In occasione del Festival del cinema tedesco tenutosi a Roma, nelle giornate dal 16 al 19 Marzo, abbiamo intervistato Leander Haußmann, regista e autore del film A Stasi Comedy ( “Stasikomödie”, 2022).
Qual è stata l’ispirazione dietro ‘A Stasi Comedy’? Quando hai avuto l’idea?
Questa è una domanda complicata, diciamo che ciò di cui mi interessava parlare principalmente era il sentimento di riconciliazione . Questo sentimento sono riuscito ad esplorarlo, ispirandomi alla figura di mio padre, la cui carriera teatrale nella Germania dell’Est fu interrotta quando portò una corona di fiori all’ambasciata Cecoslovacca nel 1968, in segno di protesta dopo la repressione della Primavera di Praga.
Tutto questo per me fu molto strano e mi fece riflettere sul tema della riconciliazione , e quale miglior genere se non quello della commedia?
Infatti, i miei eroi all’interno della storia non sono mai degli eroi che salvano la vita a qualcun altro, bensì la salvano a loro stessi. Potremmo addirittura dire che mi interessava raccontare di una storia coming of age, all’interno della quale il protagonista vorrebbe essere uno scrittore, ma ancora non conosce il suo talento e intanto scrivere per la Stasi.
L’idea principale inoltre mi è venuta mentre sfogliavo il libro Top secret- Immagini degli archivi della Stasi: era pieno di immagini buffe e divertenti. I personaggi erano tutti caratterizzati da baffi che li rendevano grotteschi. Allora ho pensato: anche il mio film deve essere per forza una commedia.
Sappiamo che per anni hai lavorato nel teatro; perché hai deciso di lavorare nel cinema? Pensi inoltre che sia più facile lavorare in questa industria al di fuori dalla Germania, come ad esempio in America o in Italia?
É una domanda interessante in quanto io vengo dal teatro e ho lavorato negli ultimi anni a più di ben 150 produzioni di spettacoli, e solitamente è molto difficile che ci si sposti dal teatro per lavorare al cinema. Non ne conosco molti che hanno seguito la stessa strada, infatti.
Semplicemente mi sono reso conto che ogni volta che faccio film o scrivo sceneggiature, odio il teatro perché mi rendo conto che questo non può essere immortale.
Per quanto riguarda il lavoro al di fuori della Germania, no, assolutamente no, anzi. Ho lavorato in America per scrivere una sceneggiatura e dopo solo due mesi mi sentivo così nostalgico, e sono stato così felice di poter ritornare nella mia Berlino.
Raccontaci maggiormente delle tue esperienze sul set. Come ti piace lavorare con gli attori?
Sono stato un attore anch’io , ed ho frequentato una scuola di recitazione per poi passare alla regia ed è stato proprio in quel momento che ho capito tante cose.
Da attore spesso mi chiedevo cosa cercasse il regista, come avrei potuto svolgere al meglio il ruolo che mi aveva assegnato. Per poi passare dall’altra parte del palcoscenico e rendermi conto di tante cose, ed è stato il momento in cui mi sono reso conto che non sarei mai più tornato sul palco. Quando lavoro a teatro come regista, con gli attori, è un’esperienza totalmente diversa. Trascorro con loro mesi e mesi in piccole stanze chiuse per elaborare i diversi personaggi.
Un insegnamento molto importante che ho ricevuto deriva dalla commedia. É un genere molto difficile da portare in scena e da scrivere, proposto da tanti importantissimi scrittori da Moliere sino a Goldoni.
É un genere che ti fa sudare ma quando ricevi un premio, allora comprendi quanto i tuoi sforzi non sono stati vani.
Questo perché spesso lo si sottovaluta o addirittura si crede che, soprattutto quando si girano le commedie, sul set ci siano solo risate. Invece non è affatto così; anzi, questa è la tragedia della commedia.
Quali sono i tuoi progetti futuri , stai lavorando attualmente a qualcosa?
Si, ne ho molti, uno di questi è su un’attore, il quale è purtroppo rimasto paralizzato dopo un’incidente .
Un’altro progetto che ho in mente è invece un remake di un film degli anni 90′, che racconta di alcune persone bloccate in un ascensore tra cui una sposa, suo marito e il suo ex compagno.
Se possibile, potresti darci dei consigli su come poter addentrarci nel mondo del cinema e della regia?
Probabilmente ciò che dirò potrà essere una lezione di vita più che per entrare nel mondo del cinema, in quanto io credo che un regista è una persona che non sa fare nulla, non sa scrivere, non sa recitare; eppure è una persona alla quale poter fare riferimento.
Un regista potrebbe essere paragonato a una figura genitoriale, con la quale ci consultiamo per sapere se ciò che stiamo facendo può andare bene oppure no, può piacerle oppure no.
Questo è il regista per l’attore. Ed è un talento saper fare ciò.
Inoltre credo che sia importante che il regista sappia trovare delle soluzioni, non creare problemi, perché è l’unica persona che può portare un lavoro al successo o al fallimento.
Vi lasciamo di seguito il trailer dell’ultimo film di Leander HaußmannA Stasi Comedy ( “Stasikomödie”, 2022).
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