Nel regno di Napoli è un film del 1978 diretto da Werner Schroeter, che offre una rappresentazione intensa e drammatica della vita in un quartiere povero di Napoli nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Attraverso le vicende di due famiglie, la pellicola, girata in 35 MM, esplora temi di povertà, politica e religione, offrendo uno spaccato della società napoletana dell’epoca. É disponibile per la visione sulla piattaforma streaming MUBI.
‘Nel regno di Napoli’: la storia sociopolitica della città partenopea attraverso lo sguardo di chi la vive

Nel regno di Napoli. La regia di Werner Schroeter è caratterizzata da un approccio realistico, che non edulcora le difficoltà affrontate dai personaggi. L’uso del dialetto napoletano aggiunge autenticità al racconto, immergendo lo spettatore nella cultura locale. La colonna sonora, composta principalmente da canzoni neomelodiche napoletane, permette di percepire il folklore partenopeo tipico della città, la prima in tutta Italia ad essere liberata dall’oppressione del regime fascista.
Il regista basa il racconto sui rapporti di due famiglie e fra le relazioni dei componenti fra di loro, ovvero Le famiglie Cavioli e Pagano. Maria Pagano, sposata con un uomo disoccupato, dà alla luce due figli: Vittoria, interpretata in età fanciullesca da Tiziana Ambretti e in età adulta da Cristina Donadio, e Massimo Pagano, interpretato rispettivamente da Ciro Romero e poi da Antonio Orlando.
Dopo la sua morte, i bambini crescono affrontando le difficoltà di un quartiere che vive in miseria. Vittoria cerca di trovare un lavoro dignitoso, mentre Massimo si avvicina al Partito Comunista, sperando in un futuro migliore. Parallelamente, Valeria Cavioli (Liana Trouché), figlia di Pupetta Ferrante, interpretata da Ida Di Benedetto, dopo aver avuto una relazione con un soldato americano, sposa Alessandro Simonetti (Raoul Gimenez), con cui ha una figlia, Rosa. Le vite di queste due famiglie si intrecciano, e riflettono le speranze di una Napoli in continua trasformazione, mossa dall’impeto rivoluzionario del suo popolo.
Werner Schroeter dipinge un quadro vivido della società, mettendo in luce le lotte quotidiane di chi vive a Napoli.
Il film affronta temi come la disoccupazione, l’emigrazione, l’impegno politico e la ricerca di una vita migliore. La contrapposizione tra la fede religiosa di Vittoria e l’attivismo politico di Massimo evidenzia le diverse strade intraprese dai giovani dell’epoca nel tentativo di sfuggire alla povertà.
Lo stile registico di Werner Schroeter combina il linguaggio teatrale con il documentario

Lo stile registico che caratterizza Nel regno di Napoli si distingue per un approccio che ricorda il linguaggio teatrale. L’intreccio di immagini liriche e sequenze brutali crea una tensione visiva costante, marchio distintivo del regista tedesco. Schroeter fa largo uso di simbolismi religiosi, spesso intrecciati con l’estetica decadente di Napoli. La scelta linguistica del dialetto napoletano non è solo un espediente narrativo, ma un mezzo per rafforzare il senso di appartenenza culturale, rendendo i dialoghi intensi e radicati nella realtà locale; scelta che ricorda le opere teatrali di Eduardo De Filippo, sempre in bilico fra comico e tragedia, nel suo tipico stile partenopeo. Inoltre, come accennato in precedenza, le musiche napoletane, spesso utilizzate come contrappunto emotivo alle immagini, contribuiscono a creare una dimensione che rimanda alla tradizione del melodramma italiano.
Nonostante l’approccio teatrale, il regista tedesco mescola, nel film, anche elementi documentaristici che conferiscono autenticità alla narrazione del periodo storico.
Particolarmente significativo è il modo in cui Werner Schroeter rappresenta gli spazi urbani di Napoli, dal porto decadente ai vicoli soffocanti, che diventano simbolo di una società intrappolata tra il passato sconfitto e un presente che si affaccia verso un futuro incerto.
Un film ricco di contrasti

La pellicola presentata in concorso nel 1978 alla 31esima edizione del Festival di Cannes, nella selezione ufficiale del Locarno International Film Festival, e vincitrice del premio Best Feature Film(Silver Hugo) al Chicago International Film Festival, non ha ricevuto solo il plauso di pubblico e critica.
Alla sua uscita, il film ha ricevuto reazioni contrastanti. Alcuni hanno elogiato la rappresentazione autentica della vita napoletana e la profondità dei personaggi, mentre altri hanno criticato il film per l’eccessiva durata e una narrazione caotica, difficile da seguire. Ciò nonostante Nel regno di Napoli offre uno sguardo profondo e sincero sulla Napoli del dopoguerra.
Anche se presenta alcune imperfezioni stilistiche, il film rimane una testimonianza significativa delle sfide affrontate dai cittadini di Napoli in un periodo di grande cambiamento. Per gli appassionati del cinema d’autore che si focalizza sulla narrazione di storie sociali, rappresenta una visione imperdibile.