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FESTIVAL DI CINEMA

Femminile, Plurale il festival di Berlino dedicato al cinema con protagoniste le donne

FEMMINILE, PLURALE. Dieci anni di registe italiane

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Femminile plurale : Con l’eccezione di Liliana Cavani e Lina Wertmüller e delle successive pioniere come Cristina Comencini e Francesca Archibugi, la cinematografia italiana è sempre stata povera di registe. Ma ora il panorama sta cambiando grazie a una nutrita pattuglia di registe come, ad esempio: Elisa Amoruso, Laura Bispuri, Giorgia Cecere, Emma Dante, Maura Delpero, Valeria Golino, Laura Luchetti, Silvia Luzi, Chiara Malta, Susanna Nicchiarelli, Michela Occhipinti, Valentina Pedicini, Paola Randi, Alice Rohrwacher, Adele Tulli

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Il festival presenta il recentissimo cinema italiano girato da donne, e avvicina a un pubblico più ampio questo fenomeno assolutamente nuovo dell’ultimo decennio. A raccontarcelo dall’interno saranno anche alcune delle registe stesse. I film saranno proiettati a Berlino e online su Sooner.de

Programma

7 – 10 Aprile Klick Kino/ Kant Kino  11 – 20 Aprile sulla piattaforma Sooner.de

 

VERGINE GIURATA Regia: Laura Bispuri, ITA/CH/D/AL 2015, 90 minuti

Laura Bispuri presenta la sua opera prima Vergine Giurata in competizione alla Berlinale nel 2015.

È la storia della ribellione di Hana interpretata da una intensissima Alba Rohrwacher, pluripremiata attrice (David di Donatello, Nastri d’Argento) che incapace di sottostare alla cultura arcaica e patriarcale del suo paese, rinuncia alla sua identità e decide di giurare verginità eterna. Molti anni dopo, in Italia, Hana riscopre la sua femminilità e ritrova quella parte di sé che per molto tempo ha dovuto cancellare. Un film sull’identità e sulla rinascita.

EUFORIA Regia: Valeria Golino, IT 2018, 110 minuti

Una bambina nata morta all’inizio del Novecento e il doppio dramma della mamma Agata che non può battezzarla a causa di antiche credenze religiose ed è costretta a lasciarla nel limbo. Questo è Piccolo Corpo, un film che vede Agata lottare con la speranza e provare un ultimo tentativo: cercare un santuario tra le montagne che ridà ai bambini la vita per il tempo di un respiro.

Laura Samani approda a Cannes, Semaine de la Critique con il suo primo lavoro.

PICCOLO CORPO (SMALL BODY)Regia: Laura Samani, ITA/FR/ SI 2021, 89 minuti

Una bambina nata morta all’inizio del Novecento e il doppio dramma della mamma Agata che non può battezzarla a causa di antiche credenze religiose ed è costretta a lasciarla nel limbo. Questo è Piccolo Corpo, un film che vede Agata lottare con la speranza e provare un ultimo tentativo: cercare un santuario tra le montagne che ridà ai bambini la vita per il tempo di un respiro.

Laura Samani approda a Cannes, Semaine de la Critique con il suo primo lavoro.

MATERNAL Regia: Maura Delpero, IT/ARG, 2019, 91 minuti

Presentato al Locarno Film Festival, il lungometraggio Maternal di Maura Delpero riflette sui diversi colori della maternità. Ambientato in un Hogar a Buenos Aires, una casa-famiglia gestita da religiose, due ragazze madri si confrontano con l’arrivo di Suor Paola interpretata dall’attrice ucraina italiana Lidyia Liberman. Suor Paola non è d’altra parte indifferente alle giovani dell’ Hogar e piano piano un nuovo sentimento sconvolgerà la sua quotidianità.

 

IL CORPO DELLA SPOSA (FLESH OUT) Regia: Michela Occhipinti, ITA 2019, 95 minuti

Verida, una ragazza della Mauritania, viene svegliata dalla mamma una mattina con una comunicazione speciale: è stato trovato il suo futuro marito, e ora inizia la pratica del gavage, secondo cui una futura sposa deve ingrassare decine di chili prima del ‘sì’ per soddisfare i criteri estetici degli uomini del luogo.

