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‘Family dinner’: il cibo come espediente disturbante

Un horror psicologico apparentemente innocuo ma che si rivelerà profondamente disturbante

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Family Dinner, opera prima del regista austriaco Peter Hengl, si distingue per la sua capacità di trasformare un contesto apparentemente innocuo in un’esplorazione disturbante delle ossessioni umane, del controllo e delle dinamiche familiari disfunzionali. Con un budget di 1,5 milioni di euro e girato in soli 25 giorni tra Vienna e la Bassa Austria, ha un’impronta unica che ruota attorno al cibo come metafora di potere, sacrificio e purificazione. Non è un horror per chi cerca spaventi immediati o sangue a profusione. Il terrore è lento e viscerale. Si nutre di silenzi, sguardi e un senso di disagio che cresce come un’indigestione.

Personaggi psicologicamente disturbati

La storia segue Simi (Nina Katlein), un’adolescente di 15 anni in lotta con il proprio peso e le insicurezze che ne derivano, che decide di trascorrere le vacanze di Pasqua nella casa di campagna della zia Claudia (Pia Hierzegger). Claudia è una nutrizionista di successo e autrice di libri sulla salute. Simi spera che la zia, con la sua disciplina ferrea e il suo carisma, possa aiutarla a perdere peso. Tuttavia, quello che inizia come un weekend di consigli dietetici si trasforma in un incubo di controllo ossessivo, digiuni estremi e rituali familiari inquietanti. Ad accompagnare Claudia ci sono il suo compagno Stefan (Michael Pink), un uomo enigmatico con un’aura di minaccia contenuta, e il figlio adolescente Filipp (Alexander Sladek), un ragazzo disturbato che alterna momenti di fragilità a comportamenti ostili. La casa, isolata e immersa in un paesaggio rurale austriaco, diventa un personaggio a sé, con le sue stanze buie e l’atmosfera opprimente che amplifica il senso di claustrofobia.

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Il cibo come fulcro narrativo e la pasqua come simbolo di resurrezione

Il film si sviluppa come un lento crescendo, dove il cibo – o la sua assenza – diventa il fulcro narrativo. Le cene, i digiuni imposti e i rituali legati alla Pasqua assumono sfumature sempre più sinistre, evocando un misticismo pagano che si intreccia con il fanatismo moderno per la “purezza” del corpo. Il climax rivela la vera natura della “famiglia” e delle sue tradizioni, in un’escalation che mescola orrore psicologico e fisico in modo tanto coerente quanto disturbante.

Family Dinner brilla per la sua capacità di usare il cibo come lente per esplorare temi complessi. Il controllo del corpo, specialmente quello femminile, è al centro del racconto. Simi è intrappolata tra le aspettative sociali, le insicurezze personali e la disciplina draconiana di Claudia, che trasforma la dieta in una forma di culto. Il film evita però di cadere in cliché moralistici sul body shaming, scegliendo invece di mostrare come l’ossessione per la “perfezione” fisica possa diventare una prigione psicologica e, in questo caso, qualcosa di molto più pericoloso.

La Pasqua, con il suo simbolismo di sacrificio e resurrezione, permea il film a livello narrativo e visivo. Hengl ha dichiarato di essersi ispirato alle tradizioni austriache e al folklore locale. Il rituale della cena viene utilizzato come un’eco distorta dell’Eucaristia, dove il cibo non è solo sostentamento ma un mezzo per esercitare potere e manipolazione. La casa stessa, con i suoi interni minimalisti e le tonalità fredde, riflette l’isolamento emotivo dei personaggi, mentre la fotografia di Gabriel Krajanek enfatizza i contrasti tra la bellezza del paesaggio rurale e l’orrore che si consuma al suo interno.

Nina Katlein nei panni di Simi

Tra ritmo lento, dialoghi essenziali ed interpretazioni straordinarie

Hengl dimostra una sorprendente padronanza del mezzo per essere al suo esordio. La regia è misurata, con un ritmo volutamente lento che permette al disagio di accumularsi gradualmente. La tensione non deriva da jump scare, ma da dettagli sottili. Un coltello da cucina lasciato in vista, un silenzio prolungato durante una cena, uno sguardo di Claudia che passa dall’empatia alla freddezza in una frazione di secondo. La colonna sonora di AnnenMayKantereit, minimalista ma inquietante, amplifica l’atmosfera senza mai sovrastare le immagini.

Il film si avvale di una sceneggiatura (scritta dallo stesso Hengl) che privilegia i dialoghi essenziali e carichi di sottintesi. Le interazioni tra i personaggi sono permeate da una tensione costante, con battute che oscillano tra il banale e il minaccioso.

Il cast è un punto di forza assoluto: Nina Katlein, al suo debutto cinematografico, offre una performance straordinariamente autentica come Simi. La sua vulnerabilità, mista a una determinazione crescente, rende il personaggio tridimensionale e facile da sostenere, anche quando le sue scelte sembrano ingenue. Pia Hierzegger, veterana del teatro austriaco, è semplicemente magnetica come Claudia: il suo carisma nasconde una freddezza calcolatrice che rende ogni sua scena un gioco di ambiguità. Michael Pink e Alexander Sladek, nei ruoli di Stefan e Filipp, completano il quartetto con interpretazioni che bilanciano minaccia e fragilità, mantenendo lo spettatore in costante incertezza sulle loro vere intenzioni.

Un esordio di Peter Hengl che promette bene

Family Dinner è un esordio potente che dimostra il potenziale di Peter Hengl come autore di horror psicologico. L’orrore psicologico è costruito con maestria, attraverso dettagli visivi e sonori che creano un senso di inquietudine pervasiva. E’ un film che richiede pazienza e un gusto per l’orrore che si insinua lentamente. Ma per chi sarà disposto ad immergersi nella sua atmosfera, verrà travolto da un’esperienza disturbante e memorabile. È un horror psicologico che ti fa guardare il piatto davanti a te con sospetto, chiedendoti cosa si nasconda davvero dietro una semplice cena in famiglia.

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Family Dinner

  • Anno: 2022
  • Durata: 97'
  • Distribuzione: Prime video
  • Genere: Horror psicologico
  • Nazionalita: Austria
  • Regia: Peter Hengl
  • Data di uscita: 10-June-2022