Nella giornata del 5 giugno 2025, si è dato il via alla 28° edizione del Festival CinemAmbiente a Torino, un’importante evento che ha a cuore il nostro pianeta, il cinema e tutto ciò che riguarda tematiche ambientali. CinemAmbiente Junior è invece la sezione speciale dedicata alle scuole, che spazia tra creatività, sensibilizzazione, consapevolezza e tanto divertimento. Per l’occasione, abbiamo intervistato Stefania Sandrone, responsabile di CinemAmbiente Junior, che ci ha portato con sé nel racconto di questa rigogliosa iniziativa green.
Ciao Stefania! Dicci qualcosa su questo inizio Festival!
È iniziato molto bene! Ieri mattina c’è stata la premiazione del concorso Junior, e poi la sera l’inaugurazione ufficiale: davvero molto bella. Quindi siamo partiti con il piede giusto, speriamo continui così!
Bene bene, allora CinemAmbiente è considerata la principale manifestazione italiana dedicata all’ambiente. Ci puoi raccontare cos’è nello specifico CinemAmbiente Junior e quali sono le sue caratteristiche?
CinemAmbiente Junior è una sezione parallela del Festival principale, nata nel 2018, pensata per il mondo della scuola. Durante l’anno scolastico proponiamo una rassegna di film per le scuole, che si conclude poi con un concorso di cortometraggi.Nasce dall’esperienza di Eco Kids, sezione speciale dedicata alle scuole e presente sin dalla prima edizione, ovvero dal 1998. Il programma Junior si articola quindi in due parti: Un concorso nazionale rivolto a scuole primarie e secondarie, con corti a tema ambientale (max 10 minuti) e poi una rassegna cinematografica rivolta alle scuole, da poter guardare sia qui al cinema a Torino, sia in streaming, dove i film saranno disponibili per una settimana; A volte, le scuole che vedono i film nella rassegna, poi decidono di partecipare al concorso, ispirate dai temi trattati. Le due attività sono legate, ma non obbligatoriamente connesse.
Quali sono gli obiettivi educativi e culturali che vi proponete di raggiungere attraverso il concorso CinemAmbiente Junior?
Il principale obiettivo è sensibilizzare i giovani alle tematiche ambientali, ai comportamenti virtuosi e dannosi per l’ambiente. Li stimoliamo alla crescita, sia individuale che collettiva, sia alla riflessione, che alla creatività: realizzare un cortometraggio è un’attività coinvolgente che unisce apprendimento e divertimento, rispetto ad un’importante tematica attuale più che mai, come quella dell’ambiente.
Come avviene la realizzazione dei corti? Lavorano in autonomia o vengono affiancati da insegnanti, esperti o figure adulte?
Dipende molto dall’età. Nelle primarie spesso c’è il supporto di insegnanti e genitori – alcuni sono davvero in gamba- o professionisti del cinema. Dalle medie in su, il livello si alza grazie anche al Piano Nazionale Cinema e immagini per la Scuola. I ragazzi qui sono affiancati da professionisti e poi ci sono associazioni che da sempre operano con le scuole: noi Collaboriamo con realtà come Arci movie (Napoli) e Avisco.
Nelle superiori invece capita spesso che siano gli stessi studenti a lavorare in autonomia, o in piccoli gruppi. Quindi è un bel mix: supporto, collaborazione e creatività indipendente.
Quali tematiche ambientali affrontano più spesso i ragazzi all’interno dei loro lavori?
Tantissimi lavori sono sull’uso della plastica e sui rifiuti. Un argomento molto caldo è quello sui cambiamenti climatici, e ancora si affrontano spesso tematiche legate agli obiettivi dell’Agenda 2030. Lasciamo la parola “ambiente” nel senso più ampio, per lasciare la possibilità di spaziare, e i ragazzi scelgono ciò che sentono più vicino.
Per esempio, abbiamo ricevuto video sulla fast fashion, ispirati da film visti nella rassegna. Alcuni insegnanti hanno sfidato le classi a creare qualcosa su quei temi. I risultati sono stati divertenti e profondi.
Quali emozioni o riflessioni emergono più spesso dai cortometraggi candidati? I ragazzi affrontano le tematiche in questione con toni di ottimismo o pessimismo? Ci sono aspetti che ti hanno particolarmente colpita?
Ogni anno emergono tante emozioni. I ragazzi sono spesso molto critici e lucidi. Puntano il dito contro gli adulti, e a volte il tono è catastrofico: ambientazioni post-apocalittiche, aria irrespirabile, futuri distopici compromessi…
Tuttavia, specialmente nei più piccoli, emerge spesso la voglia di fare la differenza. Dicono: “Nel nostro piccolo, agiamo insieme”. C’è fiducia nel cambiamento, anche se cresce un certo realismo (e disillusione) man mano che si sale con l’età. I ragazzi più grandi iniziano a comprendere che ci sono delle problematiche reali da dover arginare al più presto, per questo, iniziano a perdere un po’ di ottimismo ed energia.
Cosa puoi dirci sulla premiazione? Qualche film ti ha particolarmente colpita?
Sì, ieri abbiamo premiato i vincitori del concorso CinemAmbiente Junior. Il nostro premio più ambito è il premio CinemAmbiente Junior. Per arrivarci preparati, selezioniamo una rosa di finalisti, nel grande mare di corti, per ogni grado scolastico (primaria, secondaria I e II grado). Una giuria assegna i premi.
Abbiamo anche premi speciali, come il Premio Scuola Park di ACAB Gruppo, nostro partner da anni, (che offre seminari online), e Scatti Sostenibili, un concorso fotografico promosso dall’Istituto Avogadro e dedicato a Gaetano Capirsi, fondatore e direttore del festival, che insegnava proprio in quella scuola. Quello che mi ha molto colpito è il film che ha vinto per le superiori: si intitola Un albero tra i banchi, delle scuole dell’Aquila: un finto documentario ironico, ma profondo su un albero che, seduto tra i banchi, viene bullizzato. Quello che rimane impresso è la spontaneità con cui i ragazzi hanno girato il corto, e ancora il fatto di realizzare che l’intero lavoro è frutto di menti così giovani, dall’ideazione fino ad arrivare alla vera e propria realizzazione.
Per finire c’è un film che ti è rimasto impresso nel tempo, scorrendo tra le varie edizioni?
Sì, durante l’edizione 2019–2020, in pieno Covid, avevamo ricevuto uno spot contro l’uso dei guanti monouso nei supermercati. Ma poi, paradossalmente, proprio quei dispositivi sono diventati obbligatori e necessari.
È stato un corto che mi ha colpito, ma anche messo in crisi: ben fatto, giusto nel messaggio, ma poi superato dagli eventi. Un vero cortocircuito.
Per concludere, vorrei dire che è davvero bello vedere bambini e ragazzi che si cimentano in queste tematiche e che riescono a sentirle vicine e ad esprimerle molto chiaramente. Ecco credo che il loro punto di forza sia proprio la spontaneità. Una vera formula vincente!