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Teemu Nikki: una personale declinazione dei generi

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Teemu Nikki è un prolifico autore cinematografico e televisivo finlandese. Membro della giuria del Concorso Progressive Cinema alla Festa del Cinema di Roma 2025. Su Iwonderfull è disponibile una retrospettiva molto profonda della sua filmografia.

Cinefilo, appassionato di cinema di genere americano degli anni Ottanta e Novanta inizia la sua carriera con i cortometraggi che invia a vari festival in giro per il mondo dal Sundance (2009 con Kaveri) a Cannes (2019 con All Inclusive).

Ma è con la televisione che riesce ad affermarsi, ottenere consenso e a porre le basi per la carriera cinematografica. Nel 2013 avvia la webserie #Lovemilla: 69 episodi intorno a Milla, una diciassettenne che con le sue amiche trascorre il tempo a discutere di amori, droghe, famiglia e tutto ciò che il mondo di un adolescente vede intorno a sé. La serie avrà tale successo da diventare il secondo lungometraggio del regista suggellandone la carriera.

Alla televisione continuerà sempre a dedicarsi: Nymphs (2014), Sekasin (2016), Mister 8 (2021), Tupa 13 (2023).

Il regista ama definire i suoi film delle “black comedies” ed effettivamente se togliamo dal perimetro i film apertamente adolescenziali come #Lovemilla (2015) e Snot & Splash – Il mistero dei buchi scomparsi (2021), ogni volta le storie declinano in cupa ironia nel corso della storia.

Teemu Nikki: i primi film

3 Volte Simo (2012) è una rocambolesca avventura che ricorda i caper movies dei primi fratelli Coen in cui due ladri maldestri provano a svaligiare le povere case della periferia con il sogno di mettere insieme il denaro per aprire un bar in Thailandia. Peccato che uno dei due protagonisti sia ludopatico e non riesca ad accumulare che debiti, mentre l’altro sia così stralunato da non accorgersene. La cupezza sta nelle conseguenze che i loro comportamenti hanno verso gli affetti delle altre persone coinvolte.

Euthanizer (2017) è, parafrasando le parole di Nikki stesso, la sua personale versione di Clint Eastwood in Ispettore Callaghan: il Caso Scorpio è Tuo. Il protagonista è un meccanico che in un sobborgo finlandese si occupa di uccidere i cani che i padroni non vogliono più. Camere a gas in auto abbandonate o esecuzioni con le pistole sono i sistemi. Ma più che altro a Nikki interessano l’analisi e il castigo della cattiveria che porta i proprietari degli animali a fare quel gesto. Matti Onnismaa, attore feticcio del regista che interpreta Veijo, è stato costruito in questo film come Charles Bronson ne L’Eroe della Strada: “anziani che indossano un bel cappello e parlano poco, lo stretto necessario”.

Distretto 13 nella campagna finlandese

Nimby (2020) è forse il film che più ricorda John Carpenter, l’idolo di Nikki . Stavolta siamo nell’aperta campagna finlandese, qui le differenze culturali stridono ancora di più. I gruppi di estrema destra che già avevano fatto capolino nei film precedenti ora sono organizzati e vogliono destabilizzare il sistema con azioni importanti. La società non riesce o forse non vuole davvero comprenderli. Da una parte ci sono i liberal progressisti, che utilizzano una fabbrica chiusa per mancanza di lavoro come centro di accoglienza per profughi siriani, dall’altra il ceto medio che non si vuole schierare, ma che appoggiato dal pastore locale, preferisce un locale sovranismo al futuro multiculturale. A far scoppiare il caos i giovani skinhead che sono arrabbiati perché poveri, ma anche poveri perché arrabbiati e senza prospettive. In mezzo a questo conflitto Mervi torna in paese per presentare ai genitori la fidanzata Kate. Sa che non sarà facile far accettare la sua relazione lesbica ma non immagina quanto di sepolto e scandaloso i suoi vecchi paesani nascondano per cui il film finisce in una guerra di tutti contro tutti. Una buona parte del film che riecheggia Distretto 13: le Brigate della Morte.

La consacrazione ai Festival

Nel 2021 arriva Il Cieco che non Voleva Vedere Titanic, il film forse della consacrazione di Teemu Nikki. Presentato a Venezia nella sezione Orizzonti Extra, vince il premio del pubblico in una proiezione molto commossa e partecipata. La storia è quella del viaggio di un malato di sclerosi multipla, semiparalizzato e cieco, che da solo vuole attraversare la città per raggiungere una ragazza conosciuta sui social che sta perdendo la voglia di combattere con il suo tumore. Fare questo viaggio è impossibile se non si accetta l’idea che per strada ci saranno solo persone buone e pronte ad aiutare. Ovviamente il viaggio non va come previsto e l’incontro con una nuova faccia della società emarginata finlandese porterà Jakko (Petri Poikolainen) a ingegnarsi e a chiedere pietà. Il film è un tuffo al cuore, un melodramma cupo e serrato con solo l’ironia del protagonista (vero disabile) a bilanciarne il peso.

