Il Concorso Pesaro Nuovo Cinema presenta al pubblico il pregevole lavoro del regista e artista multidisciplinare francese. Il cortometraggio The Orchards (già in Forum Expanded alla Berlinale 2025) ricostruisce la drammatica vicenda del quartiere Al Basateen, emblema della dittatura di Bashar al-Assad.
Damasco, 2015: Basateen al-Razi e i suoi frutteti vengono rasi al suolo quale atto di rappresaglia ad una pacifica contestazione della popolazione contro il regime. Due ex residenti ricordano gli olivi, i melograni, i gelsi che popolavano i floridi orti casalinghi ormai fatalmente perduti.
Basim e Anas, testimoni e abitanti di Al Basateen, ci guidano con la voce e le mani nel racconto di una distruzione pianificata. La lente della moderna urbanizzazione ha dato vita alla amorfa, moderna e senz’anima, Marota City. Contrasto accentuato dal progetto del regime, quelle mappe della nuova città disponibili in rete che Antoine Chapon ‘manipola’ ed utilizza per svelare l’inganno.
Una suggestione metafisica
I cori pro-rivoluzionari, l’ ‘odore’ del sangue degli innocenti uccisi dai proiettili del regime, il grido di dolore per le case e gli alberi abbattuti viene ‘rivelato’ dai modelli in 3D delle nuove costruzioni, che si sollevano dalla superficie di Marota City, lasciando all’immaginazione la ricomposizione di un paesaggio altro, della sua verità. Una specie di miraggio in cui gli abitanti di Al Basateen e noi che assistiamo, veniamo coinvolti. Un miraggio reso ipnoticamente da una costruzione che non si alimenta solo del visivo e delle sue tecniche di animazione. C’è la forza della parola, un fuoricampo che guida le traiettorie, le congiunge.
The Orchards è stato realizzato prima della caduta del regime di Assad. Tutta la sua costruzione ed elaborazione non poteva prescindere dalla tutela dei Siriani coinvolti. I loro corpi, di spalle, i loro volti mai mostrati sono il segno tangibile di una scelta obbligata ma estremamente efficace, narrativamente. Le mani che toccano la cartina della loro felice oasi di vita che era Al Basateen rimarcano ancora più profondamente lo sradicamento della tradizione, del cuore pulsante di un popolo. Staccato da un pezzo di vita che si frappone ai loro corpi, impresso solo in quella mappa e nei ricordi.
Antoine Chapon, anni prima studente alla Scuola Superiore di Scienze Sociali di Parigi, da sempre è stato politicamente attratto da ciò che accadeva in Siria, rimanendone scosso. L’incontro e l’amicizia con chi ha vissuto in quel Paese lo ha portato a conoscere il segreto di Marota City e i testimoni di ciò che è accaduto.
The Orchards si riappropria dello strumento di propaganda ‘manipolando’ le mappe della città, rivestendo i palazzi in rendering dei graffiti della rivoluzione siriana e dell’amato cactus, radicato nel terreno da 200 anni, nel tempo infinito anteriore al governo di Assad.
Antoine Chapon, classe 1990, è un regista e artista multidisciplinare francese. Il suo visivo ibrido utilizza il cinema, l’ animazione CGI e gli strumenti di archivio. My Own Landscapes, il suo primo corto, presentato in anteprima a Visions du Reel nel 2013, ha vinto il premio per il miglior cortometraggio. Successivamente selezionato in oltre 40 festival, tra cui Sundance, Telluride, Palm Springs, Sarajevo e Premiers Plans. Presente con i suoi lavori al Centre Pompidou, alla 17a Biennale di Architettura di Venezia e al Singapore Art Museum, è in procinto di realizzare il suo primo lungometraggio.