Lo scandalo P. Diddy. Imperatore indiscusso dell’hip-hop americano, imprenditore, produttore, vincitore di tre Grammy, Sean John Combs, meglio noto come Puff Diddy, ha raggiunto l’Olimpo dell’industria musicale e non solo, facendo incetta di potere, conoscenze, denaro, influenze, e ovviamente di scandali. Ciò che però si è scagliato nel mese di settembre 2024 è una saetta che ha polverizzato il suo impero. Il rapper infatti è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione e, soprattutto, associazione a delinquere di stampo mafioso.
‘Lo scandalo P. Diddy’. Contenuti e testimonianze
Il documentario Lo scandalo P. Diddy: I festini di Diddy, in onda dal 26 maggio su Sky Crime e in streaming su Nowtv, ne rivelerà le cause, analizzando i dettagli di quella vita condotta al limite della legalità sociale e personale, attraverso testimonianze dirette e contributi di parti coinvolte nella vicenda giudiziaria. Il form è quello di una docu-inchiesta giornalistica che, attraverso interviste a ragazze coinvolte, amici del cantante e avvocati delle vittime, cercherà di scavare nel fondo di una vicenda già di per sé melmosa.
L’inchiesta giudiziaria ha preso avvio a seguito della denuncia dell’ex compagna del rapper, la modella e cantante Cassandra Ventura, che lo accusa di aver subìto per anni abusi fisici, psicologici e sessuali. Le sue rivelazioni hanno innescato una lunghissima schiera di altrettante vittime del life-style del cantante, scoperchiando un sistema di adescamento, controllo ed intimidazione durato quasi due decenni.
I festini resi spettacoli
Le indagini della Procura federale e dei legali delle vittime parlano di veri e propri spettacoli sessuali. Il titolo originale del documentario, The Downfall of Diddy – Inside the Freak-Offs, rende perfettamente l’idea: un crollo covava sopito nei cosiddetti Freak Offs, ovvero festini a cui partecipavano uomini, escort e donne disinibite da uso di sostanze o promesse di carriera. Tutto per appagare il proprio delirio fisico e di onnipotenza.
A queste si aggiungevano i ’WhTite Party’, feste che Diddy organizzava nelle sue ville di Miami e Los Angeles, invitando importanti nomi del jetset. Dietro il candore di abiti bianchi si nascondeva il nero del viscido ricatto. Vi partecipavano anche adolescenti, tra cui Justin Bieber allora quindicenne, entrati poi nel cerchio magico di Combs, non immaginando quale fosse il prezzo da pagare. Si parla addirittura della presenza di bambine (tra)vestite da piccole donne, accerchiate da occhi sporchi di depravazione.
La docu-inchiesta delinea la figura di Combs attraverso fatti storici, immagini che inchiodano, rivelazioni di donne che generano il dubbio tra sincerità e desiderio di fama, e le voci dei suoi amici, un melting con cui si passa dall’idea di un uomo sopraffatto dal delirio di onnipotenza a quella di una fragile vittima di se stesso.
‘Lo scandalo P. Diddy’. Il processo
Non sono ancora emersi i nomi delle celebrità che avrebbero partecipato a questi festini, ma ovviamente la notizia ha scioccato l’opinione pubblica e allarmato uno spaccato dello star system hollywoodiano, che, di fronte alle possibili rilevazioni di fatti, autodenunce o espiazioni di colpe, cerca di prevenire i danni, offrendo denaro per mettere a tacere la bocca e la coscienza.
Sean Combs è attualmente detenuto nel carcere di Brooklyn e la messa in onda del documentario avviene nelle fasi cruciali del processo in corso. I giudici hanno deciso di tenerlo in carcere per il rischio d’influenzare giuria e testimoni. Intanto aumentano i casi di patteggiamento con cui alcune delle 120 vittime stanno monetizzando il loro risarcimento morale da parte di colui che qualcuno definisce l’Harvey Weinstein della musica.
Combs, che rischia dai quindici anni di carcere fino all’ergastolo, continua a dichiararsi innocente.
