Dal 5 novembre 2021 torna su Netflix la serie Narcos: Messico, giunta alla terza e ultima stagione. L’entusiasmo legato al progetto si deve alla sua pregevole fattura, curato com’è sia dal punto di vista narrativo, che da quello stilistico.
Questa terza stagione riparte riallacciandosi al finale della precedente, in cui avevamo lasciato l’agente della DEA Walt Breslin (Scoot McNairy) alle prese con una sonora “sconfitta” sul campo. Nonostante la dettagliata operazione, infatti, il cartello era riuscito a scamparla, mietendo non poche vittime tra gli uomini dell’antidroga.
Non è il nostro compito vincere. Noi cerchiamo di restare in parità.
Tornato a El Paso, in Texas, Walt continua a tenere i riflettori puntati su Amado Carrillo Fuentes (José María Yazpik), convinto di poter arrivare a lui e fermare i suoi affari. Nel frattempo a Juarez e Tijuana, i trafficanti imperversano e il loro dominio è pressoché illimitato, grazie anche ai numerosi agganci con la politica locale.
Ma oltre a Walt e Amado, altre due figure avranno un loro preciso e fondamentale ruolo in Messico: un poliziotto di nome Victor Tapia (Luis Gerardo Méndez) e la giornalista Andrea Nuñez(Luisa Rubino), alla quale appartiene la voce fuori campo. Siamo nei primi anni Novanta, quando il business della droga è in pieno boom.
Quattro storyline in attesa del gran finale
Seguendo e alternando quattro diverse storyline, Narcos: Mexico mantiene sempre alti l’attenzione e il ritmo. In attesa che ogni tassello trovi il suo corrispondente e vengano palesati i legami tra l’una e l’altra vicenda, viene esibita una realtà quanto più completa, realistica e avvincente possibile.
Il Messico, con i suoi colori, la musica, gli eccessi (soprattutto attinenti al mondo del narcotraffico), cattura lo spettatore, imbrigliandolo una volta per tutte in un’atmosfera tra sogno e incubo. Dall’altra parte del confine, il Texas – immortalato per lo più dagli uffici della DEA – appare così sobrio, quasi sottotono, come se tutto il divertimento gli fosse negato.
Walt Breslin ne è, in tal senso, un abitante eletto: apparentemente e costantemente insoddisfatto, infelice, non riesce a scrollarsi di dosso gli insuccessi, a cui si aggiungono un passato travagliato e la perdita del fratello. Eppure, in questa terza stagione, l’uomo sembra aver trovato un’ancora di salvezza, un’oasi di pace, una speranza per il futuro, nella figura di Dani (Kristen Gutoskie).
Narcos: Messico – Terza stagione | Amore e verità
L’aspetto sentimentale subisce il medesimo trattamento delle pregresse stagioni. Non c’è troppo spazio per l’amore in un contesto simile. Quando a regnare sono la violenza, il potere e la corruzione il rischio di creare qualcosa di solido, di duraturo e prezioso, risulta troppo alto. Non a caso il matrimonio sia dell’agente Steve Murphy (Boyd Holbrook – nella stagione 1 di Narcos) che di Camarena (Michael Peña – nella stagione 2 di Narcos: Messico) vengono messi duramente alla prova.
Tra i tanti spunti, disseminati qui e lì nel corso dei 10 episodi, va senz’altro sottolineato il discorso sulla verità. Da bambini tutti abbiamo attraversato la fase delle domande, dei “perché”. Ed è importante non perdere mai quella curiosità e quell’interesse per ciò che ci circonda. In special modo dinanzi a situazioni e società al limite.
A che ti serve avere la voce se non la usi mai?
I giornali possono diventare un punto di riferimento, a patto che la verità non venga contaminata o messa a tacere. Per farlo, ci deve essere chi si assume il rischio di andare controcorrente, anche se in ballo c’è la propria vita.