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‘Pomodori verdi fritti alla fermata del treno’: la forza di Towanda

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“Ci sono persone magnifiche su questa terra, che se ne vanno in giro travestite da normali esseri umani.”

Pomodori verdi fritti alla stazione del treno, diretto da Jon Avnet, è basato sul romanzo corale di Fannie Flagg e Carol Sobieski: Fried Green Tomatoes at the Whistle Stop Cafe. Questo capolavoro del 1991 ci trasporta nel profondo sud degli Stati Uniti. Qui, le vicende di due donne straordinarie, Idgie Threadgoode e Ruth Jamison, si intrecciano in un racconto indimenticabile. Le musiche di Thomas Newman, con le sue melodie evocative aggiunge un ulteriore strato di profondità emotiva al film.

Il cast include Kathy Bates, Mary Stuart Masterson, Mary-Louise Parker, Jessica Tandy, Cicely Tyson e Chris O’Donnell.

 

Le anime del racconto:

Il film intreccia due linee narrative che si svolgono in epoche diverse ma che si influenzano reciprocamente.

Evelyn e Ninny

La prima, ambientata negli anni ’80, ci porta nella vita di Evelyn Couch (Kathy Bates), una donna di mezza età gentile ma remissiva, sopraffatta dal suo ruolo di moglie dedita al marito Edd. Evelyn vive una quotidianità in cui i suoi desideri e la sua individualità sembrano svanire di fronte agli interessi del marito, che la considera al pari dei piatti che lei gli cucina. I suoi tentativi di riaccendere la passione nel matrimonio, attraverso corsi dedicati alle donne, si scontrano con l’indifferenza di Edd, più interessato al cibo e allo sport in televisione. Tutto cambia quando Evelyn incontra Ninny Threadgoode (Jessica Tandy) durante una visita alla casa di riposo in Alabama dove vive la zia di Edd. Evelyn, non essendo gradita all’anziana zia, attende nel salotto della struttura dove viene avvicinata da Ninny che inizia a raccontarle la storia di Idge Threadgoode.

Idgie e Ruth

La seconda linea narrativa ci porta negli anni ’20, nella vita di Idgie e Ruth. Idgie (Mary Stuart Masterson) è sempre stata diversa, fuori dagli schemi, legatissima al fratello Buddy (Chris O’Donnel) – l’unico che riuscisse a farla ragionare quando le regole le stavano troppo strette. La vita della piccola Idgie cambia radicalmente quando Buddy muore davanti a lei e la fidanzatina Ruth (Mary-Louise Parker). Devastata dal dolore, Idgie si chiude in se stessa. Nel 1932 Ruth, su richiesta della famiglia Threadgoode, interverrà per cercare di riportare Idgie alla vita. Tra le due si istaura un fortissimo legame, nonostante le loro profonde differenze: Idgie è l’Amalia api, è “Towanda la giustiziera persecutrice degli oppressori” ed è scontrosa. Ruth è praticamente l’amore fattosi corpo, ma è sottomessa ai doveri imposti dalla società. Insieme, non possono fare altro che imparare l’una dall’altra e salvarsi vicendevolmente. Le due aprono il Whistle Stop Café vicino la ferrovia. La specialità del Cafè è il barbecue con contorno di pomodori verdi fritti (ovviamente).

È interessante notare come una delle differenze più significative tra il film e il libro risieda proprio nella rappresentazione della relazione tra Idgie e Ruth. Nel romanzo la loro storia d’amore è esplicita, mentre nel film è stata trasformata in una profonda amicizia.

Idgie: il deus ex machina e la ribellione di Evelyn

Idgie è il deus ex machina di tutta la narrazione. È la sua forza che a distanza di anni muove Evelyn a ribellarsi cercando la Towanda che è dentro di sé. È il coraggio indomito di Idgie, la sua capacità di sfidare le convenzioni e di lottare per ciò in cui crede, a ispirare Evelyn a riappropriarsi di ciò che non sapeva di poter controllare: il proprio corpo e il proprio spazio. Pomodori verdi fritti alla fermata del treno è, tecnicamente e concettualmente, un film sui corpi e sullo spazio che occupano. Tecnicamente perché sono rare le inquadrature in cui non ci sia un corpo che agisce, anche solo esistendo o morendo. Concettualmente perché ogni corpo presente sulla scena agisce integrandosi oppure opponendosi allo spazio che la società gli concede. I luoghi aperti, simbolo di libertà, sono solamente per Idgie; Ruth li attraversa con una leggerezza eterea; Evelyn li pretende rompendo un muro della propria casa, per poi ricostruirlo quando trova lo spazio dentro se stessa. Ninny, dal canto suo, ha lo spazio sconfinato dei ricordi.

L’invisibilità rivelata

Tutti i personaggi principali sono sottoposti a un certo grado di invisibilità. Sono discriminati perché donne di qualsiasi età, perché omosessuali, perché neri, perché vagabondi, perché disabili e perché poveri. Ognuno di loro dimostra che essere visti per ciò che si è realmente sia essenziale per esistere. Ruth ha questo compito più di chiunque altro. Il suo sguardo è profondo e assoluto.

Pomodori verdi fritti alla fermata del treno mostra come le vite più marginalizzate abbiano un valore intrinseco e una forza inaspettata. Questo capolavoro cinematografico non è solo un racconto di amicizia e ribellione, ma un inno alla dignità umana e alla capacità di trovare la propria voce, anche quando il mondo sembra volerla soffocare.

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