Diane Kruger è un’attrice tedesca, ex ballerina e modella che ha recitato in più di 41 film e 3 serie televisive, guadagnando diversi premi, tra cui, a Cannes, il premio Miglior attrice rivelazione e Prix d’interprétation féminine. Scopriamo dunque chi era Diane Heidkrüger, all’anagrafe, e come ha fatto a diventare una diva internazionale.
Diane Kruger: l’infanzia e la famiglia
Diane Heidkrüger nasce ad Algermissen, Sassonia, in Germania, il 15 luglio 1976. Figlia di una famiglia della classe media, sua madre Maria Theresia lavorava in banca e il padre, Hans Heinrich, era tipografo. Da bambina frequenta la scuola di danza classica Freese Baus, dimostrando grande passione e portamento. Il suo sogno è quello di diventare ballerina ed essendo molto brava, viene mandata, con un exchange tra studenti, a studiare alla Royal Ballet di Londra. Così, ogni estate, dall’età di 11 anni, viene inviata dall’altra parte del Canale della Manica per un intenso allenamento. Lei è ben felice, come ricorda:
“Casa mia era un po’ caotica e io ero ben felice di andarmene”
Con “un po’ caotica” intende che il padre è un alcolista ed è, spesso e volentieri, assente. Difatti, quando lei ha 13 anni, i genitori divorziano. Così giovane, si ritrova ad affrontare nuove sfide in un paese straniero, oltre ai problemi familiari. Poco tempo dopo, un infortunio alla caviglia le stronca la carriera di ballerina e le impedisce di continuare gli studi. La Kruger però non demorde e sfrutta il suo fascino e la sua bellezza nordica per reinventarsi modella a Parigi, scappando da Londra. Ha più tardi ammesso che non pensava di avere la stoffa per diventare prima ballerina.
Adolescenza e i primi passi da modella
All’età di 15 anni, nel 1991, viene scelta per rappresentare la Germania al concorso Look of the Year, indetto dalla prestigiosa agenzia di moda Elite Model Management. La stessa competizione ha lanciato le carriere di Cindy Crawford e Gisele Bündchen. Quando le viene proposto di traferirsi a Parigi, la sua famiglia, in particolar modo la madre, si oppone, ritenendola pazza a voler entrare nel mondo della moda. Tutto quello che esigono da lei è che vada a scuola e che sia indipendente. Dopo tanti anni, anche la Kruger ammette che non lascerebbe fare a sua figlia la stessa cosa.
La vittoria del prestigioso concorso segna il suo arrivo a Parigi, detta anche “Ville Lumière”, a soli 15 anni. Abbandonata la scuola superiore, diventa una modella professionista. Sfila tra le passerelle coi marchi più noti e rinomati della moda mondiale. Veste infatti Dior, Yves Saint Laurent e Giorgio Armani mentre è sotto contratto con la Elite. In questo periodo cresce in lei anche un’altra passione: la recitazione. Infatti, non si sente sicura di continuare a sfilare proprio per via del suo aspetto fisico e della sua altezza.
Diane Kruger in Joika (2023)
Il passaggio alla recitazione
Gradualmente scende dalle passerelle per indirizzarsi verso la recitazione. Inizia così a prendere lezioni al Cours Florent, scuola fondata da François Florent e abbrevia il suo cognome da Heidkrüger a Kruger. Impara a parlare così, oltre al tedesco e all’inglese, anche il francese. Purtroppo non parla abbastanza bene la lingua francese per poter recitare nel film Il quinto elemento, di Luc Besson del 1997. Deve attendere altri cinque anni per poter fare il suo debutto nel mondo della recitazione. Infatti, nel 2002, affianca Christopher Lambert e Dennis Hopper in The piano player. Da qui rimane legata al cinema francese, recitando più pellicole europee che hollywoodiane. Seguono Mon idole (2002), Autoreverse (2003) e Adrenalina blu (2003). Nel 2004 ha preso parte con Rose Byrne e Josh Hartnett nel film romantico Appuntamento a Wicker Park, una delle sue migliori performance tutt’ora. Quest’ultimo film è il remake de L’appartamento (1996) con Monica Bellucci e Vincent Cassel.
