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‘La paura’ di Roberto Rossellini: l’ultimo film con Ingrid Bergman

É possibile vedere il film in versione restaurata su Raiplay

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la paura rossellini

La paura è un film del 1954 diretto da Roberto Rossellini. Il soggetto è tratto dalla novella Paura (Angst) di Stefan Zweig, datata 1910. Si tratta dell’ultimo film che vede la collaborazione tra il regista Roberto Rossellini e l’attrice Ingrid Bergman, iniziata con Stromboli – Terra di Dio nel 1949.

Il film è disponibile sulla piattaforma Raiplay, in versione restaurata. Il restauro fa riferimento alla ricostruzione della versione italiana e di quella internazionale intitolata Fear, a partire dal negativo di Non credo più all’amore.

É stato effettuato dalla Cineteca di Bologna e CSC – Cineteca Nazionale presso il laboratorio “L’immagine ritrovata” nel 2014.

La figura della donna in La paura

La paura di Roberto Rossellini vede come protagonista femminile l’attrice Ingrid Bergman, che, nei panni di Irene Wagner, interpreta una donna in carriera, con una vita personale particolarmente turbolenta. Realizzata nella sua vita, soprattutto lavorativa, Irene è a capo di un’azienda farmaceutica, in Germania. Il marito, Alberto (Mathias Wieman), lavora nella stessa ditta, ma come chimico in laboratorio.

È sempre Irene a orientare l’azione nelle varie scene e a determinarne le conseguenze, pure quelle più tragiche. La donna agisce, pensa, decide, mente e si dispera: non porta in scena un ruolo passivo, tipico di pellicole del periodo immediatamente precedente; è bensì abile interprete di un’inedita volontà di autonomia e autodeterminazione della donna. Che si sta parallelamente insinuando nella società del tempo. Quella, cioè, del secondo dopoguerra, ai primi albori del boom economico.

É proprio il marito di Irene a ricordare il passato, in un dialogo con lei:

“Se la nostra fabbrica è di nuovo in piedi è soltanto merito tuo. Mentre tu lavoravi io ero un essere inutile in un campo di prigionia”

L’imbroglio di Alberto e la sofferenza di Irene

Il personaggio di Irene concentra su di sé l’azione del film, e il marito Alberto pare – al contrario – ricoprire un ruolo passivo. In verità, l’uomo agisce, sebbene lo faccia sotto-traccia. Non è difficile intuire che dietro le sue espressioni, le sue parole e i suoi atteggiamenti, ci sia qualcosa di sinistro. È la genesi crudele dell’imbroglio, che dà vita al ricatto, nella forma della coalizione con la signorina Schultze, moglie dell’amante di Irene.

È lo stesso Alberto a svelare i propri valori e i dubbi, in una discussione con la moglie causata da uno specifico misfatto ad opera della figlioletta:

“Ha detto la verità, quando ormai non aveva più via di scampo. Quando ha capito che non poteva più mentire. Questa caparbia ostinazione a non voler confessare va punita. Non riesco a capire come si possa macchiarsi di una colpa e non aver poi il coraggio di confessarla”

Ed è a sua volta Irene, sempre riferendosi all’azione della figlia, a tentare – con scarsi risultati – di spiegare al marito i propri timori:

“Forse si vergognava, tutti noi ci vergogniamo di fronte a coloro che amiamo”

La paura di Irene è perfettamente percepibile: il suo viso, le sue espressioni e le sue parole tradiscono una calma solo apparente. Tanto quanto è evidente che il marito, a conoscenza della storia extraconiugale della moglie, voglia indurre a tutti i costi la donna a confessare.

La trama del film deve imprescindibilmente la propria consistenza a questa contraddizione: entrambi i personaggi sono a conoscenza delle loro azioni (e del male che procurano all’altro), ma nessuno dei due riesce a dire la verità.

paura rossellini

Quando la paura rischia di sfociare in tragedia

La paura di Rossellini sfiora la tragedia sul finale, pur riuscendo ad evitarla. L’happy end è quindi assicurato, per un cinema che ne è ancora abbondantemente assuefatto.

Irene ha sperimentato nel suo cuore tutte le sfumature della paura: dall’angoscia, alla disperazione, fino alla stanchezza ed il terrore. Non può più sentirsi al sicuro: il ricatto della signorina Schultze la ossessiona e la segue costantemente.

L’apice della paura (abilmente costruito attraverso le musiche di Renzo Rossellini) non è altro che il disvelamento della sua stessa causa. Irene scopre finalmente la verità: ad ordire il complotto con protagonista la signorina Schultze è stato il marito. Questo non può cancellare la parte di responsabilità della donna, ma è percepito dal personaggio femminile stesso come un gesto “estremamente crudele”. E lo spettatore non può che immedesimarsi in questo sentimento, nei confronti di una realtà che, se nelle sequenze precedenti ha solo potuto intuire, ora diventa difficile accettare, in quanto conosce il travagliato percorso interiore di Irene.

La paura, protagonista anch’essa a pieno merito del film, raggiunge il suo grado più intenso sul finale: si tratta di un percorso che la regia ha sapientemente tracciato in accordo con musica e fotografia. E nondimeno, con le capacità attoriali. A questo punto tutti e tre i protagonisti appaiono alla deriva: Alberto è terrorizzato di perdere per sempre la moglie, Irene pensa addirittura al suicidio e la signorina Schultze non ha più il controllo della situazione.

Quella stessa paura, che per tutto il film è stata abilmente creata, soffusa ed intuita in un crescendo funzionale alle esigenze narrative, ora viene depotenziata. Sarà la forza del dialogo e la ferma (prima) azione di Alberto a garantire l’equilibrio finale. Che per la prima volta è davvero un’intesa di coppia.

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La paura

  • Anno: 1954
  • Durata: 75'
  • Distribuzione: Minerva Film
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italia/Germania
  • Regia: Roberto Rossellini
  • Data di uscita: 18-February-1955