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Sentiero Film Factory e ShorTo: intervista con la giurata Elena Ciofalo

Qualche domanda a una delle giurate di Sentiero Film Factory 2025, tra cortometraggi e riflessioni

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Si è conclusa la quinta edizione di Sentiero Film Factory e, per un bilancio completo, dopo aver parlato con gli organizzatori, abbiamo fatto alcune domande anche a una delle giurate, Elena Ciofalo. Insieme a Blu YoshimiChiara DaineseElena Ciofalo ha guardato, studiato e osservato i titoli del festival con un occhio particolare, anche perché presente non solo nelle vesti di giurata, ma anche in quelle di selezionatrice…

Prima di Sentiero Film Factory: Elena Ciofalo e ShorTo

All’interno di Sentiero Film Factory sei stata una delle giurate (giuria tutta al femminile), più legata al mondo della produzione e in particolare a ShorTo. Che cos’è ShorTo?

Per spiegarti ShorTo e tutto il resto devo fare un passo indietro. Bisogna partire dal Centro nazionale del cortometraggio, di fatto il principale progetto di un’associazione che si occupa di cinema che si chiama AIACE (Associazione Italiana Amici Cinema d’Essai), che è un’associazione nata nel 1962. Dal 2007 il progetto principale dell’associazione è diventato il Centro Nazionale del Cortometraggio, che è stato appunto fondato nel 2007.

Il centro agisce come le agenzie di promozione in Europa per la promozione dei corti italiani all’estero. Sebbene siamo in realtà indipendenti, è di fatto un’associazione culturale, che però negli anni si è costruita una certa autorevolezza con partner e collaboratori in tutto il mondo. Quindi ci occupiamo di promozione dei corti italiani all’estero, abbiamo anche un archivio sia di cortometraggi su supporti analogici e digitali, sia di materiali cartacei collegati, quindi cataloghi, pubblicazioni di cui ci siamo occupati, etc.

Ultimo, ma non per importanza, dal 2016 organizziamo a Torino quello che è nato come Torino Short Film Market e che adesso si chiama Short Film Market.

Crediti foto: .COM di davide clivio

Per riprendere il filo, quindi, l’ente promotore, il cuore, il motore delle attività è il Centro Nazionale del Cortometraggio che si esplica in tutta una serie di attività, eventi, iniziative, progetti, alcuni continuativi nell’arco dell’anno, legati alla promozione internazionale di titoli e altri invece più verticali, come, per esempio, ShorTo, appunto, che quest’anno si tiene il 24 e il 25 novembre nel contesto di TFI -Torino Film Industry. Sarà una extended edition nella misura in cui ci saranno delle attività leggermente prima e leggermente dopo, quindi dei prequel e dei sequel nei mesi stessi di novembre e dicembre, però l’edizione di per sé che si tiene ormai da parecchi anni al circolo dei lettori è prevista il 24 e il 25.

(Qui tutte le info su ShorTo)

Di cosa ti occupi nello specifico? Qual è il ruolo di Elena Ciofalo all’interno di questo mondo?

Per quanto riguarda me nello specifico sto dirigendo le attività del centro nazionale del cortometraggio con una riorganizzazione strategica che riguarda tutte le attività. E, per questo, approfitto di questa intervista per citare un’altra opportunità Industry legata al mondo professionale che è attualmente in corso. Si tratta di una call che noi gestiamo per l’Italia, ma che in realtà è una call europea indetta dal Festival International du Court Métrage de Clermont-Ferrand, che è il principale festival al mondo dedicato al cinema breve, per cui noi come centro del corto siamo corrispondenti per l’Italia. Il che vuol dire che promuoviamo, raccogliamo, selezioniamo il progetto che poi viene sottoposto a chi di dovere. Per avere maggiori informazioni gli interessati o le interessate possono rivolgersi direttamente a noi, anche se comunque sul sito del Centro ci sono tutte le risposte alle domande. La scadenza è prevista per il 20 ottobre.

