‘Unseen ‘ La recensione della serie Netflix

Unseen, la serie thriller sudafricana creata e diretta da Tavis Taute e Daryne Joshua, con protagonista Gail Mabalena, è disponibile su Netflix.

Una spietata scalata criminale di una donna a prima vista innocua.

Unseen, ambientato a Città del Capo, è un thriller crudo con una protagonista insolita. Zenzi, moglie e madre premurosa, è una donna che non sa farsi notare, ma è questa l’arma segreta che utilizza per portare a termine la sua missione.

La trama di Unseen

Zenzi è una donna delle pulizie di colore, che aspetta l’uscita dal carcere di suo marito, Max. Intanto, le giornate passano mentre lei lavora duramente. I soldi non bastano mai ed Enrico, il padrone di casa, la minaccia di sfratto. Ma è disposto a ritirare la minaccia se Zenzi si concede; lei non sembra accettare le avance dell’uomo e intanto arriva il giorno della scarcerazione di Max e Zenzi è pronta ad accoglierlo. L’uomo, però, non si trova e sua moglie inizia a cercarlo dovunque.

Una donna innocua che diventa un killer

“Una scia di cadaveri per tutta la città… criminali morti che piovano dal cielo…”

Con queste parole il detective della polizia di Città del Capo si rivolge a Zenzi, arrestata e interrogata già nel primo episodio di Unseen. Ma cosa c’entra un’innocua donna delle pulizie con i delitti che hanno colpito la capitale sudafricana?

Per rispondere a questa domanda occorre riavvolgere il nastro e tornare a cinque giorni prima, quando Zenzi aspetta di ricongiungersi con Max. L’uomo, però, è introvabile e sua moglie lo cerca disperatamente.

È questo l’incipit di Unseen, composta da sei episodi della durata di circa cinquanta minuti ciascuno, basata sulla serie turca Fatma, creata da Basak Abacigil.

Le due serie hanno tutto sommato lo stesso impianto narrativo, con protagonista una donna che diventa una specie di Lady Vendetta che regola i conti con il passato.

Squarci sul passato in Unseen

Con il procedere della vicenda, emerge il trascorso di Zenzi, interpretata da Gail Mabalena (Blood & Water). Una serie di flashback mostra la donna in vari momenti della sua vita e così si riesce a ricostruire il background dell’intera storia.

Una ricostruzione che avviene a sprazzi. Squarci sul passato si aprono uno dietro l’altro, mostrando, prima, una donna felice e spensierata, innamorata alla follia dell’uomo che ha appena incontrato.

Nelle brevi, ma intense finestre sul trascorso di Zenzi vengono evocati gli eventi più significativi della sua vita e le due persone più care: Max e il piccolo Esulu, suo figlio.

Max ed Esulu appaiono anche nelle fotografie mostrate nei primi minuti di Unseen, ma poi di loro lo spettatore non sa più nulla. La tristezza che serpeggia negli occhi della donna suggerisce una sorte drammatica per il suo piccolo. E sarà proprio questo a trasformare Zenzi, da innocua donna delle pulizie, in una killer spietata.

I ricordi tra gioia e dolore

Una donna, la protagonista di Unseen, senza dubbio attraente, come l’attrice che la interpreta, ma nel corso dei sei episodi la donna subisce un decadimento che procede di pari passo con la vicenda.

Se nei primi ricordi, quando nulla minaccia la sua felicità, Zenzi è sempre incantevole, affascinante, subito dopo, quando qualcosa, a lei ignoto, inizia a mettere in pericolo la sua vita e quella di Max ed Esulu, Zenzi muta nell’aspetto.

Le lunghe trecce spariscono e vengono sostituite da capelli corti e crespi e, quando la situazione degenera, la sua capigliatura diventa sempre più corta e gli occhi sembrano velati da tristezza e rabbia. Tutto accompagnato da un diverso registro interpretativo della brava Gail Mabalena.

Il deperimento fisico della protagonista, dunque, è un sintomo del suo decadimento morale, che diventa ancora più evidente se paragonato con la sorella Naledi. Quest’ultima è molto distante dalle disavventure di Zenzi; sul finale, però, diventa una sua alleata.

Il giornalista amico

Come Lufuno, il giornalista che si rivolge alla protagonista di Unseen per il suo lavoro come donna di pulizia e poi si ritrova coinvolto in pericolosi fatti di sangue. Ma è proprio Lufuno, interpretato da Mothusi Magano (I am alla Girls) a comprendere il dramma che sta vivendo Zenzi.

“Conosciamo davvero le donne invisibili della nostra vita?”

Lufano è un giornalista e mentre Zenzi viene travolta dalla sua sete di vendetta, decide di scrivere una nuova storia, con protagonista una donna come la sua collaboratrice domestica. Un’invisibile, che nessuno conosce davvero, che si ritrova ad ammazzare il suo autore. E mentre Lufano sviluppa la sua storia, Zenzi fa luce sul mistero che circonda Max (Vuyo Dubula) e ottiene le risposte che cercava su suo figlio.

E mentre la vicenda immaginata da Lufano si profilo su un piano puramente idealista, quella di Zenzi, nella realtà filmica, è estremamente cruda e l’invisibilità della protagonista diventa un’arma a doppio taglio.

Il potere di passare inosservata ha permesso alla donna di farsi vendetta, ma ha cancellato la sua purezza, la sua ingenuità. Il sangue ha macchiato per sempre le sue mani e non c’è modo di lavarlo via.

Unseen è una thriller che dà risposte progressivamente ed evoca fatti di sangue spietati, ma nonostante la buona volontà degli interpreti non riesce a convincere del tutto.

Gli autori non tralasciano di inserire nella trama riferimenti alla tematica razziale, che restano, però, isolati, non sviluppati sufficientemente. E soprattutto lascia perplessi il rapporto tra Zenzi e sua sorella. Le due appaiono distanti da qualcosa che viene solo accennato e non approfondito. Motivo questo, insieme ad altri elementi, come personaggi solo accennati, che fa pensare a una seconda stagione in cantiere.