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Oscar 2026: ecco quali sono i film anime idonei per la nomina

Le produzioni d'animazione giapponesi continuano a farsi strada nel panorama internazionale

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Oscar anime 2026

È ormai dal 2002 che gli Academy Awards, meglio noti come Oscar, dedicano una sezione apposita ai film d’animazione. Eppure, dall’istituzione di questa categoria, solo due film anime si sono fregiati di questo titolo. Parliamo de La città incantata e Il ragazzo e l’airone, entrambi di manifattura Studio Ghibli e diretti dal celeberrimo Hayao Miyazaki, premiati rispettivamente nel 2003 e nel 2024.

Una ragione rilevante per cui alle produzioni giapponesi vengono spesso tarpate le ali potrebbe essere la frequente relegazione a serie d’animazione precedenti. Ciò preclude a tutti gli effetti la visione a una buona fetta di pubblico, meno avvezza al mondo degli anime, da sempre limitato a una nicchia rispetto alla più universale animazione statunitense.

La centralità del mercato americano è lampante dai requisiti per l’ottenimento del premio, che vedono strettamente necessaria, tra le varie cose, la proiezione nelle sale degli States.

Tuttavia, negli ultimi anni il mercato si è sempre più espanso, non limitandosi più al solo Giappone, ma puntando al riconoscimento globale e, a dimostrazione di ciò, sono ben sei i film d’animazione nipponici ritenuti idonei alla nomina ai prossimi Oscar, che si terranno il 16 marzo del prossimo anno.

Scopriamo ora quali sono le produzioni che il 22 gennaio potranno aspirare alla tanto ambita nomina.

I film d’animazione idonei agli Oscar 2026

Demon Slayer: Kimetsu no yaiba – Il Castello dell’Infinito

Uno degli anime più in voga da un po’ di anni a questa parte è Demon Slayer, non solo per la sua narrazione coinvolgente, ma in buona parte per la magistrale qualità d’animazione marchiata Ufotable. Demon Slayer: Kimetsu no yaiba – Il Castello dell’Infinito, che segna la quarta trasposizione della serie nelle sale, ha decisamente soddisfatto le aspettative e sono i risultati a parlare, con un incasso che lo ha reso in un batter d’occhio il secondo film più redditizio tra tutte le produzioni cinematografiche nipponiche. Il primo posto è occupato, piuttosto ironicamente, dal primo film della stessa serie.

Chainsaw Man: Il film – La storia di Reze

Tra le produzioni figlie di serie già esistenti troviamo anche Chainsaw Man: Il film – La storia di Reze, l’attesissimo sequel di uno dei nomi protagonisti degli ultimi tempi quando si parla di anime. Nelle mani del particolarmente prolifico studio MAPPA, il film approfondisce il personaggio di Reze, uno dei più noti e amati della serie, offrendo una visione carica allo stesso tempo di dinamicità ed emotività.

100 Meters

Che ben due film siano riusciti a farsi strada malgrado la loro dipendenza da serie a parte segnala chiaramente la rilevanza acquisita da esse nel panorama internazionale.
Gli altri quattro titoli, invece, sono produzioni puramente cinematografiche.

100 Meters, produzione originale, parte da un apparentemente semplice tema sportivo per poi invece intricarsi negli aspetti più intimi dell’animo umano, dalle difficoltà al loro superamento. La regia è dell’avanguardista Kenji Iwaisawa, già noto tra gli appassionati per l’interessantissimo On-gaku: Our Sound, rilasciato nel 2020. L’animazione riflette perfettamente l’intento dell’opera, servendosi per una buona parte della tecnica del rotoscopio, riuscendo così ad aumentare ulteriormente il senso di immersione.

Colorful Stage! The Movie: A Miku Who Can’t Sing

Pur rappresentando una delle icone indiscusse della cultura pop nipponica da ormai quasi vent’anni, la Vocaloid Hatsune Miku ha debuttato al cinema solo quest’anno con Colorful Stage! The Movie: A Miku Who Can’t Sing. I non pochi riferimenti che solo chi è già avvezzo al brand può cogliere hanno lasciato perplessità tra il pubblico più casual, ma la profondità dei temi trattati è riuscita ugualmente a fare breccia.

Scarlet

Il recentissimo Scarlet segna il ritorno nelle sale di Mamoru Hosoda, pilastro dell’animazione giapponese contemporanea per produzioni quali La ragazza che saltava nel tempo e Wolf Children – Ame e Yuki i bambini lupo. Il film riesce a unire coerentemente uno stile grafico piacevole e una narrazione incalzante ma che non va eccessivamente sopra le righe, marchio fabbrica del regista.

ChaO

Un film che invece vuole chiaramente superare ogni convenzione è ChaO, che vanta uno stile grafico decisamente insolito rispetto alla media, oltre a una trama che ne rappresenta il tappeto perfetto, trattasi della storia d’amore tra l’umano Stefan e la principessa sirena Chao, in un mondo in cui le due specie convivono in armonia.

La varietà dei titoli è testimone dell’innegabile creatività del panorama cinematografico nipponico e, seppur la competizione quest’anno sia più alta che mai, con film della portata mediatica di KPop Demon Hunters e Zootropolis 2, il 2026 potrebbe segnare la consacrazione del paese del Sol levante nel medium.