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In Sala

Tre uomini e una pecora – A few best men

Stephan Elliott, dopo aver provato diversi generi, dal thriller “The Eye – Lo sguardo” alla commedia british “Easy Virtue – Un matrimonio all’inglese”, torna a girare uno dei temi che da sempre l’hanno impegnato: il matrimonio

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Anno: 2011

Distribuzione: Lucky Red

Durata: 97’

Genere: Commedia

Nazionalità: Australia/Gran Bretagna

Regia: Stephan Elliott

 

Presentato Fuori Concorso all’ultima Festa del cinema di Roma, A few best men, in italiano Tre uomini e una pecora, racconta la storia di David (Xavier Samuel), un giovane inglese che durante un viaggio in Australia si innamora di Mia (Laura Brent). Quando rientra a Londra racconta ai suoi amici che sta per sposarsi e li incoraggia a partire per l’Australia. Qui però David scoprirà che Mia è la figlia di una delle famiglie australiane più in vista, il che stona non poco con l’arrivo dei suoi amici scapestrati che metteranno a dura prova la riuscita del lieto evento.

Raggiunta la notorietà con il secondo film, diventato un vero e proprio cult negli anni novanta, Priscilla – La regina del deserto (1994), il regista australiano Stephen Elliott, dopo aver provato diversi generi, dal thriller The Eye – Lo sguardo (1999) alla commedia british Easy Virtue – Un matrimonio all’inglese (2008), torna a girare uno dei temi che da sempre l’hanno impegnato, nonostante molte ritrosie: il matrimonio.

Infatti, dopo una lunga gavetta nella regia, fatta di tanti filmini girati durante le celebrazioni delle nozze, Elliott sceglie di dirigere una storia intorno ad un matrimonio, divertendosi e chiamando un cast di tutto rispetto – Kris Marshall, Olivia Newton John e Kevin Bishop – con il quale mettere in scena il tema del fatidico si, nella sua natia Australia.

Torna inevitabilmente alla mente  la comicità estremamente fisica, e a tratti un po’ incerta, di Una notte da leoni, di Todd Phillips, e, infatti, Elliott ha dalla sua una buona sceneggiatura firmata da Dean Craig (Funeral Party) che gli permette di confezionare un prodotto che, tra siparietti comici e strampalati, rampolli di famosi politici, signore borghesi annoiate dalla monotonia dei soliti party e le gesta un po’ goffe e rocambolesche degli ultimi arrivati, senza pretendere di definirsi brillante, riesce comunque a strappare grandi risate.

Martina Bonichi

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