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Festival di Roma

‘Tempi Nuovi’: special screening alla Festa del cinema di Roma

'Tempi Nuovi' è il film proiettato alla Festa del cinema di Roma martedì 21 ottobre al Museo Maxxi. Il film è diretto da François Caillet e sceneggiatore con Cristina Comencini.

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Alla Festa del cinema di Roma,  Tempi Nuovi, alla maniera di Hard Times di Dickens e Modern Times con Charlot,  è un’epitome lirica del lavoro in uno secolo difficile: il Novecento. Uno sguardo al passato che racconta la condizione operaia italiana e una finestra sul presenta che di quel passato reca le ferite.

Dalla Lorena una storia mineraria

Il film intreccia due fili narrativi: da un lato abbiamo un’opera lirica, composta da Carlo Crivelli che indaga la condizione operaia sulla base del libretto di Valerio Magrelli, dall’altro abbiamo un documentario girato a Villerupt, in Lorena. Una città dal passato profondo, dato il forte flusso migratorio avvenuto nel XX secolo, da parte di migliaia di operai italiani. Passato e presente si intrecciano, e lo fanno attraverso l’arte (l’opera lirica) e il reale (scandagliato dal documentario). Villerupt è una città rimasta ferma nel tempo, con il suo paesaggio bucolico e i suoi colori impressionisti. Oltre ad essere la città natale del regista, a confine tra la Francia e il Lussemburgo, è il cuore di una riflessione sull’operaio novecentesco.  Sotto il vento caldo della sua bellezza pittorica soffia la storia di un’Italia che troppo a lungo non ha potuto raccontare, a cui ora il cinema da voce.

“Tornando in Lorena, nella città dove sono nato, non immaginavo che fosse nato un altro mondo”, ha dichiarato Caillat. La Lorena racconta il passato e contempla i cambiamenti del lavoro sotto il peso dell’Intelligenza artificiale.

Tempi Nuovi

Tempi Nuovi guarda Tempi Moderni

Cambiano i legami sociali, termina un’era ma si è ancora profondamente condizionati dalla precaria condizione in fabbrica e nelle miniere. Gli italiani non hanno dimenticato e il cinema si addentra nelle grotte di chi ha sudato e sofferto per venirne alla luce. Il presente gode della serenità materiale su cui i nostri antenati hanno sempre puntato. Se Charlie Chaplin in Tempi Moderni (1936) avvitava convulsamente bulloni e si faceva ingranaggio umano di una macchina nevrotica e arrivista, la collettività è la protagonista di Tempi Nuovi. Italia e Stati Uniti, hanno conosciuto il medesimo rullo trasportatore, di delusione, rimpianto e fatica, sotto la mano pesante dei potenti.

Arte antica e progresso alla Festa del cinema di Roma

La bravura recitativa degli attori lirici, la fotografia poetica e la brillante sceneggiatura di Cristina Comencini riescono a contemplare un’epoca in profondo mutamento tra l’arte antica della lirica e le nuove prospettive del cinema. Caillat è considerato un “cineasta della memoria” e si fa perfetto interprete di una tematica urgente: “Avevo lasciato una città operaia, il lavoro di ferro e acciaio, i canti dei minatori italiani… Ho scoperto al loro posto finanza e intelligenza artificiale. I discendenti dei minatori sono diventati banchieri e informatici”. Del passato dunque non resta che una leggenda cantata. L’anteprima ufficiale è stata  martedì 21 ottobre alle ore 17.15 al Museo MAXXI, con una seconda proiezione mercoledì 22 ottobre alle 17.00 al Cinema Giulio Cesare.

 

Leggi la nostra intervista al regista François Caillat.

Tempi Nuovi

  • Anno: 2025
  • Durata: 80'
  • Distribuzione: Les Films d'Ici
  • Genere: Documentario, Film essai
  • Nazionalita: Francia, Lussemburgo