Prosegue la scalata verso il sogno chiamato NBA. Ma come ogni attraversata non mancheranno le cadute. La recensione della seconda stagione di Swagger, in streaming su Apple TV+.
Ispirata alla vita della superstar dell’Nba Kevin Durant, Swagger racconta il mondo del basket dal punto di vista dei ragazzi, concentrandosi sulle loro ambizioni, i rapporti con le loro famiglie e i coach e i loro sbagli che possono mettere a serio rischio la loro carriera.
Swagger, la recensione
In una partita di basket può succedere di tutto. Tiri imprecisi, errori di tattica, la difesa che non copre bene gli spazi lasciando tutta la libertà agli avversari di segnare. C’è poi l’infrazione di passi che avviene quando un giocatore sposta illegalmente uno o entrambi i piedi nel momento in cui interrompe il palleggio(e qui chiedo scusa agli esperti per la definizione storpiata e semplicistica del regolamento). Questa definizione in realtà non è strettamente legata al gioco, ma può essere utilizzata per descrivere i “passi”, quelli della vita, che vengono compiuti ogni giorno dai protagonisti della serie Swagger. Una storia che non guarda solo allo sport, ma si muove intorno alle vicende familiari e scolastiche che sono essenziali nella crescita di un ragazzo.
Ora ho 18 anni
Jace Carson (Isaiah Hill) ora ha 18 anni. Il che vuol dire avere il completo controllo della pallone anche fuori dal campo di gioco. Il peso della responsabilità e le conseguenze dei propri errori cominciano a farsi sentire a cominciare dai fatti compiuti quando era solo un ragazzino. Swagger cerca di affrontarli a viso aperto soprattutto in un epoca in cui non basta la forza del singolo quando sei solo contro tutti. Quando riemerge quell’episodio che si è verificato nella prima stagione ad alimentare l’odio saranno anche i social media che oltre a spingere i campioni verso la vetta non ci mettono molto a farli cadere nell’oblio. In più entrano in gioco le dinamiche sociali, con la scuola che vuole difendere la propria credibilità e la squadra che invece vuole in tutti i mondi compattarsi per vincere, con la sola differenza che in questo caso non è semplicemente una partita.
Riprese e montaggio
Di Swagger colpisce anche la regia e il montaggio. Già in passato abbiamo raccontato delle ottime riprese sul campo che trasmettono dinamicità alla serie e consentono allo stesso tempo allo spettatore di prendere parte alla partita. Dall’altro lato va segnalato anche un cambio di registro in alcune sequenze, dovei cambi di sequenza molto più graduali marcano ancora di più le difficoltà dei campioni alle prese con delle scelte che possono cambiare, e di molto, la loro vita.