In concorso al RIFF Tre regole infallibili è diretto da Marco Gianfreda. Il film è stato presentato in precedenza al Taormina Film Festival 2024.
Nel Cast: Cristiana Dell’anna, Matteo Olivetti, Guglielmo Aquaro, Emmanuele Aita. Roberta Rigano, Erica Siracusa, Renato Nuccio, Giuditta Perriera, Dario Frasca.
Tre regole infallibili – RIFF – Rome Independent Film Festival
Bruno, quattordici anni, è nel panico. Ha scoperto che il suo amore è corrisposto da Flavia, ma lui non ha nessuna idea di come si inizi una storia. Ha bisogno che qualcuno glielo insegni. La persona più indicata è l’odiato Luca, l’unico che sia riuscito a far innamorare quel sasso di sua madre Claudia. Bruno sarà costretto a mettere da parte ogni contrasto e seguire i consigli del suo peggior nemico. Ma Bruno non sa che Luca e sua madre vivono una relazione fragilissima, per niente esemplare.
Produzione: Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo con RAI Cinema Vendita estera: Minerva Pictures.
Realizzato con il supporto di Sicilia Film Commission.
Buonanotte Mon amour
“Cosa ci serve a noi?”,
chiede Claudia a Luca all’inizio di Tre regole infallibili, mentre osservano l’orizzonte di fronte a loro. Sembra nulla. Basta l’amore. Ma basta davvero?
Il film segna il debutto alla regia di Marco Gianfreda ed è un ritratto sensibile delle difficoltà che emergono nelle relazioni familiari e sentimentali. La storia esplora il difficile legame tra una madre, Claudia (interpretata da Cristiana dell’Anna), e suo figlio Bruno, un ragazzo che sembra essere sempre in lotta con lei, in un conflitto che riflette le fragilità tipiche dell’adolescenza. Un altro aspetto importante del film è il racconto della timida e incerta infatuazione di Bruno per la sua compagna di classe, Flavia, un amore acerbo, inizialmente ricambiato, ma che si scontra con le insicurezze di un giovane che non ha mai sperimentato relazioni più profonde.
Parallelamente, la pellicola esplora anche la storia d’amore tra Claudia e Luca, (Matteo Olivetti, La terra dell’abbastanza, Disco Boy, e Felicità) un uomo che ama sinceramente Claudia, ma che non riesce immediatamente a conquistare l’approvazione di Bruno. Questo rapporto non si sviluppa solo su un piano romantico, ma si fa anche campo di un ulteriore conflitto generazionale, quello tra i due uomini protagonisti della storia. Il film diventa così una storia ad incastri’ con livelli multipli di relazione e conflitto, ma che a volte sembra perdere di coesione, lasciando alcune tracce di superficialità nelle scelte di sceneggiatura.
Mancanza di profondità?
Alcune idee del film non sono abbastanza approfondite e rischiano di intaccare l’efficacia di scene importanti. Claudia ad esempio, che, per tutta la vita, non è mai riuscita a galleggiare, rappresentando la perdita di spensieratezza e l’incapacità di affrontare con leggerezza le sfide della vita. Eppure, in pochi minuti di film, la vediamo apprendere questa abilità, quasi come un’illuminazione che non risulta totalmente credibile. Ci sono momenti in cui i dialoghi non risultano del tutto naturali o convincenti, indebolendo la potenza di alcune interazioni. Nonostante questi difetti, il film mantiene una sua autenticità nel trattare temi complessi e universali, come la crescita personale, la trasformazione dei legami familiari e sentimentali, e la difficoltà di costruire ponti tra mondi emotivi distanti.
Interessante è anche la scelta di non dipingere Claudia come una figura idealizzata di madre perfetta. Se da un lato è una donna che lavora duramente e si dedica alla famiglia, dall’altro è anche una persona piena di dubbi e fragilità, che commette errori e non sempre riesce a fare le scelte giuste. Questo aspetto la rende umana e autentica, lontana dai cliché spesso associati ai personaggi femminili nei film. Lei sa di non essere ‘la madre dell’anno’ ma solo una donna, con paure e fragilità e questo traspare in ogni scena condivisa con gli altri personaggi ma anche se messa in relazione solo con se stessa (brava la Dell’Anna anche perchè lontanissima dal personaggio che l’ha resa celebre in Gomorra eppure altrettanto credibile.)
Una verità universale
In un certo senso, il film cerca di raccontare una verità universale: l’amore assume forme e facce diverse e attraversa molteplici fasi, nelle quali non mancano le difficoltà, spesso di natura emotiva. Le relazioni, familiari, amorose o di amicizia, non sono mai facili e possono evolversi in modi inaspettati, come dimostra il cambiamento nel rapporto tra Bruno e Luca. Non sempre l’amore nasce da un’attrazione immediata, ma talvolta cresce lentamente, partendo da un conflitto profondo per trasformarsi in un legame che è, alla fine, forse più solido di quanto si possa immaginare.
Questo tema del conflitto che si trasforma in legame è molto simile a quello trattato in Truffaut nei 400 colpi (1959) e che esplora la difficile adolescenza e il rapporto complicato tra un giovane e i suoi genitori. In scena il delicato processo attraverso il quale i giovani si confrontano con le figure adulte, spesso partendo da un sentimento di resistenza per arrivare a una forma di comprensione e accettazione reciproca.
Note di regia
Marco Gianfreda, con Tre regole infallibili ha alle spalle un ventennio di lavori oltre alla scrittura di soggetti e sceneggiature per altri, da Là-bas e Il ladro di giorni di Guido Lombardi a Bob & Marys – Criminali a domicilio di Francesco Prisco.
Tre regole infallibili racconta quella fase dell’adolescenza in cui si sente nascere il bisogno di una forma d’amore alternativa a quella per la propria madre. E’ questa l’età in cui si realizza che l’amore genitoriale non è più sufficiente da solo a riempirci la vita.
Ma come si fa ad avere una storia d’amore se nessuno ci ha mai spiegato niente? Ecco l’eroico salto nel buio che siamo tutti costretti a compiere a un certo punto della nostra fanciullezza.
Teoricamente, qualcuno che potrebbe rischiarare le tenebre in cui è avvolto un simile passo epocale ci sarebbe: gli adulti. Dovrebbero essere loro le figure magistrali, il riferiemento saldo cui affidarsi. Se non fosse che molto spesso gli adulti si ritrovano, al pari o addirittura peggio dei ragazzini, ad essere inesperti e a vivere imprese sentimentali improbabili e fallimentari, perdendo così ogni presunta capacità di incarnare l’esempio da seguire.
Tre regole infallibili racconta due generazioni, quella dei genitori e dei figli, che oltre a provare a far stare in piedi un nuovo concetto di famiglia, cercano di capirci qualcosa dei sentimenti e delle relazioni che vivono.
Per fortuna a dare pace c’è la natura. Benché semplice e povera, essa rappresenta la bellezza salvifica rispetto all’ordinarietà della vita, il luogo in cui si può “fare finta di non essere poveri”, perché… “è tutta nostra”.