Dal 14 Febbraio è in scena (fino al 26 Febbraio) al Teatro dei Contrari di Roma la pièce teatrale firmata Pierluigi Marotta, per la regia di Flaminia Graziadei e interpretata da Giulia Bornacin, Salima Balzerani e Sarah De Marchi.
Un atto unico scritto da un uomo, in cui tre donne si misurano con la questione del femminile, presentata, nel testo, nella sua accezione più ampia e declinata, sulla scena, nelle diverse sue sfaccettature sia attraverso la caratterizzazione dei tre personaggi sia mediante la rappresentazione dei conflitti che animano il mondo interno di ciascuno di essi.
Una madre (Giulia Bornacin), data in adozione poco dopo la sua nascita, abbandona a sua volta la figlia nel tentativo di ritrovare una forma di amore libera da sovrastrutture imposte dall’esterno, autentica, viscerale. Nella ricerca dell’affermazione della propria posizione di donna nel mondo, che non si riduca al solo essere madre, si sottrae a sua figlia e ripropone così l’unica forma d’amore da lei conosciuta: quella dell’assenza. Come un effetto domino, l’abbandono subito sembra scatenare una reazione a catena che si ripercuote fatalmente sulla generazione successiva, senza possibilità di anteporre un pensiero alle azioni, secondo una modalità di trasmissione ereditaria che assomiglia a quella del codice genetico. Nell’insoluto cammino verso la “verità”, che prende la forma di un affascinante percorso di ricerca al femminile, la protagonista si trova a fare i conti con il non-rapporto con la madre adottiva (Salima Balzerani) e il giudizio degli altri, incarnato dalla vecchia amica (Sarah De Marchi) ormai incapace di comprendere le sue scelte estreme, che irrompono a turbare il flusso del suo delirio emotivo.
Tutte le sere dal martedì al sabato alle 21 e la domenica alle 18, nello spazio raccolto del Teatro dei Contrari, prendono vita i tre personaggi di Marotta, animati da una regia che li dirige lungo ideali traiettorie geometriche su passerelle di legno e metallo simili a pedane di un’impalcatura. Le scelte di Flaminia Graziadei, regista di respiro internazionale, consentono di sviscerare gli spunti offerti dal testo di Marotta e, al servizio delle esigenze narrative, di conferire ai diversi personaggi staticità e dinamismo, lasciando immortalare frasi e parole nella cornice dei gesti allegorici del teatro danza.
Manuela Materdomini