ospiti del Centro di riabilitazione dell’Opera Don Guanella. Un film girato all’interno dell’istituto, con protagonisti alcuni ospiti in cura. Con Fabrizio Ferracane, Antonio Catania e Enzo Salvi

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Ho scritto la storia di un cambiamento, ma il primo ad essere cambiato sono io”. Così il regista di Ho amici in paradiso, Fabrizio Maria Cortese, durante la conferenza stampa del film, descrive la sua esperienza con gli ospiti del Centro di riabilitazione dell’Opera Don Guanella. Un film girato all’interno dell’istituto, con protagonisti alcuni ospiti in cura. “Sono stati due anni di gioco e improvvisazione. Sono degli attori veri e propri che interagiscono con dei professionisti. Anche se hanno recitato come loro stessi, hanno tutti un ruolo da interpretare. La difficoltà più grande è stato creare con loro un ambiente di lavoro, fargli capire quando entrare ed uscire dal proprio ruolo”.

Felice Castriota è un commercialista salentino colto in fragrante a riciclare soldi mafiosi. Invece della galera, il Procuratore della Repubblica di Lecce gli propone l’affido ai servizi sociali in cambio di informazioni su ‘U pacciu’, noto mafioso pugliese. Spedito al centro Don Guanella di Roma, il protagonista si imbatte in una realtà completamente diversa da quella che si aspettava di trovare. Uomo superficiale e abituato al lusso, si trova ad avere a che fare con persone che hanno menomazioni fisiche e intellettive. Ma lentamente, complice anche l’amore per Giulia, una giovane psicologa del centro, Felice inizia a sentirsi per la prima volta parte di una nuova grande famiglia. Ma il passato torna a presentare il conto quando il mafioso che aveva denunciato esce di prigione e cerca vendetta.

Il regista comincia a scrivere la storia durante il laboratorio teatrale tenuto all’interno del centro. Una vicenda familiare lo aveva portato a conoscere il Don Guanella anni prima e l’incontro con alcuni ospiti in cura hanno cambiato la sua vita, ma è solo grazie al sostegno della Rai che il progetto ha preso finalmente vita. “Nonostante le critiche, Rai Cinema ha subito creduto nel mio progetto, perché ha capito che era un esperimento da fare. Avere la loro spinta è stato fondamentale per il film”.

Da semplice scenografia, l’istituto diventa un protagonista del film. Le persone che lo abitano, che ci lavorano e che accudiscono ogni giorno gli ospiti, hanno fatto parte in qualche modo di questo film e a loro vanno i più sentiti ringraziamenti. Un lavoro che nasce proprio dall’esigenza del regista di sensibilizzare le istituzioni verso queste strutture. Gli attori, spinti dall’entusiasmo del regista, ricordano con affetto il periodo passato dentro la struttura. Fabrizio Ferracane, che interpreta Felice, ricorda l’entusiasmo e la voglia di partecipare ascoltando il regista. “Fabrizio mi ha investito di un’energia incredibile, lavorare in questo progetto mi ha fatto benissimo”.

Lo stesso entusiasmo che ha coinvolto il resto del cast, a partire da Antonio Catania (nel film il direttore dell’istituto Don Pino) e Enzo Salvi, entrambi meravigliati e sorpresi dall’energia ricevuta nel lavorare con l’autore e la compagnia degli ospiti del Don Guanella.

Alessio Paolesse

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