Michaela Occhipinti è nata a Roma nel 1968. Ha trascorso la sua infanzia tra Roma, Hong Kong, Ginevra e Marocco. A Londra ha iniziato a lavorare come ricercatrice e assistente di produzione. Dal 1995 vive a Roma, dove ha lavorato a vari progetti nazionali e internazionali. Il suo film “Il corpo della sposa” è stato presentato in anteprima mondiale nel 2019 alla Berlinale.

 

FIORE GEMELLO (TWIN FLOWER) Regia: Laura Lucchetti, ITA 2018, 93 minuti

Acclamato nei principali festival internazionali e menzione speciale del festival di Toronto, Fiore Gemello  di Laura Lucchetti ci parla di integrazione e lo fa con due giovani non-attori nel ruolo di protagonisti (Anna e Basim) che nello sfondo di una Sardegna selvaggia scappano da storie di violenza e abusi e insieme voltano pagina.

 “Cercavo persone reali le cui emozioni non fossero state condizionate da tecniche di recitazione o dal tentativo di entrare nei personaggi. Volevo due ragazzi veri che avessero vissuto l’esperienza di lasciare il loro paese, dove c’era una dura realtà, salire sulla barca, rischiare la propria vita solo per la possibilità di avere un futuro.” dice Lucchetti

 

NORMAL Regia: Adele Tulli, Documentario, IT/SWE 2019, 67 minuti

Nel suo documentario opera prima Normal, nominato ai Nastri d’argento, Adele Tulli descrive la “normalità” fotografando scene del quotidiano che dipingono i cliché di genere, i modelli educativi e alcuni frammenti di vita quotidiana dove il maschile e il femminile rispondono nettamente a degli archetipi. Un’opera puzzle la sua che va vista dall’alto perché solo così possiamo avere un’immagine collettiva di quanto il genere sia, tanto più oggi, una questione di cui parlare.

 

DOVE CADONO LE OMBRE (Where the Shadows Fall)Regia: Valentina Pedicini, IT, 2017, 104 minuti

In Dove cadono le ombre Valentina Pedicini porta a galla i terribili fatti accaduti in Svizzera tra il 1926 e il 1986. Per mettere fine al nomadismo 2000 bambini sono stati sottratti alle famiglie di etnia Jenisch (nomadi come i Rom e i Sinti) e sottoposti a esperimenti di eugenetica e sterilizzazioni. Un film di denuncia che ci ricorda l’ importanza e il potere del cinema per la memoria collettiva e che ci invita ancora una volta a guardare ai periodi bui della storia che ancora sono vicini.

 

Fuoristrada (Off Road) Regia: Elisa Amoruso, Dokumentarfilm, IT 2013, 70 minuti

Opera Prima di Elisa Amoruso, Fuori Strada è un film che annulla le differenze raccontandoci la storia d’amore di Pino che diventato Beatrice si innamora di Marianna, badante della madre.

Fotografia di una famiglia non tradizionale che però nei fatti non ha nulla di diverso da quello che da una famiglia ci si aspetta. Elisa Amoruso non affronta la tematica dell’integrazione così come ci si potrebbe aspettare ma ci racconta l’amore in una sua possibile sfaccettatura.

 

I Basilischi (Die Basilisken) Regia: Lina Wertmüller, IT 1963, 85 minuti

Film d’apertura dell’icona del cinema italiano Lina Wertmüller, prima donna candidata all’Oscar nel 1977, I basilischi approda a Locarno e vince il premio Vela d’argento.

“-Giovanni, me ne voglio andare!!

-E’ sbagliato! Non dobbiamo scappare, non dobbiamo andare via. È qua che dobbiamo restare. È qua che devono cambiare le cose. Se ce ne andiamo tutti, qua chi resta?”

Wertmüller da un quadro di una piccola cittadina del sud, che per ragioni biografiche le appartiene, della monotonia delle sue giornate, dei suoi abitanti indolenti che pigramente trascorrono uguali tutte le giornate fino a quando uno di loro decide di partire anche se per poco e lasciarsi tutto alle spalle.