‘Chief of Station – Verità a tutti i costi’: la recensione del film action ora su Sky

Chief of Station, diretto da Jesse V. Johnson, è un film che intrattiene lo spettatore suscitando curiosità e suspense che permane fino ai titoli di coda.

Prodotto da Concourse Media, è disponibile in prima TV su Sky On Demand e Now Tv.

La trama

L’ex agente della CIA Ben Malloy (Aaron Eckhart) vive una vita apparentemente tranquilla insieme alla moglie e al figlio, che però vive e lavora fuori città. Tutto cambia quando, durante il loro anniversario di matrimonio, la moglie muore in seguito a un terribile incidente che lascerà il protagonista in preda allo sconforto.

Quando scopre però che la recente scomparsa di quest’ultima non è causata da un’incidente, decide di rientrare nel mondo dello spionaggio e di collaborare con un suo vecchio nemico (Nick Moran) per scoprire tutta la verità e smascherare un’intensa cospirazione.

La recensione di Chief of Station:

Chief of Station ruota attorno ad un mondo esplorato molte volte all’interno della cinematografia americana. Nonostante ciò, riesce a distinguersi convincendo con un ritmo veloce, ma non dispersivo e con delle performance veritiere.

Già dall’inizio della pellicola è stato possibile immergersi in un ambiente violento, cupo e che non risparmia nessuno.

La felicità del protagonista insieme alla moglie, che verrà esplorata attraverso alcuni flashback, viene spezzata all’improvviso e sostituita da sentimenti che si alternano costantemente quali l’odio, il rimpianto e la vendetta.

Intrecciando, inoltre, il punto di vista del figlio del protagonista, la pellicola offre una visione differente dominata non dal coraggio, ma dal timore del male e della morte.

Il figlio Nick è l’unica speranza di salvezza per Ben che, grazie al suo aiuto, potrà voltare pagina cercando di recuperare una normalità da tempo perduta.

La cura dello stile cinematografico di Chief of Station

 Jesse V. Johnson si differenzia per la scelta di uno stile registico dinamico e perennemente in grado di lasciare lo spettatore sul filo di un rasoio.

Dall’ambientazione movimentata di Budapest alla colonna sonora avvincente, ogni frammento si sposa bene con il successivo senza apparire mai slegato e denota una cura nella scelta di ogni singolo dettaglio.

Punto di forza del film, sono sicuramente gli innumerevoli colpi di scena mai scontati e inseriti in punti strategici che non permettono al pubblico né di annoiarsi né di prevedere l’andamento della narrazione.

Il finale, inoltre, risulta una chiusura convincente e abbastanza appagante in cui la forza della famiglia riesce a prevalere sulla spirale distruttiva della cospirazione.

Chief of Station: una sorprendente accoglienza

Non possiamo, infine, non concentrarci sull’enorme successo della pellicola per la critica cinematografica. Il film è stato infatti elogiato all’unanimità, venendo inserito tra le uscite più attese di quest’anno.

Elogiate soprattutto le performance dei protagonisti, coinvolgenti e intrecciate perfettamente le une con le altre grazie all’intensa chimica presente all’interno del set.

Ogni personaggio infatti, funge da collante per la riuscita finale del film rappresentando due perfette facce della stessa medaglia: il bene e il male che qui si spalleggiano costantemente.

Anche i personaggi femminili sono intrisi di forza e indipendenza, abbandonando la visione stereotipata dell’uomo che salva la donna in difficoltà. Qui è proprio una donna (Olga Kurylenko) che salva il protagonista dimostrando un carattere temerario pronto a sconfiggere ogni tipo di nemico.

Il prodotto risulta così fruibile per  una serata godibile in famiglia all’insegna di combattimenti e ipotesi da poter formulare.