Alice nella città

‘Un Sole Bellissimo’: il corto di Gabriele Manzoni ad Alice nella Città

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Il cortometraggio Un sole bellissimo, diretto da Gabriele Manzoni, é prodotto dalla Scuola Nazionale di Cinema (CSC) e selezionato nel 2025 per la sezione “Onde Corte – Concorso Panorama Italia Academy” del festival Alice nella Città.

“Samu e Giosvi camminano sull’orlo dell’età adulta. A Roma li attende un esame, forse una svolta, forse solo un sogno che vacilla tra paura e amicizia.”

Il regista spiega cosa intende raccontare.

«la paura di non essere capiti nemmeno da chi ci conosce da sempre, il peso di aspettative che non abbiamo mai scelto, il sentirsi intrappolati in qualcosa che non ci appartiene».

Un Sole Bellissimo: il racconto di un limbo

Il film si inserisce nel filone del cinema di formazione (coming‑of‑age) affrontando il passaggio all’età adulta, la paura dell’esame, la consapevolezza di sé.
In questo senso, il corto ha il merito di cogliere uno stato d’animo universale (l’attesa, l’incertezza, la pressione) attraversato da qualsiasi giovane-adulto nel periodo fra la scuola superiore ed il mondo lavorativo/universitario.

Ambientato a Roma, la città é vista come luogo non solo fisico ma anche simbolico di esame, passaggio, aspettativa. Il film sfrutta un contesto realistico che può amplificare la tensione fra i due personaggi. La coppia di protagonisti, interpretati da Andrea Galasso e Cesare  Hary, viene descritta  come rappresentata da due amici che camminano “sull’orlo” di un cambiamento.
Il tema centrale, quello dell’attesa di una risposta in riferimento ad un esame, di  qualcosa che può cambiare tutto ma che può anche rivelarsi solo un momento, è ben scelto come motore narrativo. In ogni caso fra la prova d’esame e un’eventuale risposta negativa o positiva vi è un limbo di cui l’unica certezza è che nulla sarà mai come prima, all’esterno e nel cuore dei protagonisti.

Trattandosi di produzione della Scuola Nazionale di Cinema, ci sono elementi tecnici da segnalare: sceneggiatura di Chiara Aversa, Manzoni e Giacomo J. Tato; fotografia di Pietro Gobbi; montaggio di Gianpaolo Pupillo.

Essendo un cortometraggio, lo spazio narrativo è limitato.

Il regista parla di «paura di non essere capiti», «peso delle aspettative», «sentirsi intrappolati in qualcosa che non ci appartiene». Contenuti emotivamente ricchi ma che richiedono una resa che vada oltre la superficie per rendere tangibile la tensione, il silenzio, il non‑detto tra i due amici.

In definitiva, Un sole bellissimo è un lavoro promettente che dimostra consapevolezza tematica e cura formale. Come produzione scolastica di livello avanzato, riesce a trattare un tema che parla alle generazioni in transizione con sincerità.

Per Chi è interessato a racconti di gioventù, amicizia e passaggio all’età adulta e per chi apprezza ambientazioni urbane e intime, con uno sguardo su attese e tensioni interiori.

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