“Per via della mia infanzia turbolenta, sono stata in grado di esprimere le mie emozioni ballando o stando su un palco. Mettere la tua frustrazione e il tuo dolore nella performance ti ricompenserà”
Il lancio a Hollywood
Il 2004 permette di assistere in sala a un blockbuster ambientato in antichità, capace di fare contenti uomini e donne. Infatti, tra i membri principali del cast ci sono Diane Kruger e Brad Pitt, entrambi in splendida forma. Il film in questione è Troy, del regista tedesco Wolfgang Petersen, già regista di diversi blockbuster, tra cui La storia infinita (1984). La pellicola è una libera trasposizione dell’Iliade di Omero e narra la storia del rapimento di Elena, della guerra di Troia e del leggendario Achille.
Diane ottiene la parte di Elena di Troia quasi subito. Le modelle che passano al mondo del cinema sono spesso vittime di oggettificazione sessuale ma lei decide di correre questo rischio e affianca Orlando Bloom ed Eric Bana.
Costato circa 150 milioni di dollari, la pellicola riscuote un notevole successo commerciale, incassando circa 500 milioni. La Kruger viene subito inserita da riviste e magazine nelle liste delle donne più belle e/o sexy del mondo, come c’era da aspettarsi. Con la partecipazione a questo film e il premio vinto a Cannes l’anno precedente, si impone come una moderna diva.
“Sono passata da fare letteralmente un film a essere conosciuta, o la mia faccia almeno, per tutto il mondo”
Diane Kruger: una diva promettente
Durante lo stesso anno di Troy, recita in altri due film. Uno è Appuntamento a Wicker Park, di Paul McGuigan, con Josh Hartnett, che viene poi ridiretto da McGuigan in Slevin – Patto criminale (2006). Qui il fotografo Matt Simon viene manipolato in un hotel per impedirgli di ritrovarsi con l’ex fidanzata, Lisa, interpretata proprio dalla Kruger. Il film è un remake del francese L’appartamento (1996), di Gilles Mimouni, il quale, a sua volta, è liberamente ispirato a Sogno di una notte di mezza estate, di Shakespeare.
Il secondo film è Il mistero dei templari, di Jon Turteltaub, con Nicolas Cage e Jon Voight. L’archeologo Ben Gates deve trovare un forziere nascosto da George Washington e gli indizi che lo aiuteranno sono racchiusi nella Costituzione e nella Dichiarazione d’indipendenza. Non ha tutto il tempo del mondo perché è in competizione con nemici dai loschi intenti. La Kruger interpreta il suo braccio destro, Abigail. Il film ha un gran successo, incassando oltre 500 milioni di dollari. Ha infatti un sequel nel 2007, con Il mistero delle pagine perdute, che vede il ritorno della coppia, con anche la partecipazione di Harvey Keitel. Il sequel ha ancora più successo del primo, incassando oltre 700 milioni.
Sulla cresta dell’onda
Dopo il forte slancio che l’anno 2004 le ha permesso di compiere, la Kruger è molto più impegnata nelle produzioni, anche in ruoli più disparati. Le case di produzione sono ben contente di mettere sotto contratto una delle attrici più in voga del momento, sia per il talento che per la bellezza e nel giro di cinque anni è nel cast di oltre 10 film.
Tra questi, Joyeux Noël – Una verità dimenticata dalla storia (2005), che narra dell’emozionante tregua di Natale del 1914 tra le truppe tedesche, francesi e britanniche. La voce dei cantanti lirici, chiamati a esibirsi in trincea, supera la Terra di Nessuno e guadagna il caloroso applauso di tutti gli schieramenti trincerati. Il film di Christian Carion viene presentato fuori concorso a Cannes e candidato come Miglior Film Straniero sia agli Oscar che ai Golden Globe.
