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‘Splinter Cell: Deathwatch’, Sam Fisher debutta sul piccolo schermo

Arriva su Netflix una serie animata tratta dall’acclamato franchise di spionaggio videoludico firmato Tom Clancy

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Splinter Cell: Deathwatch

Splinter Cell: Deathwatch è una serie animata di spionaggio del 2025, ideata da Derek Kolstad, diretta da Guillaume Dousse e distribuita da Netflix. È la prima volta che il franchise di Splinter Cell approda sul piccolo schermo, e già dal debutto ha catturato l’attenzione della critica e dei fan storici. Ma cosa rende questa serie così speciale?

Splinter Cell: Deathwatch – Il punto della storia

A differenza di molti altri adattamenti videoludici, Splinter Cell: Deathwatch si presenta come un vero e proprio sequel canon dell’acclamata saga ideata da Tom Clancy.

Sono passati più di dieci anni dall’ultimo capitolo della serie, e Sam Fisher (Liev Schreiber), dopo gli eventi di Splinter Cell: Blacklist, si è ritirato dalla guida della Fourth Echelon per condurre una vita tranquilla in una fattoria in Polonia. Tutto cambia quando una nuova agente della Fourth Echelon, Zinnia McKenna (Kirby), irrompe nella sua quotidianità, spezzando quella pace appena riconquistata e costringendolo a tornare nei panni della superspia di sempre.

Ancora una volta, alla breccia

La serie si configura come una sorta di legacy sequel stand-alone della celebre saga videoludica. Sam Fisher incarna l’archetipo dell’eroe caduto: anziano, segnato dal tempo e dai traumi, ha tentato di seppellire il proprio passato ritirandosi dalla vita sociale e dall’azione. L’inciting incident principale coincide con l’incontro con Zinnia McKenna, specchio del protagonista: una versione più giovane di lui, costretta a vivere giorno dopo giorno gli stessi traumi che hanno segnato la sua esistenza.

Come in altre narrazioni che fanno del “ritorno dell’eroe” il nucleo dell’azione (si pensi alla prima stagione di The Last of Us, anch’essa tratta da un videogioco) Sam è chiamato ad affrontare non solo le ombre del passato, ma anche la propria perdita di umanità. È attraverso il rapporto con un’altra persona che può riconnettersi con una parte di sé più autentica e giovane.

Noir animato

Lo stile narrativo richiama quello di un noir d’azione contaminato dal gangster movie, una formula già ampiamente esplorata da Derek Kolstad in film come Io Sono Nessuno e soprattutto John Wick, personaggio con il cui protagonista Sam Fisher condivide tratti caratteriali e una backstory simile. Pur essendo un prodotto animato, Splinter Cell: Deathwatch adotta un ritmo riflessivo, vicino a quello dei videogiochi da cui trae origine. Alcuni episodi sono quasi del tutto privi di dialoghi, privilegiando sguardi e azioni.

Si tratta di un esercizio di stile che rallenta consapevolmente la narrazione, valorizzando la naturalezza e il realismo delle sequenze d’azione e dei combattimenti, mai eccessivi e curati fin nei dettagli delle coreografie dei personaggi animati.

Adattarsi

Splinter Cell: Deathwatch si inserisce in un periodo d’oro per gli adattamenti di videogiochi. Successi come The Last of Us e Cyberpunk: Edgerunners, tie-in anime di Cyberpunk 2077, hanno infatti ottenuto riscontri estremamente positivi dalla critica.

A differenza di questi titoli, però, Splinter Cell: Deathwatch, pur volendo proporsi come prodotto autonomo, richiede una conoscenza minima del mondo di gioco e degli eventi passati per essere compreso appieno. La serie presenta una struttura narrativa elegante e personaggi carismatici che richiamano le spy story classiche, ma la storia in sé risulta poco ambiziosa: sia in confronto ai complotti globali di vasta portata che Sam Fisher ha affrontato nella saga videoludica, sia se considerata come opera completamente stand-alone.

Echi

Per chi non conosce il franchise, Splinter Cell: Deathwatch rischia di essere poco coinvolgente e di apparire come una spystory qualunque, poco distinta da altri prodotti simili e popolata da personaggi spesso silenziosi e poco definiti. Per i fan, invece, l’esperienza è diversa: un’avventura più misurata rispetto ai precedenti capitoli della saga, ma costellata di riferimenti al passato. La presenza di Luca Ward, di nuovo voce di Sam Fisher come nei videogiochi, rappresenta una chicca pensata appositamente per gli appassionati italiani.

Dopo oltre dieci anni di attesa, i fan di Sam Fisher possono finalmente ritrovarlo in azione: non più nel mondo videoludico, ma almeno sul piccolo schermo.

Splinter Cell: Deathwatch

  • Anno: 2025
  • Durata: 8 episodi
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Spionaggio
  • Nazionalita: USA, Francia
  • Regia: Guillaume Dousse
  • Data di uscita: 14-October-2025