È un percorso di mobilità legato a 5 team che si candidano per Euro Connection e che comunque li porta a Clermont-Ferrand facendo proprio una mobilità professionale. Si tratta di un’esperienza, un percorso che dura 6 mesi dove c’è un momento di pitch pubblico e un momento di esperienza di mobilità di visitor program con pitch workshop a Clermont-Ferrand stesso. La call Euro Connection è sicuramente un’occasione sia per candidarsi a Euro Connection, quindi al pitching forum europeo che si tiene a Clermont, sia per darsi la possibilità di accedere a questo percorso di mobilità professionale che curiamo noi come centro.

Ovviamente il Centro del Corto fa anche una serie di altre attività nell’arco dell’anno legate alla promozione di titoli, ma anche in qualche modo alla promozione internazionale, al comparto di internazionalizzazione dei professionisti italiani che si cimentano nel corto e che intendono farlo con una dimensione internazionale.

Un legame speciale

Alla luce di quello che mi hai detto mi sembra si possa affermare che Sentiero Film Factory, al di là del tuo ruolo da giurata in questa edizione, si lega bene a questi progetti perché mi sembra vada proprio nella direzione di quello di cui mi hai parlato. Non lavora solo in un contesto di festival o comunque di una cosa sola, ma di tante cose insieme, tra laboratori, eventi, incontri. C’è, quindi, un legame molto stretto.

Sentiero Film Factory è una delle realtà che in Italia si occupa con questa dimensione orizzontale, e anche capillare, quindi da tanti punti di vista del cortometraggio e della dimensione del cinema breve. Questo chiaramente ci ha portato a seguirli come Centro del Corto e seguire le loro attività. Da quando io ho iniziato a occuparmi della riorganizzazione strategica del Centro (dal 2024) sono subito entrata in contatto con loro, anche se eravamo già in contatto immaginandoci cosa poter fare insieme. Perché con Sentiero la dimensione della Factory riassume bene le attività diffuse che loro intendono fare ed è una cosa che a noi come Centro e come visione piace molto. Con loro condividiamo molto e per fare non solo rete, ma anche mettere a disposizione attenzione, risorse ed energie, tempo e programmi congiunti per promuovere le loro attività ben venga questa collaborazione.

Proprio in quest’ottica puoi approfondire il legame tra ShorTo e Sentiero Film Factory?

ShorTo ha un cuore pulsante costituito dai progetti di corti in sviluppo che vengono presentati sotto forma di pitch. Sono in qualche modo la linfa vitale intorno alla quale noi creiamo un ecosistema di produttori e distributori che sono interessati ad acquisire o sviluppare o a collaborare con progetti in embrione, con realtà che si occupano di progetti anche con questa visione internazionale. In questo contesto le pitching session di quest’anno di ShorTo saranno quattro e si caratterizzano tutte per modalità diverse di costruzione.

Quest’anno siamo andati a Cannes, in Kosovo, andremo a Vilnius, siamo stati a Sentiero e siamo andati a Trieste perché in tutti questi posti si svolgono dei pitching training di cui noi selezioniamo il nostro best of in una sessione che si chiama You Only Pitch Twice, appunto, per portare i pitch che abbiamo visto di nuovo sul palco del nostro market e dare loro nuove opportunità e risorse per crescere.

Io a Sentiero Film Factory sono in rappresentanza del Centro e di ShorTo proprio per selezionare progetti da portare con noi.

Il compito di Elena Ciofalo

Quindi sei in doppia veste, non solo giurata ma anche selezionatrice.

Praticamente sì. Se vogliamo semplificarla, in veste di ShorTo io seleziono uno dei progetti di Sentiero Film Lab. In veste del Centro del Corto, invece, sono nella giuria del concorso internazionale insieme alle eccellenti co-giurate Blu Yoshimi e Chiara Dainese con cui abbiamo fatto un lavoro di visione, condivisione e valutazione dei corti del concorso.

Per me è (stata) un’occasione utile e preziosa anche perché noi come Centro del Corto facciamo un po’ di attività-osservatorio di quelle che sono le produzioni di corti italiani e internazionali correnti. La dimensione di scouting per noi è fondamentale. Il mio collega Alessandro Giorgio è storico programmer del Centro del Corto, colui che possiede conoscenze, competenze, visione anche a lungo termine. Di fatto è colui che ha osservato cambiare il settore, fondamentalmente guardando film in una mole consistente. Le giurie sono occasioni per entrare in contatto con la dimensione di promozione cinematografica. Fare rete naturalmente con le stesse co-giurate e entrare nelle dinamiche di funzionamento culturale, se vogliamo chiamarlo così, di Sentiero Film Factory è importante.

