In un momento così delicato e particolare sia a livello sociale che politico, la sovranità del popolo sembra non avere più voce in capitolo; i nostri diritti vengono quotidianamente calpestati, le nostre voci ammutolite da atteggiamenti più o meno grevi da parte di palazzi dirigenziali ove si odono grassissime risate e strabordante inadeguatezza.
Perché non cogliere questo disagio e ritornare a una tradizione più locale dove era la gente a caratterizzare un paese, i suoi cittadini, bottegai, anziani e bambini?
Gridiamo al cielo che vogliamo ritornare a un mondo più folk perché qui…Gekrisi!
Diamo il bentornato a LorisDalì e alle mille sfaccettature della sua arte, bentornato al menestrello della canzone da strada, al cittadino onorario che vuole renderci omaggio con il secondo album, Gekrisi per l’appunto. Dodici racconti che si discostano dal suo predecessore Scimpanzé solo per un discorso meramente melodico, cancellando le impronte rock del passato e divertendosi a tinteggiare di puro cantautorato svariati generi musicali di cui vi lascio la sorpresa.
Veritiero, pestifero, sarcastico, cinico e pungente: questo è il Loris che ci piace, un giullare che non tiene a freno la lingua quando v’è da raccontare dei malanni del nostro amato (odiato) Paese. Lo fa come sempre a modo suo, interagendo con il mondo e le persone che lo circondano, parenti e amici inclusi, tralasciando preziosità e finezze ma abbracciando le imperfezioni di ognuno di noi, perché siamo esseri umani proprio come lui.
Un album che è il giusto sequel di Scimpanzé, forse ancor più diretto rispetto al 2015 ma certamente non privo dell’incalzante e coinvolgente ironia divenuta ormai cifra stilistica del folk singer piemontese.
E come il nostro amico ama sempre ribadire: “Le migliori pagine della mia biografia sono ancora da scrivere“.
UnderGround Reflex
https://soundcloud.com/i-dal/sets/gekrisi/
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