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‘Toranj’, il corto d’esordio dell’iraniana Tina Ahmadi Król

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Presentato il 14 giugno al Festival Internazionale Le Giornate della Luce nella sezione “Short Lights”, dedicata ai cortometraggi, Toranj è l’opera prima di Tina Ahmadi Król. Una storia intima e privata su una famiglia costretta a fare i conti con la brutalità del regime iraniano durante le proteste che infiammarono il paese nel 2022.

Toranj – La trama

Mentre gli scontri, in strada, infuriano, la piccola Nika (Victoria Wychowaniec) resta nascosta in casa con sua madre (Ala Riani). Quando la sorella maggiore, Neda (Olga Adhikari), compare però ferita alla porta, le cose precipitano. Qualcuno sta infatti cercando la ragazza, responsabile di avere partecipato alle proteste contro il governo.

Bussano alla porta

Girato interamente tra le quattro mura di una casa, il film della regista iraniana – nata a Teheran nel 1996, studi in cinema in patria e, poi, in Polonia alla Warsaw Film School (che qui produce) – costruisce, passo dopo passo, un dramma d’assedio dove la Storia sta appena fuori dalla porta, pronta a irrompere in ogni momento portando con sé il suo carico di violenza e dolore.

Un home invasion drammaticamente reale dove sono proprio il dolore e gli affetti a tracciare le coordinate di un kammerspiel essenziale in tutta la sua drammaticità e cocente attualità, messo in scena da Tina Ahmadi Król con empatia e senso di vicinanza per i suoi personaggi. Un crescendo drammatico che fa della scarsità di mezzi virtù, costruendo un mondo dove l’esterno si manifesta attraverso suoni e indizi sempre più perturbanti (il fumo di un lacrimogeno che filtra dalla finestra, le grida, le sirene, i vetri rotti, il padre che non torna a casa, qualcuno che bussa insistentemente alla porta) fino a invadere quello che resta di una quotidianità domestica ormai disastrata.

L’orrore e la Storia

Nella vicenda delle sue tre donne, sole e barricate in casa contro un mondo di uomini che le odia e vuole metterle a tacere, la regista condensa così tutto il dolore, la rabbia e la frustrazione delle donne del suo paese. Mogli, madri, figlie e sorelle schiacciate da un potere ottuso che non può che essere estraneo, inconcepibile, irrazionale (da qui l’uso esemplare, quasi orrorifico, degli spazi). Protagoniste, nella maniera più tragica possibile, di una Storia che per troppo tempo ha voluto fare a meno di loro.

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