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‘n-Ego’: giocare con l’esistenza

La regista Eleonora Danco si aggira per le strade romane in cerca di emozioni autentiche e profonde.

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Dal Torino Film Festival,(clicca QUI per tutti gli articoli sul festival) nella sezione lungometraggi, Eleonora Danco con il suo n-Ego arriva in sala dal 5 Maggio.

Distribuito da Lo Scrittoio.

Il film è una produzione italofrancese di NIGHTSWIM (Ines Vasiljević e Stefano Sardo) e TESSALIT PRODUCTIONS, in collaborazione con RAI CINEMA. Prezioso è stato anche il contributo di LAZIO CINEMA INTERNATIONAL.

Eleonora Danco: tra teatro e cinema

Eleonora esordisce a teatro nel 1996 con lo spettacolo Ragazze al muro. Tra gli spettacoli più noti vi sono Me Vojo Sarva’, Sabbia, Intrattenimento Violento, Donna Numero 4 e dEVERSIVO e il recente BENVENUTE STELLE.

Nel 2014, invece, la Danco si approccia al mondo cinematografico con il film N-Capace, prodotto da Rai Cinema, MIBACAT e Bibifilm. In particolare, l’opera ha conquistato due menzioni speciali al 32° Film Festival di Torino, è stato nominato Miglior Film dal Sindacato Critici Cinematografici Italiani 2015 e si è candidato ai David di Donatello e ai Nastri D’argento. Infine, N-Capace ha vinto il Ciak D’oro nel 2015. Nel 2022, invece, crea i cortometraggi SubReal Urbe, Ostia Ostia Ostia, Metro C.

Eleonora Danco ha lavorato come attrice con personalità di spicco, come Ettore Scola, Nanni Moretti, Marco Bellocchio e Pupi Avati.

n-Ego: degli incontri autentici

Per le strade di Roma, Terracina e Sperlonga si aggira una misteriosa figura dall’aspetto curioso. Durante una profonda crisi esistenziale e creativa, la regista Eleonora Danco assume così le sembianze di un manichino dechirichiano e incontra persone che sceglie di intervistare. Da questi incontri emergono verità intime, angosce, dubbi e desideri in cui si rispecchierà la regista, ma anche lo stesso spettatore.

Tra realismo e surrealismo

In n-Ego la Danco, ispirata ai soggetti di Giorgio de Chirico, si presenta con il volto coperto da un collant. Il costume, di Alessandro Lai, include anche un impermeabile rosso e una cartuccera con dei sonniferi. È ben chiaro, quindi, che il suo aspetto del tutto irreale si allontana dall’estrema autenticità che, invece, traspare dagli altri soggetti presenti nel film. In n-Ego, infatti, Eleonora Danco oscilla tra realismo e surrealismo, prendendo grande ispirazione dal regista Luis Buñuel.

Nel film compaiono anche volti noti: Elio Germano, Filippo Timi, Antonio Bannò. Questi non sono gli unici attori presenti nell’opera: si aggiungono, infatti, altri giovani professionisti che, in scene fortemente evocative, coinvolgono la gente comune in alcune performance ideate dalla Danco, oppure accompagnano il flusso di pensieri della regista.

Rivelazioni provocatorie

N-Ego colpisce per il particolare e provocatorio coinvolgimento dello spettatore. Se pensiamo ai numerosi sguardi in macchina, agli inserti meta-cinematografici o allo sputo verso l’obiettivo della macchina da presa, queste soluzioni non possono che ricordare l’atteggiamento sfidante presente nei film del grandissimo Jean-Luc Godard. Ed è proprio la volontà di prendersi gioco del pubblico e la scelta di sbeffeggiarsi del teatro (e del cinema) ufficiale che avvicina il lavoro di Eleonora Danco anche a quello di Carmelo Bene, una delle figure più interessanti e controverse del teatro del Novecento, artista fortemente provocatorio e amante dello scandalo.

Particolare, poi, è la vicinanza tra la cinepresa e i volti delle persone intervistate. Questa scelta stilistica, presente in alcune scene, coinvolge direttamente chi sta guardando il film e, in qualche maniera, potrebbe anche infastidire. All’interno delle interviste si affrontano temi tabù, come il sesso o la vita in carcere e, con questa particolare prossemica, n-Ego sembra dire allo spettatore: attenzione! Anche se non vuoi accettarlo, questa cosa esiste e magari ti riguarda personalmente!

La regista Eleonora Danco

“Tutti siamo capaci di essere felici. Tutti siamo dei possibili sprechi”

Eleonora Danco sceglie di sottrarsi, farsi da parte, per porre al centro dell’attenzione la vita di gente ordinaria. Scegliendo di celare il proprio volto, l’attrice-regista appare più come un’entità che come una vera e propria persona. I veri protagonisti sono, quindi, le persone comuni.

E così, allora, il contatto con il mondo adulto, fatto di sogni, gioie, paure e dolori diventa un modo per riconnettersi con l’altro. L’emozione è la vera protagonista del film, come ha affermato la Danco durante la conferenza stampa al TFF. Le rivelazioni davanti alla macchina da presa permettono ai demoni personali di emergere e, a guardarli bene, sono condivisibili da ognuno di noi.

 

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