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RaroVideo riscopre gli esordi di De Palma e De Niro

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Nel mercato dell’home video digitale, già erano approdati qualche anno fa con due scarnissime edizioni che lasciavano alquanto a desiderare, soprattutto perché prive di diversi minuti di visione.

RaroVideo, quindi, ristampa con fascette tutte nuove, booklet inclusi nelle confezioni e, finalmente, nelle loro versioni integrali, due dei primissimi lungometraggi diretti da Brian De Palma, in seguito autore di veri e propri classici della tensione su celluloide del calibro di Carrie-Lo sguardo di Satana (1976) e The untouchables-Gli intoccabili (1987).

Il primo, vincitore dell’Orso d’argento al Festival di Berlino, è Greetings, ovvero Ciao America! (1968), che trasporta in un’epoca di grandi cambiamenti politici e sociali attraverso la vicenda di tre amici che vivono le speranze e le paure di allora: Paul alias Jonathan Warden, intento a farsi riformare dall’esercito per evitare il Vietnam, Lloyd, interpretato da Gerrit Graham e talmente ossessionato dal delitto Kennedy da indagare in proprio, e Joe, con le fattezze di un giovane Robert De Niro, maniaco del voyeurismo che trascorre il suo tempo filmando donne che si spogliano davanti alle finestre.

Evidente omaggio all’hitchcockiano La finestra sul cortile (1954), quest’ultimo, posto nel corso di circa ottanta minuti di visione che, caratterizzati da una forte vena di surreale ironia capace di trasformarli, contemporaneamente, in parodia del film politico, del porno e del filone bellico, non mancano neppure di citare Blow-up (1966) di Michelangelo Antonioni.

Con una costruzione a sketch che, tra momenti accelerati in stile slapstick, didascalie che sembrano uscite dal cinema muto e lunghi pianisequenza basati in maniera principale sul dialogo, non può fare a meno di lasciare individuare una certa influenza da parte dei lavori della Nouvelle Vague; a partire da quelli di Jean-Luc Godard.

Influenza avvertibile anche nella pellicola successiva, Hi, mom! (1970), la quale, dei tre protagonisti di Greetings, riporta in scena soltanto Joe, questa volta reduce dal Vietnam che prima si diletta a realizzare film hard, poi aderisce a un gruppo di teatro off e, infine, espone in maniera piuttosto drastica il suo rifiuto all’integrazione nella società dei consumi.

Quindi, un’altra grottesca, spietata analisi su celluloide dell’american way of life che, con il razzismo quale fondamentale argomento, viene in questo caso suddivisa in quattro capitoli al cui interno i succitati pianisequenza lasciano il posto a un maggior lavoro di montaggio; mentre viene favorita una messa in scena di taglio teatrale e un certo gioco di formati e mascherini (35 mm, passo ridotto, video, televisione) provvede a fondere finzione e falso reportage in stile cinema-verità.

In quanto, come spiega Bruno Di Marino, cui si devono anche le videointroduzioni poste a corredo extra dei due dischi, De Palma, tramite uno spiazzamento linguistico, punta a giocare sullo straniamento nei confronti dello spettatore, sia sul piano della (non)finzione teatrale che su quello della rappresentazione cinematografica.

Francesco Lomuscio

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