A Venezia 79, unico film italiano in concorso alle Giornate degli autori, Bentu è una pellicola di Salvatore Mereu.
Il film è ispirato a Il vento e altri racconti di Antonio Cossu.
La trama di Bentu
un tempo e in un luogo dove anche l’arrivo di una trebbiatrice equivale al passaggio di una cometa
Raffaele ha appena assemblato il suo piccolo mucchio di grano, che funge da suo accantonamento per un anno intero. Non volendo farsi cogliere impreparato, dorme da giorni in campagna, lontano da tutti, aspettando che arrivi il vento e lo aiuti finalmente a separare i chicchi di grano dalla pula. Ma il vento non si presenterà. Solo Angelino viene a trovarlo ogni giorno, facendolo sentire meno solo. Forse un giorno, quando sarà tutto cresciuto, Raffaele gli presterà la sua indomita cavalla e riuscirà finalmente a cavalcarla. Ma Angelino non ha intenzione di aspettare.
La pellicola sarà in sala dal 15 settembre distribuito da Viacolvento.
Spiega il regista:
“Quando ho letto il racconto di Antonio Cossu su cui si basa questo film, c’erano molti temi che mi hanno colpito. Il mondo dell’infanzia, prima di tutto, la sospensione del tempo, l’umanità che si contrappone alla natura e il passaggio alla modernità quando sopravvive il sedimento di una grande civiltà arcaica. Ma Bentu è anche la storia di un’amicizia, un rapporto molto umano tra l’anziano Raffaele e il giovane Angelino, che cresce attraverso un apprendistato e un’iniziazione vissuti in totale isolamento, in un tempo e in un luogo dove anche l’arrivo di una trebbiatrice equivale al passaggio di una cometa”.
Mi piaceva molto quella specie di sfida che il protagonista ingaggia con la natura. Mi sembrava non solo evocativa, che desse un po’ un’idea di quello che noi stiamo facendo noi con la natura. Con il tempo abbiamo perso di vista la sua grande forza, le sue leggi e questo probabilmente rischia di portarci alla catastrofe. I segni mi pare ci siano tutti”.
Mereu ripropone anche uno dei temi a cui tiene di più, quello dell’infanzia:
… Bentu è anche una storia di iniziazione, il personaggio di Angelino era più diluito nel racconto io l’ho reso più centrale. Il bambino ha la curiosità e voracità di vita tipica di quell’età, ma rappresenta anche quella parte di mondo che dovrà ereditare quello che gli stiamo consegnando senza grandi prospettive. Non voglio dire sia idealmente un cugino di Greta Thunberg… ma vediamo che il nostro rapporto con la natura è da tempo inclinato“.
Salvatore Mereu
Il suo primo lungometraggio è del 2003, Ballo a tre passi, suddiviso in quattro episodi, uno per ogni stagione dell’anno.
Il film vince nella sezione “Settimana Internazionale della Critica” alla 60ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, e gli vale il David di Donatello per il miglior regista esordiente nel 2004.
Il suo secondo lungometraggio, Sonetàula, tratto dall’omonimo romanzo di Giuseppe Fiori, è del 2008, presentato alla Berlinale nella sezione “Panorama”.
Il suo terzo lungometraggio, Bellas mariposas, del 2012, tratto dall’omonimo racconto di Sergio Atzeni, è stato selezionato in concorso alla sezione “Orizzonti” della 69ª Mostra del cinema di Venezia.
Quel film ha ricevuto il premio Schermi di Qualità a Venezia e il Big Screen Award a Rotterdam. Nel 2020, il suo film Assandira è stato proiettato fuori concorso a Venezia.
Venezia.69 Bellas Mariposas di Salvatore Mereu (Orizzonti)
Ansa Fonte