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‘Que ma volonté soit faite’ (Her will be done): l’incubo rurale di una donna

Un film personale che esplora il tema della femminilità attraverso il soprannaturale

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Passato in concorso alla 43esima edizione del Torino Film Festival , Que ma volonté soit faite (Her will be done) della regista franco-polacca Julia Kowalski, é un horror viscerale che esplora il mondo femminile.

La storia

Nawojka (Maria Wróbel) è una giovane donna polacca che vive con la famiglia in una fattoria isolata in Francia; lavora con le mucche, sogna una normale vita da allevatrice/veterinaria, ma nasconde un segreto inquietante: un potere “mostruoso” ereditato oscura dalla madre  morta.

Quando nella fattoria arriva Sandra (Roxane Mesquida), donna libera, selvaggia, dal fascino magnetico, la vita di Nawojka  subisce un cambiamento.

L’attrazione e il desiderio scatenano una forza  oscura dentro di lei, che non riesce a contenere. Da lì in poi la narrazione si trasforma: la campagna diventa teatro di eventi soprannaturali inquietanti tra fango, sangue e visioni.

Un’opera personale

Que ma volonté soit faite‘ (Her will be done) è un film che mostra una forte impronta autoriale e una scelta estetica radicale: la fotografia diretta da Simon Beaufils, su pellicola 16 mm è granulosa, la rappresentazione viva della materia trasformano un’ambientazione bucolica in un incubo tenebroso, pieno di realismo e folclore ancestrale.

Il soprannaturale rappresentato è primitivo, viscerale, un atto simbolico di liberazione per le donne che cercano di ritagliarsi il proprio spazio in una società dominata dai vincoli sociali, patriarcali e religiosi.

Il conflitto della protagonista, Nawojka, tra dovere, religione, tradizione, desiderio, angoscia  è al centro di un discorso allegorico sulle tematiche legate alla femminilità: repressione, eredità traumatica e riscoperta dell’identità. Il rapporto con Sandra risveglia in lei un desiderio di libertà che si esprime sia nel corpo che nello spirito.

Tuttavia il film presenta numerosi punti critici perché oscilla tra dramma e horror soprannaturale in un ambiente rurale e folcloristico, senza prendere mai però una direzione netta.

Il parallelismo tra femminilità, stregoneria e liberazione sessuale non è certamente nuovo e scade in una riflessione morale abbastanza prevedibile e scontata.

Pur essendo un horror, il film non punta all’effetto, al terrore ma piuttosto crea un’atmosfera di angoscia, disturbante, ricca di suggestioni.  Julia Kowalski mescola elementi folk, misticismo, critica sociale e desiderio femminile ma l’opera risulta troppo ambigua, senza una linearità narrativa e un ritmo ben definito.

La regista Julia Kowalski (qui anche sceneggiatrice), ha definito la sua opera “un colpo di pistola sparato nella notte”, mettendone in evidenza il carattere violento e l’imprevedibilità.

Que ma volonté soit faite contiene dei forti elementi autobiografici dell’autrice: come la protagonista del suo film, Nawojka, proviene da diversi contesti culturali e personali. Kowalski è, infatti, è nata in Francia da genitori polacchi ed è cresciuta assimilando entrambe le culture. L’attrazione per l’occulto è un elemento importante nella vita della regista che da ragazzina, si sentiva una “strega”, affascinata da tutto ciò non è visibile o spiegabile razionalmente.

Il senso di straniamento rispetto all’identità femminile l’ha portata ad esplorare questo conflitto di identità nel suo personaggio.

Que ma volonté soit faite è chiaramente un’opera personale e simbolica che affronta l’identità, il desiderio, la colpa, la vergogna, l’emancipazione femminile, tutte tematiche care all’autrice filtrate attraverso la lente del soprannaturale e un immaginario rurale che rappresenta le radici ma anche un’oscurità ancestrale che si ricollega alle credenze magiche popolari.

Que ma volonté soit faite

  • Anno: 2025
  • Durata: 95'
  • Genere: Horror
  • Nazionalita: Francia, Polonia
  • Regia: Julia Kowalski