JodieFoster, durante un’intervista a Variety al Festival di Cannes per la promozione del film ViePrivée, ha definito JonathanDemme il suo “regista femminista preferito”.
Il celebre cineasta, scomparso nel 2017, diresse Foster nel film Ilsilenziodegliinnocenti, vincitore dell’Oscar come Miglior Film nel 1992. Secondo l’attrice, il femminismo trascende le questioni di genere e dovrebbe basarsi su scelte istintive piuttosto che su politiche prestabilite: “L’ideale sarebbe concentrarsi sulla persona nella sua interezza”. Foster sostiene comunque l’importanza di un sistema di quote per offrire opportunità ai registi esordienti, sottolineando la necessità di avviare questo processo fin dalle fasi iniziali per garantire pari possibilità a tutti. La sua posizione evidenzia come valori femministi possano essere incarnati anche da registi uomini, dimostrando che l’approccio alla narrazione e la sensibilità verso certi temi contano più dell’identità di genere di chi dirige.
Jodie Foster e Anthony Hopkins in una sequenza
L’evoluzione di Hollywood
Negli ultimi dieci anni, secondo JodieFoster, l’industria cinematografica americana ha vissuto un importante momento di consapevolezza. Gli uomini con potere decisionale hanno iniziato a interrogarsi sulla mancanza di donne nelle loro liste di registi. Questo cambiamento, sebbene stimolato da pressioni pubbliche, ha portato a una trasformazione significativa del settore. JodieFoster ha raccontato che all’inizio della sua carriera, le uniche figure femminili sul set erano truccatrici o segretarie di edizione. Oggi la presenza femminile si è estesa anche ai ruoli tecnici. Tuttavia, la regia è rimasta a lungo un bastione maschile.
È davvero sorprendente che ci sia voluto così tanto tempo per far comprendere ai dirigenti degli studios che le donne rappresentano metà della popolazione mondiale. Le registe non costituiscono un rischio professionale. E, cosa interessante, non sono state le dirigenti donne a innescare questo cambiamento, nonostante avessimo contemporaneamente Amy Pascal, Sherry Lansing e Dawn Steel alla guida di importanti studios. C’è stato un periodo in cui quattro dei sei principali studios erano diretti da donne, eppure le liste di registi continuavano a includere esclusivamente uomini. È essenziale che chi dirige gli studios si impegni attivamente per non perpetuare pregiudizi istituzionali. Ora smetto di fare prediche.
Jodie Foster tra recitazione e regia
Recentemente, l’attrice ha collaborato con tre registe donne nella serie TrueDetective e nei film Nyad e ViePrivée, testimoniando il cambiamento in atto. Ha tuttavia dovuto declinare l’offerta di Nisha Ganatra per un cameo in FreakierFriday, sequel del film FreakyFriday in cui aveva recitato
Foster ha espresso il desiderio di tornare presto alla regia, sua attività preferita rispetto alla recitazione, pur riconoscendo le difficoltà nel trovare finanziamenti per nuovi progetti.
Ho bisogno di lavorare a lungo sul materiale per renderlo veramente mio. Sono profondamente legata ai film che ho diretto, perché riflettono la mia vita. Per me, sono autentiche opere d’autore. Se non posso realizzarli secondo questa visione personale, preferisco rinunciare del tutto.