Com’è stata l’esperienza di giurata?

L’esperienza in sé è stata decisamente costruttiva, anche perché i profili di noi giurate sono molto complementari. C’è Blu che viene dal mondo della recitazione, Chiara che è nel mondo del montaggio e io che vengo più da una dimensione di management culturale legata al centro e di produzione. Punti di vista molto complementari che poi chiaramente si sono andati a incontrare, più che scontrare, sui titoli che poi abbiamo selezionato.

La sfida aggiuntiva è stata che Sentiero Film Factory non prevede la semplice vittoria di un solo titolo, ma ha una serie di premi che riguardano vari aspetti e varie dimensioni dei corti, legati alla sceneggiatura, alla colonna sonora, al montaggio. Sono le categorie dei premi, oltre che miglior film e miglior regia, che ci hanno messe in una condizione non solo di valutazione e selezione, ma anche di scelta su cosa meritasse di più quel particolare aspetto, quel particolare premio. È stato un percorso condiviso, pur con idee abbastanza differenti, nel senso che chiaramente ciascuna porta la sua visione, le sue preferenze, però speriamo di aver fatto bene.

La giuria e quindi in questo caso io in quanto giurata intervengo anche per mettere la mia sensibilità e il mio punto di vista all’interno di quelle che poi sono le scelte premiali tra i titoli. Quindi la pluralità e anche l’attenzione rivolta a titoli meno noti che hanno girato meno i circuiti dei festival si coniuga poi con il lavoro di giuria, che naturalmente tiene conto di questa dimensione.

Il cortometraggio nel 2025

Visto che in questo contesto soprattutto sei una selezionatrice, hai notato a livello generale un’evoluzione o un cambiamento nei cortometraggi? C’è, per esempio, secondo te, un tentativo di adattarsi a ciò che ci circonda? Mi riferisco all’utilizzo di mezzi nuovi (l’AI su tutti), ma anche il tentativo di andare incontro alle esigenze del pubblico.

Sicuramente è una domanda complessa, più che altro perché non ha una risposta assoluta.

Quello che sicuramente posso dirti è che ormai, al netto di Sentiero Film Factory, il corto è un po’ una sentinella di tante correnti che magari poi si instaurano all’interno di cinematografie più complesse, più così omogeneamente caratterizzate. Quindi quello che succede con una certa sistematicità è che il corto, sia in termini di contenuti che in termini di linguaggi, molto spesso contiene degli elementi che poi andiamo a vedere più cresciuti e più organici all’interno di cinematografie più ampie.

In questo senso la selezione di Sentiero è stata anche abbastanza eterogenea, nel senso che ha spaziato da contenuti più sperimentali a contenuti più narrativi, di stampo documentaristico per, magari, progetti di lungometraggio.

Poi c’è da dire che Sentiero si svolge all’interno di un quartiere, che è un organismo pulsante, fatto di una serie di pubblici.

Una sfida, ma anche un modo nuovo e diverso di vedere il cinema.

Sì, e mi verrebbe da dire Viva Sentiero e viva la sua visione delle cose. Mi sento di dirlo perché è una cosa che all’interno dello staff del centro abbiamo sempre condiviso. Io, in quanto operatrice che osserva una realtà culturale, sono colpita dalla capillarità e dalla distribuzione temporale delle attività di Sentiero che ne fa anche un soggetto, un organismo culturale interessante. Nel senso che all’interno di Sentiero Film Factory il cinema è mezzo, in alcuni casi protagonista, in alcuni casi vettore. Lo è in un arco di tempo esteso e con target, con pubblici, con scopi differenti. E questo è importante per una realtà culturale. E parlo di attività culturali e non cinematografiche proprio perché c’è un’osmosi che secondo me ci deve essere sempre di più, tra quelli che sono i settori, le arti, che si rapportano con un territorio, con una comunità, con un tessuto di pubblico.

È bello questo legame tra la tua realtà, quella che rappresenti, e Sentiero.

Diciamo che ShorTo è il primo ponte. C’è un ponte tra ShorTo e Sentiero Film Lab, ma più in generale un ponte tra Centro del Corto e Sentiero Film Factory come organismo.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli

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