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Trento Film Festival

‘After the Snowmelt’, un viaggio per sopravvivere alla perdita

Il documentario 'After the Snowmelt della regista taiwanese Yi-Shan Lo è stato presentato al Trento Film Festival 2024

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After the Snowmelt è un documentario presentato in anteprima italiana al Trento Film Festival 2024. È il primo lungometraggio documentario della regista taiwanese Yi-Shan Lo.

After the Snowmelt – Sinossi

Si ripercorre la vicenda di Chun e Yueh, due anime avventurose nonché migliori amici della regista. La coppia stava affrontando un trekking in Nepal nel 2017 quando una nevicata improvvisa e violenta l’ha bloccata in una grotta tagliando ogni via di fuga. La coppia è rimasta intrappolata per 47 giorni. Chun è morto tre giorni prima del salvataggio, lasciando solo Yueh. Yi-Shan Lo parte per un viaggio fisico ed emotivo per ripercorrere il vissuto degli amici e rielaborare il lutto per la perdita di Chun.

After the Snowmelt – Vita sconfinata

Passi, passi e ancora passi. Vite in cammino. Yi-Shan Lo rappresenta la cruda realtà della perdita di una persona cara in modo delicato ed efficace attraverso il tema del viaggio, fisico e filosofico. La narrazione è uno dei motivi centrali del film: le persone coinvolte nella vicenda raccontano con tutti i mezzi che hanno, usando foto, lettere, riviste, video e ricordi personali. Il racconto dimostra che non esiste limite alla connessione tra gli esseri umani, né  alla profonda bellezza della vita. Nei suoi ultimi istanti, Chun esprime il desiderio che la sua storia venga raccontata. Yi-Shan Lo riprende letteralmente ogni passo mentre esplora il mondo della perdita: nella prima parte del film intervista l’amico sopravvissuto, Yueh, e nella seconda lei stessa intraprende il percorso durante il quale Chun ha trovato la morte, cercando di dare un senso al vuoto.

Le parole di Yueh sono fondamentali per dare una chiave di lettura all’intera opera. Yueh, sopravvissuto ad un calvario durato 47 giorni, si rifiuta di vivere nel dolore e anzi accoglie la vicenda con slancio vitalistico. Il vero modo di onorare Chun non è crogiolarsi nella sofferenza, ma continuare a vivere intensamente e ad agire nel mondo consapevolmente. Ciò non significa che il senso di vuoto non sia sempre presente, anzi. È lo stesso Yueh ad affermare che un’esperienza del genere non è superabile, ma che questo non è un motivo per farsi bloccare dal dolore. Alcuni passi però sono ancora troppo difficili per essere compiuti. La regista Yi-Shan Lo è determinata a ripercorrere il viaggio intrapreso dai suoi amici e vorrebbe che Yueh l’accompagnasse, ma alla fine si rivela uno sforzo mentale troppo grande per l’amico sopravvissuto.

Il viaggio di Yi-Shan Lo continua in solitaria. Ripercorre tutte le tappe toccate dagli amici e parla con coloro che li hanno conosciuti durante il viaggio in Nepal. Ne emerge un ritratto commovente delle comunità sherpa, un popolo resiliente che non esita ad accogliere i viaggiatori e a trattarli come parte della propria famiglia.

Si definisce poi meglio il carattere di Chun e il suo rapporto con la natura. Anima sensibile e amante della vita, Chun era determinato a cercare la bellezza estrema nei luoghi che visitava e in tutto ciò che faceva. Anche a costo della vita stessa. Il ritratto della coppia di amici è animato dall’amore per ogni cosa e il loro spirito avventuroso viene descritto con affetto e con rispetto per le loro scelte.

Ogni tappa del viaggio è un modo per la regista di scoprire nuovi aspetti dei suoi amici. Il viaggio è occasione di crescita e l’aiuta a comprendere profondamente le ragioni dietro alle loro scelte di vita. Yi-Shan Lo arriva fino alla fine del percorso, nella caverna in cui Chun ha trovato la morte. E osservando il luogo in cui la sua vita è giunta al culmine, riesce a dare un senso alla perdita.