Biennale del Cinema di Venezia

‘How to shoot a ghost’ Kaufman riflette sulla mortalità e sul destino

How to shoot a ghost di Charlie Kaufman è stato presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

Published

on

Presentato in selezione ufficiale, fuori concorso all’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, How to shoot a ghost riporta una delle personalità più affascinanti e geniali di sempre dietro la macchina da presa. In questa occasione, a distanza di due anni dal precedente cortometraggio, Jackals  FirefliesCharlie Kaufman risceglie la struttura (e la durata) di un cortometraggio per raccontare una storia di grande intensità e poesia. Jessie Buckley presta il volto a uno dei due protagonisti, rivelandosi ancora una volta un valore aggiunto imprescindibile.

How to shoot a ghost | La trama del cortometraggio diretto da Charlie Kaufman

Una fotografa (Buckley) e un traduttore (Josef Akiki) si ritrovano per le vie di Atene una mattina, in seguito alla loro volontaria dipartita notturna. Sconosciuti l’una all’altro, ma legati dall’essere stati sempre degli esclusi nella vita, i due osservano ciò che li circonda con uno sguardo nuovo, con una prospettiva differente. Spettatori ma al tempo stesso partecipi delle esistenze altrui, riflettono sulla bellezza di un mondo di cui non si sono forse mai sentiti parte e che li ha portati a un gesto estremo.

Il colore della verità cambia come il colore di un fantasma nella luce.

Tra ricordi e istantanee, i protagonisti compiono un viaggio. L’aldilà appare tangibile e attraente, popolato di cose reali e comuni, che acquistano diversi significati e valori. Una volta che la distanza comincia a fare effetto, la pace cala su chi ha sofferto e può finalmente sentirsi libero.

Strati di lettura attraverso una serie di polaroid

How to shoot a ghost è un’opera che è difficile non descrivere come suggestiva e poetica. Ogni singola inquadratura possiede una forza intrinseca, che proviene dall’interno e non dalla pura superficialità. Con il desiderio di raccontare la mortalità umana, Kaufman e il suo team – tra cui vanno citati Eva H.D., autrice della sceneggiatura e voce narrante, il direttore della fotografia Michał Dymek e i montatori Robert Frazen e Jon Daniel – realizzano un piccolo capolavoro. Non a caso la stessa Biennale di Venezia lo ha scelto nella sua selezione ufficiale di cortometraggi.

Anche l’oscurità è come luce.

I due protagonisti riflettono un’umanità ormai priva di ancore, di amore, di attenzioni. Un’umanità costretta a sopravvivere più che vivere, sebbene intorno sia circondata di bellezza. Come il mare o il marmo. Una serie di polaroid immortala figure che via via incontrano per strada e che conducono a una riflessione profonda sul destino e sulla storia. La scelta di ambientare il racconto ad Atene dà poi un altro spunto di lettura, considerandone le vicende che l’hanno coinvolta e caratterizzata nel corso del tempo.

Lungi dal parlare banalmente di fantasmi, How to shoot a ghost lavora a un livello più sotterraneo, inconscio. Grazie a una regia discreta ma potente, a una musica presente ma non ingombrante, il documentario crea un’atmosfera che avvolge ed emoziona. A cui danno manforte le delicate e magnifiche prove attoriali.

‘How to Shoot a Ghost’ di Charlie Kaufman mostra il trailer in vista della première a Venezia

*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

Exit mobile version