Arriva per la prima volta in Italia Stardust, il documentario diretto da Jim Venturi e dedicato alla vita e all’opera degli architetti Robert Venturi e Denise Scott Brown, la coppia che ha trasformato per sempre il modo di pensare l’architettura contemporanea. Il film sarà presentato giovedì 16 ottobre alle 19:00 all’Auditorium del MAXXI, con replica venerdì 17 ottobre alle 15:00 al Cinema Giulio Cesare, nell’ambito della XX edizione della Festa del Cinema di Roma.
Fondazione Cinema per Roma
Più di un documentario di settore, Stardust è un viaggio emozionante che attraversa oltre cinquant’anni di visione, battaglie e amore creativo. Diretto con uno sguardo personale e partecipe da Jim Venturi, figlio dei due protagonisti, il film unisce materiali d’archivio, riprese familiari, interviste e una colonna sonora eclettica (da Serge Gainsbourg a Thelonious Monk, fino a Art Blakey e Jim Hall), costruendo un ritratto profondo e umano.
La narrazione segue il legame personale e professionale tra Venturi e Scott Brown, autori di testi rivoluzionari come Complexity and Contradiction in Architecture e Learning from Las Vegas. Il film mostra come la loro visione – fatta di complessità, ironia e dialogo con la vita reale – abbia sfidato il dogma modernista, influenzando radicalmente il pensiero architettonico mondiale.
Stardust i personaggi
Non manca un’attenzione particolare alla figura di Denise Scott Brown, a lungo ignorata dal sistema, come dimostra l’esclusione dal Pritzker Prize del 1991, assegnato solo a Venturi nonostante il lavoro fosse sempre stato condiviso.
Il legame con l’Italia, celebrato anche nel centenario della nascita di Robert Venturi, attraversa il film come un filo rosso: figlio di immigrati italiani con radici in Abruzzo e Puglia, Venturi visse a Roma negli anni ’50 grazie al Rome Prize, esperienza che segnò profondamente la sua poetica architettonica.
Con i suoi 85 minuti di durata, Stardust evita ogni retorica per raccontare la vita reale di due outsider geniali, capaci di trovare grandezza nell’ordinario. Un film che restituisce all’architettura la sua dimensione più umana, fragile e rivoluzionaria.
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