The Stones and Brian Jones, il bel documentario del regista britannico Nick Broomfield è stato scelto per la 9ª edizione di Visioni dal Mondo, festival internazionale del documentario che si svolge a Milano dal 14 al 17 settembre e di cui Taxidrivers è Media Partner.
Un incontro particolare
Nick Broomfield, ospite della serata inaugurale, nel presentare il suo film ha voluto raccontare come la sua passione per Brian Jones, uno dei fondatori dei Rolling Stones, sia nata quando, all’età di 14 anni incontrò il musicista per caso su un treno, seduto in uno scompartimento di prima classe. In quel periodo Jones, polistrumentista di una delle più famose band musicali di tutti i tempi, era all’apice del successo. Nick, un po’ timoroso ma desideroso di farne la conoscenza, si presentò, iniziando così una chiacchierata con uno degli idoli di milioni di giovani in tutto il mondo. Brian si rivelò essere una persona amabile e gentile, che accettò di buon grado di intrattenersi per una ventina di minuti con l’allora giovane, futuro regista.
The Stones and Brian Jones nasce così, da questo lontano incontro. Dal desiderio di Nick Broomfield di raccontare un personaggio a lui molto caro che, per lo meno nei primi anni di vita degli Stones, si dimostrò esserne il vero genio creativo musicale. Più di Mick Jagger, più di Keith Richards i quali, col tempo, soppiantarono Jones alla guida del gruppo, sospingendolo in una posizione non più di primo piano e relegandolo nell’ombra della Storia della musica.
Un racconto appassionato
Broomfield ripercorre così la vita di Brian Jones da quando, giovane adolescente, decise di lasciare la casa dei genitori con i quali era entrato in contrasto. Seguendolo sino al tragico e drammatico finale quando, a soli 27 anni, distrutto dalla droga, estromesso dai Rolling Stones, perse la vita annegando in una piscina.
Per fare questo Broomfield si avvale di una grande quantità di materiale d’archivio spesso inedito e di numerose interviste a personaggi che hanno avuto a che fare con Jones. Sia i componenti del gruppo, in particolare Bill Wyman che lasciò la band nel ’93, sia le numerose donne che furono compagne di Brian nella vita, alcune delle quali da lui ebbero un figlio. Dalle varie dichiarazioni raccolte dal regista ne esce il ritratto di un uomo dalle enormi capacità, che al momento della nascita degli Stones dimostrava già una maggiore compiutezza musicale rispetto agli altri componenti della band. Tuttavia, era dotato di una fragilità caratteriale che gli impedì di confermarsi come indiscussa guida della band.
Broomfield racconta la vita di uomo dall’apice del successo sino al declino finale, incapace di reggere l’urto emotivo e le delusioni riservate dalla vita. Eppure, il regista utilizza la narrazione su Brian Jones per raccontare anche una società, una generazione, un periodo – quello degli anni Sessanta – completamente diverso dai giorni nostri. Un’epoca in cui, al contrario di oggi, esisteva una grandissima libertà di sperimentare e in cui le persone erano incoraggiate a inseguire i loro sogni e a cercare di realizzarli.
Quello di The Stones and Brian Jones è un racconto commovente che rende giustizia a un personaggio che ha segnato profondamente la cultura musicale degli ultimi sessant’anni, ma che da molti è stato dimenticato.
Non così ha fatto Nick Broomfield in questo appassionato omaggio che si conclude con i versi del poeta inglese Percy Shelley recitati sulle immagini della tomba del musicista nella sua città natale di Cheltenham: “”Silenzio! egli non è mai morto, egli non dorme /si è svegliato dal sogno della vita”.
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