Lo sgambetto
Negli anni successivi Diane Kruger recita in film che hanno un successo e un seguito limitato. Nel 2006 si ritrova studentessa dell’indiscusso maestro Beethoven in, appunto, Io e Beethoven (2006), diretta da Agnieszka Holland. La pellicola affronta gli ultimi anni del compositore, che vanno dal 1824 al 1827. Nel 2007, Bille August le permette di lavorare a Il colore della libertà, che racconta il rapporto tra Nelson Mandela (Dennis Haysbert) e la sua guardia carceraria, James Gregory (Joseph Fiennes). Non ricopre un ruolo primario in The hunting party (2007), dove tre giornalisti sono sulle tracce di un criminale di guerra serbo, detto “La Volpe”. Il film, di Richard Shepard, viene presentato in anteprima alla 64esima edizione del Festival di Venezia. Nonostante la presenza di Richard Gere, il film ha poco successo commerciale, non recuperando con grosso margine il budget.
Ed Harris e Diane Kruger in ‘Io e Beethoven’ (2006)
La Kruger ci riprova nel 2008, col thriller francese Anything for Her (2008). Recita al fianco di Vincent Lindon, col quale cresce il figlio infante con la massima serenità. Almeno fino a quando la polizia non irrompe in casa, arrestandola per omicidio e condannandola a 20 anni di carcere. Degli 8,2 milioni di budget, il film ne racimola solo 6,5 in sala.
Il 2009 segna l’anno del riscatto. Lavora al film Mr. Nobody (2009), di Jaco Van Dormael, con Jared Leto, l’ultimo uomo mortale rimasto sulla terra dopo che l’umanità ha raggiunto l’immortalità. Il film viene presentato in anteprima alla 66esima edizione del Festival di Venezia, dove viene premiato e riceve anche il Premio del Pubblico agli European Film Awards. Il film diventa da subito un cult per via della singolare filosofia sulla vita umana e della musica del compositore Pierre Van Dormael.
Bastardi senza gloria
La consacrazione nell’immaginario collettivo arriva con Bastardi senza gloria (2009), di Quentin Tarantino. Il ruolo da diva del cinema di giorno e partigiana di notte le si cuce addosso alla perfezione, nei panni di Bridget Von Hammersmark. Anche l’illuminazione che le viene dedicata è sfumata come quella riservata alle dive degli anni ’30. Si ritrova col collega Brad Pitt, nel ruolo di capo dei Bastardi, temuto gruppo paramilitare calato dietro le linee nemiche per uccidere più nazisti possibili. Michael Fassbender viene paracadutato in Francia per unirsi al gruppo dei Bastardi per volontà di Winston Churchill in persona.
Tarantino ha impiegato più di 10 anni per scrivere l’antagonista perfetto, che ha provato, senza successo, a creare con Samuel Jackson in Jackie Brown (1997). È sul punto di non portare più avanti la produzione del film quando Christoph Waltz partecipa ai provini. Ha finalmente trovato Hans Landa, il temibile colonnello delle SS, interpretato letteralmente da Oscar.
Il personaggio della Kruger è uno dei più iconici del film, e sapete qual è il colmo? Tarantino non voleva nemmeno vederla al casting. Lo studio di produzione non le ha pagato nemmeno il biglietto aereo per Berlino, dove i casting si svolgevano. È stata la Kruger a pagarsi da sola il biglietto e a insistere per fare il provino. Appena terminato, Tarantino l’ha scritturata sul posto, avendo capito le sue piene potenzialità.
Questo film, divenuto cult appena uscito, è uno dei capolavori di Tarantino. Si narra che la scena ucronica del massacro al cinema sia stata girata con una sola macchina da presa. La storia è inoltre disseminata di riferimenti a numerosi titoli e altrettanti artisti della settima arte. La pellicola meriterebbe un approfondimento a parte.
“Non avevo mai avuto un rapporto professionale così stretto con un regista: sentivo che era mio fratello in armi, che c’eravamo dentro insieme”
E adesso?
C’è di sicuro stato un prima e un dopo Bastardi senza gloria per Diane Kruger. Il film rilancia la sua carriera, ben più di Troy, rendendola indimenticabile. Negli anni successivi il numero delle sue performance però cala di numero ma non per forza di qualità. Purtroppo non riesce a imporsi come attrice eclettica agli occhi dello star system e quindi deve accontentarsi di ruoli minori, alcuni anche in B-movies. Tra questi c’è Unknown – Senza identità (2011), di Jaume Collet-Serra, in cui Liam Neeson si deve vendicare. Non ha importanza sapere di chi per potersi godere il film. Per lo meno gli incassi, al netto del budget, hanno superato i 100 milioni di dollari.
