Lo sceneggiatore premio Oscar di Taxi Driver, Paul Schrader, ha recentemente rivelato una nuova sceneggiatura su cui sta lavorando. L’autore ha accennato al progetto in un Q&A, dopo una proiezione di Patty Hearst al Roxy Cinema di New York, ospitato da Screen Slate.
Oh Canada, il film sulla morte
Paul Schrader ha condiviso i suoi disturbi di salute durante la pandemia.
Parlando del suo prossimo film, Oh Canada, adattamento di Foregone, attualmente in post-produzione, ha detto:
“Ero un po’ saturo di morte in quel momento. Sono stato in ospedale più volte durante il COVID. Gli amici stavano morendo; stanno ancora morendo. E ho pensato, beh, cavolo, se vuoi fare un film sulla morte, è meglio che ti sbrighi. E così l’ho fatto.”
Schrader ha aggiunto:
“Sento che è andata abbastanza bene, quindi ora farò un film post-morte.”
Oh, Canada riunisce Schrader con la stella di American Gigolò, Richard Gere, e ritrae un regista di documentari morente che riflette sulla sua vita e sulla sua eredità. Jacob Elordi interpreta la versione più giovane del personaggio di Gere, in sequenze flashback. In precedenza Schrader ha descritto il film a Indiewire come se il Canada fosse “una metafora per la morte”. Ha aggiunto:
“E ‘il mio ‘Ivan Ilyich.”
La nuova sceneggiatura nel cassetto di Schrader
Durante il Q&A al Roxy Cinema, Paul Schrader ha continuato parlando della sceneggiatura attualmente in lavorazione:
“Sto scrivendo qualcosa in questo momento. Ci sto lavorando oggi… Ho scritto una sceneggiatura su un’ossessionata del sesso. Ecco cosa sto facendo adesso.”
Lo sceneggiatore ha inoltre detto a Anne Thompson di Indiewire che uno dei suoi script, allora intitolato R.N., su un infermiere traumatologico a Porto Rico, è nelle mani di Elisabeth Moss, per cui farà da attrice e regista:
“Volevo fare un film sull’irresponsabilità sessuale femminile, principalmente un comportamento che causa solo problemi. Ho pensato, ‘Questo è davvero buono.’ Ma c’era un sacco di sesso esplicito, masturbazione. Sono un uomo anziano. Questo non fa per me. Ci sono un sacco di registe donne là fuori ora, non come decenni fa, quando ce n’erano solo due o tre. Mi sento fuori posto qui, mi sento come se fossi a casa di Spike Lee a dirgli come ridecorare. E così ho deciso di non farlo. E poi l’ho offerto a Elisabeth Moss perché fosse lei a recitare e dirigere.”