fbpx
Connect with us

Festival di Roma

‘Mur’ L’esordio alla regia di Kasia Smutniak

Alla Festa del cinema di Roma, l'esordio dietro la macchina da presa di Kasia Smutniak, l'imperdibile Mur

Pubblicato

il

Mur

Mur è il documentario presentato da Kasia Smutniak alla Festa del cinema di Roma, nella sezione Proiezioni Speciali. É il diario del viaggio dell’attrice nella zona rossa polacca.

La Polonia, in seguito all’inizio della Guerra tra Russia e Ucraina, ha accolto un congruo numero di profughi. Con il passare dei giorni, il paese però ha iniziato a bloccare l’arrivo dei richiedenti asilo prima con la costruzione di un filo spinato e poi con quella di un muro.
La Smutniak, nata e cresciuta in Polonia, ha coraggiosamente deciso di vedere con i propri occhi, sul campo, il confine polacco e di provare ad avvinarsi il più possibile al muro in costruzione.

Mur trailer

La trama ufficiale

Marzo 2022. Da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati. Una striscia di terra che corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro, il protagonista della storia raccontata in questo film.

La Festa del cinema di Roma 

Mur: un diario intimo e sociale

È un’opera prima di notevole impatto quella della Smutniak che, coraggiosamente, affronta uno dei viaggi più pericolosi al confine della sua Polonia. L’attrice, che ha sempre parlato di diritti umani, informandosi in prima persona dei fatti più rilevanti del pianeta, questa volta compie un passo ancora più significativo, perché  intimo.
Strutturato come un diario, il cui tempo è  scansionato dalla numerazione dei giorni e dai nomi delle persone incontrate, Mur è un notevole contributo alla questione della Guerra tra Russia e Ucraina. Oltre a documentare infatti il punto di vista polacco, la Smutniak si fa portavoce dei racconti di un numero indecifrabile di profughi che, nella disperazione più totale, sono disposti a passare giorni interi al gelo nei boschi vicino il confine pur di valicarlo.

Il diario intimo, quello dei ricordi di Kasia sulla sua infanzia grazie agli incontri con i suoi amati nonni e suo padre a Varsavia, si allarga al contesto sociale . Per lei, e per molti altri, risulta impossibile mantenere il silenzio e non agire davanti all’orrore della nuova guerra.

Accompagnata da una sola cinepresa, nascosta più volte a polizia e controlli, la regista prova sulla sua pelle quello che significa la parola polacca Mur ovvero muro. Un muro non solo fisico ma anche psicologico.

Nel corso dei giorni, Kasia incontra attivisti e volontari che cercano di aiutare i migranti offrendo loro beni di prima necessità e, quando possibile, un passaggio verso la libertà. Davanti a queste persone, spesso uomini e donne con una famiglia ad attenderli che rischia tutto, ci si chiede come sia possibile ergere un muro.

Il muro è sinonimo di indifferenza, di paura del prossimo e, purtroppo, di disumanità.

I giorni di Mur, sono scanditi anche dai diversi incontri con attivisti e volontari. Mariusz, Zosia e Silvia… non smettono di chiedersi come sia possibile chiudere gli occhi davanti alla sofferenza. Una domanda che sorge spontanea anche allo spettatore.
I “co-protagonisti” del documentario spiegano qual è il loro ruolo. C’è chi prova a recuperare migranti nascosti nel bosco confinante. Chi si mette in contatto con loro mediante un localizzatore. Chi riceve toccanti immagini con richieste di aiuto. Immagini sensibili, spesso con minori bisognosi di cure ma fermi nel bosco pur di avere pace.

«Mur è nato dalla necessità di comunicare la difficile situazione al confine Polonia – Bielorussia ma alla fine si è rivelato un viaggio intimo e inaspettato» – Kasia Smutniak

Il diario è sia un reportage che un racconto. La realizzazione, semplice e diretta, è di forte impatto emotivo. E, riteniamo, non potrebbe essere altrimenti quando si documenta in prima persona una tragedia del genere. Mostrando apertamente i suoi sentimenti e le sue reazioni, la Smutniak apre la sua sensibilità allo spettatore che non può non sentirsi coinvolto.
La prima regia della Smutniak è un’opera coraggiosa, umana e destabilizzante. Ma proprio per questo necessaria perchè, come le spiega Zosia nel loro primo incontro, quella del muro è :«una situazione mostruosa da accettare nel 2022».

Il trailer ufficiale

Il film è scritto da Kasia Smutniak e Marella Bombini. I produttori sono Domenico Procacci, Laura Paolucci e Kasia Smutniak. Una produzione Fandango in associazione con Luce Cinecittà distribuito da Luce Cinecittà. Vendite internazionali a cura di Fandango Sales.
Il montaggio è di Ilaria Fraioli e le musiche originali di Lorenzo Tomio.
Presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, sarà in sala il 20 Ottobre con Fandango.

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

  • Anno: 2022
  • Distribuzione: Fandango
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Kasia Smutniak
  • Data di uscita: 20-October-2023