Sinossi: S Is for Stanley è la storia di Emilio D’Alessandro, autista personale di Stanley Kubrick. Un’amicizia che ha attraversato trent’anni di vita, costruito meticolosamente capolavori della storia del cinema, e unito due persone, apparentemente opposte, che hanno trovato lontano da casa il proprio compagno di viaggio ideale.
Recensione: Peccato che rimanga al cinema solo un giorno. Peccato davvero perché il documentario di Alex Infascelli è di una bellezza rara. Lo so, penserete che sia facile fare un bel documentario vista la caratura del personaggio Stanley Kubrick. Ma non è così, perché S Is for Stanley non è il documentario su Stanley Kubrick ma su un meraviglioso, commovente e sincero rapporto di amicizia, dipendenza e unione fra uno dei registi più importanti del mondo e Emilio D’Alessandro, quello che per trent’anni è stato il suo autista, il suo tutto fare. Quello a cui Kubrick ha affidato praticamente la gestione della sua quotidianità.
Una storia pazzesca quella di Emilio D’Alessandro che negli anni 60 lascia Cassino e va a cercare fortuna a Londra. Davvero pazzesca se pensate che inizia a correre con le automobili ma per arrotondare guida un taxi. Una sera che Londra è sommersa dalla neve e nessun taxista è presente per le strade Emilio D’Alessandro che non teme la neve, e che conosce la strada, è l’unico a prestare servizio. Viene raggiunto al telefono da una casa di produzione che gli commissiona di trasportare il fallo gigante che Kubrick utilizzerà in Arancia Meccanica. La produzione domanda più volte ad Emilio se se la sente di guidare con tutta quella neve perché il materiale è delicato e il luogo è fuori Londra. Ma Emilio è sicuro di sé e porta al termine il suo dovere senza sapere a chi quell’oggetto sarà destinato. Nasce da qui, da un caso, da un destino e dal coraggio di Emilio, la collaborazione con Stanley Kubrick che lo chiama a sé dapprima come autista per poi diventare una delle persone più importanti e più care a lui.
Kubrick chiama Emilio a casa, quando non è di turno, talmente tante volte che la moglie di Emilio simpaticamente nel documentario ricorderà “chiamava anche quando litigavamo, al tefelono era sempre Stanley”. Ma è lo stesso Emilio a ribadire che Stanley viene prima di tutti. Guardate, è un documentario di una commozione che chi scrive personalmente ha riso tanto sì, però le lacrime sono venute giù… perché ci sono delle cose di Kubrick che fanno davvero divertire, nelle sue fragilità, nel suo avere davvero delle particolarità assurde, ma nello stesso tempo viene fuori un’umanità che davvero lo fa apparire davanti ai nostri occhi di una tenerezza sconfinata. È commovente vedere ora Emilio con gli occhi lucidi che parla di Stanley come se fosse sempre ancora accanto a lui, quando mostra orgoglioso questo garage pieno di oggetti della vita da set e di cose personali del regista. Quando dice “quando suona il telefono ancora oggi spero che sia lui”. Emilio appare nel documentario davvero un uomo straordinario, che ha lavorato tanto e che evidente ha davvero voluto bene a Kubrick. Regista che gli ha reso omaggio nell’ultimo film Eyes wide shut dove Emilio fa la comparsa, c’è presente nella scenografia un “Caffè Emilio”, dove anche la moglie di Emilio, Janette compare più volte.
Una cosa assurda e bellissima di questa storia è che Emilio D’Alessandro a un certo punto, verso i 50 anni, dice a Kubrick che vuole tornare a Cassino. Prima di partire però Emilio organizza in maniera meticolosa la vita di Kubrick con bigliettini e schemi così da non fargli sentire troppo la sua mancanza. Quei biglietti che Kubrick lasciava quotidianamente per l’organizzazione e per i saluti al suo compagno di viaggio… Kubrick, ovviamente dispiaciutissimo, lo lascia andare e prima di farlo partire gli organizza una festa a sorpresa, dove il saluto tra i due è coronato da abbracci e lacrime. Emilio torna a Cassino con la moglie, Kubrick lo chiama spesso al telefono per sapere cosa fa il giorno, gli dice addirittura di installare un telefono sul trattore così possono sentirsi mentre Emilio gira per i campi…La moglie di Emilio si accorge che al marito però manca Stanley, che gli manca davvero una parte di sé. Così decidono di ritornare ed Emilio rimarrà accanto a Stanley fino alla fine. Credo onestamente che questa storia abbia davvero qualcosa di importante e di puro. È una delle storie di amicizia più belle a cui si può assistere. Andate a vederlo!
Graziella Balestrieri