‘All of You’ : il Normal People dei tardo trentenni

Su Apple Tv+ il dramma romantico All of You diretto da William Bridges. Il romantic movie è co-prodotto da Republic Pictures e Ryder Picture Company, e distribuito da Apple. Protagonisti Brett Goldstein, star della serie Ted Lasso che ha scritto il film assieme al regista, e Imogen Poots.

Il TRAILER – All of You

Sinossi – All of You

Quando Laura (Imogen Poots) si affida al suo miglior amico Simon (Brett Goldstein) e ad un test scientifico per trovare la sua “anima gemella”, viene abbinata a un altro uomo, Lukas, con cui costruisce una famiglia. Nonostante ciò, il legame con Simon resta forte e irrisolto, portando entrambi a chiedersi se l’amore vero sia quello che scegli o quello che il destino ti assegna.

La vita (im)perfetta – All of You

In All of You i due protagonisti, Simon e Laura, sono imprigionati, parafrasando il maestro Ingmar Bergman, da un continuo e tortuoso dilemma: essere e non sembrare d’essere. Entrambi espongono tale dualità nelle loro azioni, segrete ma che mantengono viva la fiamma dell’amore, e nell’apparenza di una vita che deve rimanere quanto più vicina all’inganno e all’immobilità. Tale staticità la si evince nel personaggio della Poots poco restia a interrompere una vita idealizzata nel suo presente senza darsi la possibilità di amare, nell’ipotetico futuro, l’alterego di Goldestein.

Quest’ultimo impersonifica Simon come richiede la tradizione dei racconti romantici dell’ultimo decennio, pietrificato dalla paura di non bastare mai ad una rappresentazione femminile indecisa ma nel contempo ago della bilancia della relazione.

Il film gioca continuamente con una narrazione frammentata nel tempo e nei decenni, dinamica e che rende il dramedy simile ad uno dei caposaldi seriali contemporanei: Normal People.

Una love story scandita dal tempo

Pur diversi per personalità ed età da Marianne e Connell, Simon e Laura, cosi come la trasposizione di Sally Rooney, rincorrono ferocemente un istinto morboso: appartenersi senza se e senza ma. Difatti è il tempo che distribuisce la loro relazione. Laura si sposa e mantiene il proprio matrimonio, Simon passa da un rapporto ad un altro. Ed ambedue nelle gite estive e negli chalet invernali, formano e mantengono nella loro relazione segreta quel sogno disperato di amarsi e di essere anime gemelle. Le cose, come si vedrà nel film, non vanno come vorrebbe Simon ma come pretende la parte razionale di Laura, legata all’impegno dell’algoritmo più che al suo disfacimento.

Ma mentre Normal People frammenta il tempo dell’amore con una decostruzione del linguaggio, All of You si accontenta di mettere in ordine ( abbastanza frettolosamente) eventi lineari e sintetici che riassumono una vicenda molto più in linea con narrazioni standard alla One Day. È in questa ordinarietà del racconto che il film Apple è latente, accontentandosi di una consequenzialità che vive di incontri fugaci più che di movimenti drammaturgici.

La falla Black Mirror

Il meccanismo insito nelle controversie amorose tra Simon e Laura viene azionato da un test scientifico che mira ad attribuire per ogni “paziente” la propria anima gemella. Ma che fare nel caso dei protagonisti che sono già stati scelti dal destino? All of You capovolge il sistema Black Mirror, opponendosi all’elemento sci-fi del film a favore di un processo animato dal potente discorso romantico. Contrastando le leggi della tecnologia e dell’attribuzione tecnica dell’algoritmo, il film convince nella propria opposizione ai numeri, al freddo calcolo matematico.

La falla in questione è il liberare i protagonisti dall’essere relegati al principio secondo il quale “una macchina” dovrebbe condizionare la ricerca della loro felicità amorosa. Lo si vede per tutto quanto il film; più Laura spinge Simon ad affidarsi alla scienza dell’amore, e più i loro destini si incrociano, combattendo tale selezione tecno-emotiva. All of You vince ed emerge nella sua anarchia rispetto al nuovo medium dittatoriale dei sentimenti, liberandoli dalla gabbia tecnologica. Un po’ come Her di Spike Jonze, la scrittura del duo Bridges/Goldstein si ribella all’idea che il romanticismo possa perdere, mediante il mezzo tecnologico, il suo libero arbitrio, evidenziando la falla e distruggendola.

Amarsi è lasciare andare

Il concetto di storia è legato, indissolubilmente, a quanta spinta propulsiva gli eventi riescono a dare. E nella relazione tra Simon e Laura, è il terzo atto ad essere interessante. È in questa parte della narrazione, infatti, che il ritorno coincide con un nuovo inizio e questo con una nuova conflittualità. Il prendersi e rilasciarsi dei protagonisti combacia con la loro voglia di non lasciarsi andare ma nella consapevolezza che un finale giusto per la loro storia, è fatalmente una non conclusione. Una fine non scontata, e che impedisce il lieto fine, mancato e ben potenziato da un climax inaspettato ma pieno di simbolismo.

La fine o l’ennesimo ritorno?

Così alla domanda del principio “potranno iniziare una vita insieme alla luce del sole?”, il film risponde con un secco no. Una negazione che racchiude la forza di un amore che finalmente si slega dal sogno utopistico di una vita insieme, dandoci una separazione, un traguardo inevitabile per due amanti che si sono amati cosi tanto, impersonificando a loro modo una relazione tossica. Lo dice perfino Simon “ Per me sei come l’eroina, non ne posso fare a meno”, il partner che tra i due è più visceralmente compromesso dall’amore ed emotivamente rassegnato all’inevitabile.

In questa parte conclusiva di All of You assistiamo al cinismo di una fine che è davvero fine, e al potere stesso del cinema. Il quale mancando in questo caso specifico di una risoluzione, spinge l’immaginazione dello spettatore a guardare oltre il finale del film. Verso un ennesimo, ipotetico, e sperato ritorno.