Molto più artistica è l’interpretazione di Kathy Ertz in The Infiltrator (2016), di Brad Furman. Tratto da una storia vera, narra di uno dei migliori infiltrati nel cartello di Pablo Escobar. La Kruger è molto felice di poter recitare al fianco di Bryan Cranston, grande attore in grado di dare il massimo sia in tv che al cinema. Cranston è noto soprattutto nei panni di Walter White in Breaking Bad, di Vince Gilligan. Diane è una grande fan dello show e si dice onorata di lavorare con Cranston, che lo dice un attore dai 1000 volti.
“Dopo le riprese di The Infiltrator, a un party di Vanity Fair, sono passata accanto a Cranston senza nemmeno riconoscerlo. In assoluto, uno dei migliori attori con i quali abbia lavorato”
Il premio a Cannes
Diane Kruger incontra a Cannes, nel 2012, il prestigioso regista tedesco, di origini turche, Fatih Akin. Assieme, realizzano Oltre la notte (2017), in cui una donna, Katja Sekerci, perde marito e figlio in un attentato terroristico. È liberamente ispirato a quello perpetrato a Colonia il 9 giugno 2004 dalla cellula terroristica neonazista Nationalsozialistischer Untergrund (NSU). All’incontro col regista, si offre di lavorare in un suo film anche gratuitamente. Per darle il ruolo, Akin cambia genere sessuale al protagonista. La storia diventa quindi quella di una donna intenzionata a fare tutto ciò che è necessario per vendicare il marito e il figlio morti.
Ironia della sorte, Oltre la notte viene presentato in concorso a Cannes nel 2017 e negli stessi giorni si verifica l’attentato terroristico a Manchester, durante un concerto di Ariana Grande.
“E’ stato molto strano per me festeggiare un film sul terrorismo e vincere un premio grazie a quel film, provavo emozioni contrastanti”
Per la preparazione al ruolo, la Kruger parla con familiari di vittime di crimini d’odio. Nello stesso periodo, interrompe la sua relazione decennale con l’attore Joshua Jackson e subisce il lutto della morte della nonna e del patrigno. L’interpretazione nel film però le vale tutti i sacrifici compiuti, vincendo il Prix d’interprétation féminine.
Sul piccolo schermo
Diane Kruger ha recitato in tre serie tv. In due di queste solo per un episodio ciascuna, mentre della terza ne è la protagonista. The Bridge va in onda dal 2013 al 2014, con due stagioni. È pensato per essere una serie thriller-poliziesca, divisa tra le frontiere degli Stati Uniti e Messico. Il titolo è ispirato al ponte che collega la città texana di El Paso a quella chihuahuense di Ciudad Juárez. La detective Sonya Cross(Diane Kruger) deve collaborare con il messicano Marco Ruiz per indagare sulla morte di una giudice e di una giovane donna messicana. Il responsabile è un pericoloso serial killer a piede libero che deve essere fermato prima che uccida ancora.
La serie registra circa 4 milioni di spettatori all’episodio pilota e una buona media per il resto della prima stagione. Viene però cancellata al termine della seconda stagione.
Diane Kruger: la moda
Il nome di Diane Kruger rimane conosciuto nella moda anche anni dopo il passaggio da modella ad attrice. È risaputo che la sua passione per il settore fashion sia ancora forte, seguendo ancora dal vivo gli eventi principali. È diventata portavoce di L’Oreal nel 2009 e brand ambassdor per Jaeger-LeCoultre. Ha partecipato anche a campagne di linee di profumi per Calvin Klein, nel 2010. Si è nuovamente distinta alla Paris Fashion 2024 come icona di moda e di stile, che è riuscita a trasformare la sua immagine in un brand.
“Amo Parigi e la moda. In fondo, devo la mia carriera anche a questa meravigliosa città”
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