The Burdened (Al morhaquoon, 2023) di Amr Gamal, era stato selezionato per rappresentare agli Oscar lo Yemen.Giá presentato al MedFilm Festival di Roma il film arriva a Firenze a Middle East Now 2024
Una scelta lodevole, perché il film di Gamal, tratto da una storia vera, è un intenso spaccato della società yemenita raccontato senza toni enfatici, ma tramite uno stile ridotto all’essenziale, che riporta al cinema spontaneo di Abbas Kiarostami.
The Burdened
Ahmed (Khaled Hamdan) e Isra’a (Abeer Mohammed) di The Burdened sono marito e moglie, e hanno già tre bambini. Ahmed, di professione professore, al momento è rimasto disoccupato. E per guadagnare qualcosa trasporta la gente per la città di Aden con il suo pulmino.
La quarta gravidanza della moglie, in questo precario stato economico della famiglia, costringe i due a prendere la difficile decisione di abortire, in un paese in cui la fede islamica è molto radicata.

Yemen 2023, tra crisi economica e sociale
Partendo dal nucleo familiare di Ahmed e Isra’a in The Burdened, sineddoche di molte famiglie yemenite, il regista Gamal, autore della sceneggiatura assieme a Mazen Refaat, traccia un quadro dello Yemen odierno.
Una nazione che dal 2011, quando ci fu la primavera araba, vive un sanguinolento conflitto. Migliaia di morti, una fortissima crisi economica e con molte città semi distrutte, il prezzo che il popolo sta pagando. Quello che invece è rimasto intatto e granitico, è il culto islamico, che regola le vite del popolo.
Tra queste macerie, urbanistiche e umane, è difficile districarsi, riuscire a sopravvivere. Lo stato è assente, e prevale la brutalità dei soldati (il furgoncino che tampona il pulmino di Ahmed). In questa precaria situazione, in cui potrebbe scoppiare improvvisamente anche un altro conflitto, Ahamed e Isra’s si adoperano per non soccombere.
La costante cappa religiosa
Una coppia in The Burdened che ha un’istruzione, quindi capace di osservare con occhio più critico la realtà che li circonda. Ahmed, sebbene abbia bisogno di un lavoro sicuro, preferisce non accettare offerte di lavoro, sebbene sicure e remunerative, legate al regime. Non vuole essere complice e/o schiavo di un potere che sta affamando un popolo.
Isra’a, devota ad Allah, s’informa anche tramite internet riguardo l’accettabilità di un aborto. Il suo è uno sguardo aperto verso il presente, non oppresso dalle rigide regole islamiche, sebbene siano mal interpretate. È un’eccezione rispetto alle altre donne che accettano quanto è predetto dal Corano. E anche i medici, sebbene siano consci della fattibilità di un aborto, seguono i dettami della religione.
E questa vicenda, familiare e di un’intera nazione, ci viene mostrata in The Burdened vividamente, senza svolazzi narrativi e registici. Un tono registico asciutto nello svolgimento e limpido nelle immagini, che fanno trapelare la tensione che attanaglia i personaggi, in particolar modo nelle scene in ospedale.
E la scena finale di The Burdened, definibile come “E la vita continua”, mostra nel silenzio dei protagonisti, mentre i bambini parlano allegramente (metafora di un futuro migliore e solare), il prezzo che hanno pagato.