Il film è l’opera formalmente più sperimentale del regista: girato tutto dalla prospettiva di Jakko, le immagini sono cupe e sbiadite, i personaggi sembrano ombre e alcune dinamiche appaiono di certo oscure. Solo le parole giungono nitide.

Il successo in televisione

Sempre nel 2021 esce per la televisione finlandese la miniserie Mister 8 (Fallo Tutti i Giorni), un progetto a cui il regista tiene in particolar modo. Con la sintassi tipica delle serie, Nikki realizza otto episodi su Maria, un’avvenente amministratrice di azienda che ha un amante per ogni giorno della settimana, un amante che corrisponde a una diversa personalità di giorno in giorno: avventuroso, sportivo, poetico, intraprendente, fragile, familiare, sicuro di sé. Il gioco funziona perché tutti sono partecipi: c’è un contratto che regolarizza tempi e modi di fruizione del tempo di Maria.  Ne escono tutti felici perché, concentrando e limitando a un solo giorno la relazione, ne restano altri sei liberi per attività varie e per attendere il premio settimanale. Quando però arriva Mister 8 (Pekka Strang) il meccanismo si inceppa. I giorni della settimana sono sette, non c’è posto per lui. Oltretutto Mister 8 vuole tutto per sé e quindi cerca di assumere tutte le personalità degli altri per imporsi completamente nel cuore di Maria.

L’aspetto ludico e stuzzicante dura poco in questo piccolo gioco al massacro che non può avere un esito positivo per nessuno. Nikki dimostra una volta di più quanto il formalismo della società finlandese sia a volte più una costrizione che una liberazione.

Gli ultimi film

Con La Morte è un Problema dei Vivi (2023) Temuu Nikki partecipa al Festa del Cinema di Roma e al Festival di Pechino dove ottiene importanti riconoscimenti. Il regista torna programmaticamente al suo genere prediletto, la black comedy. I due protagonisti Risto (Pekka Strang) e Arto (Jari Virman) sono cacciati di casa. Il primo letteralmente perché ludopatico e inaffidabile. Il secondo invece viene isolato perché dopo aver scoperto di avere un cervello più piccolo degli altri viene deriso ed emarginato. Insieme si imbatteranno in un’organizzazione criminale che mette in scena la morte in diretta attraverso la roulette russa. Il film procede alternando drammi familiari e situazioni grottesche. Personaggi bizzarri e disperati.  Un continuo spiazzamento dello spettatore che finisce per metter in scena l’epilogo più amaro della filmografia del regista.

100 Litri di Birra (2024) è l’ultimo film uscito del regista. Di nuovo, è stato presentato a Roma ma soprattutto è stato il maggior successo al botteghino di Teemu Nikki. È stato il film finlandese più visto nell’anno e presto ne verrà realizzata anche una versione negli Stati Uniti. Con questo film la sua regia si declina stabilmente alla commedia. La storia è quella di due sorelle alcolizzate che producono birra artigianale.  Viene dato loro l’incarico di produrre 100 litri di birra per un matrimonio ma purtroppo la birra che esce è così buona che finiscono per bersela tutta. Dovranno ingegnarsi per rimediare in poco tempo al danno. Con questo film Nikki torna a girare in campagna nella sua città natale e affina una volta di più la capacità di toccare le corde giuste dello spettatore.

I generi sono una guida da tradire

Temuu Nikki non ha ancora realizzato il suo capolavoro, ma ha seminato in ogni suo lavoro una poetica ben definita. Storie al limite del surreale, personaggi eccentrici ed esiti imprevedibili. In questo sta la sua particolare rilettura dei generi tesi tutti alla black comedy. A Nikki piace spiazzare tra i generi per non dare allo spettatore punti fissi.

“Il genere è una guida che presto verrà tradita.”

lo spettatore in questo modo non sa mai veramente come andranno le storie. Non si sente mai completamente al sicuro: vedi il finale de La Morte è un Problema dei Vivi.

A parte i lavori televisivi dove i caratteri sono poco più che abbozzati, i suoi personaggi hanno in fondo una grande umanità (Euthanizer, La Morte è un Problema dei Vivi, Il Cieco che non Voleva Vedere Titanic). Vivono in contesti sociali complicati ma non per questo si arrendono. Hanno un loro karma e una loro scala dei valori ma disprezzano tutti la meschinità e la violenza fine a se stessa. Temuu Nikki ha la fortuna di poter lavorare con una cerchia di attori abbastanza limitata, sono attori ma sono anche amici ai quali piace mettersi in discussione con ruoli talvolta scomodi. Il rapporto autore/personaggi, che si traduce in armonia tra regista e attori, è qualcosa che traspare in ogni scena e rappresenta forse uno dei più importanti tratti distintivi di Teemu Nikki.

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