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Medfilm Festival

‘Un dia bom – A good day’ il senso della quotidianità

Un corto  che invita a rallentare

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um dia bom
Un dia bom di Tiago Rosa-Rosso è al Medfilm Festival .
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António si sveglia e trova una replica esatta di se stesso che galleggia inanimato nella piscina. Senza spiegazioni, lui e la sua famiglia cercano di affrontare la confusione, la diffidenza e il senso di lutto che si insedia tra di loro. Tra assurdità e conflitti, la vita va avanti, indisturbata, come se non fosse cambiato molto.

Un dia bom un racconto intimo e surreale

In Um Dia Bom  il regista costruisce un racconto intimo e minimale che esplora la linea tra la normalità e la malinconia, tra la quiete quotidiana e il bisogno di sentirsi vivi. Un corto che non cerca il dramma, ma osserva il tempo che scorre come se fosse una materia viva.

La narrazione segue una giornata apparentemente ordinaria: una madre, un uomo, una piccola comunità. Nulla di straordinario accade ma  in questo vuoto apparente si nasconde il senso del film: la possibilità che un giorno qualunque possa diventare un “giorno buono”.

Il regista evita eccessi emotivi scegliendo una costruzione sottile fatta di sguardi, pause e piccoli movimenti. Un cinema sospeso dove ogni immagine diventa una finestra da cui guardare un interno.

Estetica e linguaggio visivo

La fotografia è naturale e amplifica il senso di realismo. La luce diventa un personaggio. La regia predilige piani fissi e tempi lunghi, in cui lo spettatore è invitato a osservare: i suoni d’ambiente, le voci, il vento o il rumore dell’acqua , ogni cosa ha un suo ruolo.

Tempo, memoria felicità: questi i temi. Ogni piccolo evento,  un caffè, una telefonata, diventa metafora di aspirazioni esistenziali e di una riflessione sul vivere e sulla capacità del farsi bastare le gioie del quotidiano.

Il non detto e il non mostrato diventano strumenti narrativi potenti in un cinema che non spiega, non chiarisce ma lascia tutto in superficie, così da interpretare come avvertiamo sulla nostra pelle.  Un corto  che invita a rallentare in una società così veloce, a guardare, riflettere e ascoltare. Il “giorno buono” non è fatto di  eventi straordinari ma di piccole cose colte nell’ordinario che diviene lo spettacolo più straordinario a cui assistere.