Emanuela (Anna Ferzetti), quarantenne separata, è madre di Giacomo (Pietro Sparvoli), non ancora diciottenne, e di Nina (Elisa Gamboni), una bambina affetta da sindrome di Down.
Giacomo è stato convocato per un raduno di calcio ed Emanuela, sommersa dall’ansia, decide di lasciare un paio di giorni Nina in una struttura, immersa nel verde, che ospita ragazzi disabili, gestita da Marco (Lorenzo Lavia), un uomo di mezz’età.
Giacomo vorrebbe subito andare via, ma Emanuela, la classica madre iper-controllante, decide di restare a pranzo e di assistere a uno spettacolo di burattini. Un temporale, però, li blocca, e li costringe a pernottare.
É l’occasione per Emanuela di confrontarsi dapprima con Marco, una vita, la sua, spezzata dal dolore per la morte di un figlio autistico, e poi con Giacomo. Il faccia a faccia tra madre e figlio rinsalderà il loro rapporto e riserverà inaspettate sorprese.
Un corto che affronta con realismo il tema della disabilità
Il tema della disabilità è sempre un terreno scivoloso e, il più delle volte, registi e sceneggiatori, propongono storie retoriche e sdolcinate che tendono a descrivere il disabile come un personaggio simpatico, astuto e più performante di chi è considerato normale.
Per fortuna, Arianna Mattioli diserta queste stereotipate e banali rappresentazioni e, sapientemente, lascia Nina sullo sfondo, e sposta il focus su Emanuela e Giacomo.
Con Nina, la regista si interroga sulla complessità legata al vivere con un disabile giorno dopo giorno
Emanuela è la classica madre che si sente perennemente inadeguata, si affanna e si arrovella per conciliare i bisogni di Nina e di Giacomo, vissuto come un adolescente imploso, immaturo e insoddisfatto. Ma il suo tormento maggiore è legato alla paura che, se dovesse morire, Giacomo non si prenderebbe cura della sorellina.
Giacomo, invece, precocemente adultizzato, più che sognare un improbabile futuro come calciatore, ha elaborato, non senza qualche difficoltà, il prezzo da pagare per la disabilità della sorella e, più istintivo ma concreto della madre, affronta la realtà senza tanti assilli e rimorsi. Sarà lui a rassicurala, a garantirle il sostegno e la presenza al suo fianco.
Il corto, al di là della fattura stilistica impeccabile, si distingue per l’ottima prova attoriale della Ferzetti e del giovane Sparvoli.
Un plauso agli sceneggiatori per l’asciuttezza e concretezza dei dialoghi che, senza essere fumosi e compiacenti, con un taglio realistico, affrontano la complessa battaglia di chi, tutti i giorni, deve prendersi cura di un disabile.